Piero Ciampi.Quando per la prima volta ho sentito la voce di Piero Ciampi ho immediatamente provato nei suoi confronti una simpatia quasi epidermica. La scoperta del suo talento e della sua umanità l’ho fatta in una serata invernale grazie ad un amico appassionato, come e forse anche più di me, di musica e storie di vita. Delle storie più disperate, fatte di abbandoni e solitudine, di sconfitte e resurrezioni. Quelle storie trasudanti poesia e disperazione, imbevute di alcool e offuscate dal vino.

Quel vino che è stato purtroppo il migliore compagno della sua vita e della sua carriera.
Quel vino che lo avrebbe portato alla tomba, come pensava lui stesso.
Invece non è andata così. Piero Ciampi, nato a Livorno nel 1934, se ne è andato nel Gennaio del 1980, all’età di soli 46 anni, per un tumore alla gola.

Quando poi ho scoperto che Ciampi aveva svolto il servizio di leva nella mia città, che aveva respirato l’aria che io stesso respiro ogni giorno, che aveva passeggiato per le strette vie del centro storico dove anche io amo a volte perdermi, allora questa simpatia è mutata fino a trasformarsi in adorazione.
Immaginarmi Piero Ciampi, nella metà degli anni 50, suonare nei locali della mia città, locali che forse non ho mai conosciuto e chissà se esistono ancora, mi ha fatto apprezzare ancora di più il suo modo unico di raccontarsi e mettersi a nudo.

Leggendo di lui scopro che durante la sua permanenza a Pesaro si fa notare, oltre che per l’intensa attività musicale, anche per il suo carattere rissoso e irruente. Piero non sopporta in alcun modo le prepotenze e ogni pretesto è valido per scontrarsi con i “nonni” e tentare di sovvertire le ferree regole che vigono in una caserma negli anni 50.
Ma Piero rivela anche il suo aspetto guascone e mostra tutto il suo lato poetico spesso intrattenendo i commilitoni con strofe e stornelli improvvisati al momento.
E’ grazie alle sue capacità affabulatorie che riesce a far innamorare la figlia del comandante della caserma. A lei scrive ogni giorno lunghissime lettere degne di Cyrano de Bergerac.
E’ ciò che ammette anche Gianfranco Reverberi, suo compagno durante il CAR e successivamente musicista, autore, produttore e vero amico di Piero.

“Te lo faccio vedere chi sono io”, canzone scritta nei primi anni 70, è una divertente satira della società borghese di quei tempi. Ed è il brano che mi fa entrare nel mondo di Piero Ciampi, che mi fa intuire la grandezza di questo personaggio, di questo “bohème” arrivato nel posto sbagliato con imbarazzante ritardo. Un uomo arrivato però su questa terra con così tanto anticipo da non essere riconosciuto in vita. Soltanto negli anni successivi alla sua morte la sua grandezza verrà ammessa e la sua musica verrà fortunatamente rivalutata.

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Come è stato già definito da chi ha raccontato le sue avventure Piero Ciampi è stato un uomo perennemente in fuga.
In fuga fin da piccolo, da una guerra spaventosa, il secondo conflitto mondiale, che lo costringe a rifugiarsi, assieme alla sua famiglia, nella campagna pisana.
In fuga dagli studi universitari che non completerà per dedicarsi alle sua vere passioni: le donne, la musica, la poesia, il vino.
Tante le donne compagne di una sola notte. Il mattino dopo Piero non ricorda forse neppure il loro nome o dove le ha incontrate. L’altro compagno di sempre, l’alcool, riesce a fargli dimenticare nomi, volti, voci.
Tra tutte queste donne Piero ne amerà soltanto due: una la conoscerà durante una delle sue fughe, quella in Irlanda. Ce ne saranno altre a costellare la travagliata vita di Piero.
Francia, Svezia, Spagna e perfino il lontano Giappone.
Ma in Irlanda incontra Moira e da lei avrà un figlio nel 1963. Subito dopo Moira lo abbandonerà, stanca del suo carattere rissoso e scostante, della sua malinconia e spaventata da una rivale agguerrita: la bottiglia.

L’altra donna della sua vita è italiana, Gabriella, ma anche lei fuggirà lontano da lui, così come già aveva fatto Moira.
Le uniche due donne che Piero amerà nella sua vita sono entrambe “belle, bionde, alte, snelle”, ma quando incide la canzone “Ha tutte le carte in regola” , per sua stessa ammissione, per lui “non esistono già più”.

