Baci da chi ti pensa sempre, di Federica Campi.Le dimensioni del libretto “Baci da chi ti pensa sempre” di Federica Campi, ed. Pequod lascerebbero credere che ci si avvicina ad una lettura facile, di evasione.
Niente di più sbagliato. Già il primo racconto ti lascia – con quella fine sospesa a mezz’aria – senza fiato, senza la terra sotto i piedi.
Il libro è tutto così, intriso di una scrittura dolente in un ritmo febbrile,
una scrittura di alto livello, difficile da trovare in un’opera prima.
Una scrittura in cui l’autore non finge, è. Non racconta, vive.

“Ci sono rimasto di stucco” direbbe il giovane Holden.

Per dire,
mi sono venuti in mente gli amatissimi racconti di Truman Capote,
ebbene, là dove nelle ultime tre righe tutto si compone in una nuova forma disvelata,
qui – nelle ultime inesorabili righe – il racconto si allarga, si apre e ti lascia lì.
Come un fesso.

Pereira

2 Commenti

  1. Molto bello, complimenti,
    una prova super matura.
    Viene voglia di vedere come l’autrice si cimenterebbe in una prova del tipo romanzo…
    da fan ormai conquistato attendo fiducioso.

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