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La fuga più clamorosa ed evidente Piero la compie nei confronti della vita di tutti i giorni.
Già la mattina è spesso ubriaco e passa il tempo a scrivere brevi poesie, canzoni, lasciando la penna soltanto per afferrare il bicchiere. Il bicchiere pieno di quel vino che per lui è oramai è diventato meglio di una divinità degna di totale adorazione e che lo aiuta ad arrivare a sera. Soltanto il sonno lo aiuta a concedere tregua alla sua mente affollata troppo spesso di cattivi pensieri.
Piero Ciampi non ha mezze misure con le persone che incontra sul suo cammino: o le ama e si dona con tutto se stesso oppure le prendi a calci.

Come ben spiega nella canzone “Ha tutte le carte in regola”, Piero è amico dei perdenti e dei disperati.
Come lui stesso canta: “…divide la sua cena con pittori ciechi, musicisti sordi, giocatori sfortunati, scrittori monchi“.
E a volte prende a calci non solo le persone, ma anche il successo, nelle rare occasioni in cui
osa manifestarsi. Piero lo dichiara apertamente, senza troppi sotterfugi:
“Io sono il più grande, perché mi posso permettere di prendere 300.000 Lire a sera e mandare un altro a cantare al mio posto. Tanto nessuno sa chi è Piero Ciampi”.

E se non manda davvero un altro a cantare al suo posto, a volte si presenta ubriaco e prende il pubblico a male parole.
Come in occasione dell’invito del Club Tenco. Piero rifiuta l’invito a presentarsi sul palco per due anni di seguito e soltanto nel 1976 accetta di cantare. Si presenta visibilmente ubriaco e deve subire gli scherni degli spettatori. La stessa cosa accade l’anno successivo durante uno special a lui dedicato e trasmesso dalla RAI.

Il pubblico lo fischia sonoramente e lui dal palco si difende così:
Tacete. Parlate quando ve lo dico io, se volete parlare dovete salire quassù: io rischio, voi no».
Il vino, preferibilmente il rosso, amico di sempre del nostro Piero, compagno di mille serate.
Una cosa sola con la poesia di un’artista malinconico, comunista, incazzato e anarchico.
Il vino rosso che lui celebra in uno dei brani più noti, anche questo divenuto famoso soltanto dopo la sua morte. Vi propongo la versione originale, ma cercate anche quella che Mauro Giovanardi dei La Crus ha cantato magistralmente in un album tributo dedicato a Piero.

Musica che pare perfetta per un film di Quentin Tarantino e una chitarra che sa di “flamenco” e danza leggera su un commovente tappeto d’archi.
La qualità audio del video che ho trovato non è eccelsa, ma le informazioni che scorrono tra le dita di chi lo ha pubblicato lo rendono comunque gradevole e aggiungono, in caso ce ne fosse bisogno, un pizzico di poesia al testo di Piero.

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Per sapere che cos’è la solitudine bisogna essere stati in due, altrimenti bisogna che qualcuno te lo racconti“.

E’ una frase di Piero Ciampi che ho scovato in uno dei tanti siti a lui dedicato, mentre spulciavo la rete alla ricerca di notizie inedite.

Potrei parlarvi a lungo di Piero Ciampi, tanti gli episodi da raccontare, moltissimi i brani che varrebbe la pensa ascoltare insieme. Ma ho deciso di fermarmi qua, di lasciare a voi il gusto di scoprire un artista che oggi meriterebbe un posto da protagonista nel panorama musicale italiano e che invece è ancora quasi del tutto sconosciuto.

In realtà la mia unica intenzione era quella di presentarvi Piero.

Cercate e scoprirete che dal 1995 a Livorno, città che gli ha dato i natali, viene assegnato un premio a lui intitolato. Vedrete che la storia di Piero è stata raccontata in teatro da GianPiero Alloisio con “Tutte le carte in regola per essere Piero”. Come lo definisce lo stesso autore uno spettacolo – concerto – confessione.

Troverete che la Universal ha pubblicato un libro con tutti i suoi spartiti e la Sony un doppio CD + DVD che contiene i suoi successi e il film di Ezio Alovisi “Adius, Piero Ciampi ed altre storie”.

E cercando vedrete che tanti artisti hanno voluto omaggiare Piero dopo la sua morte interpretando uno dei brani scritti da lui: Nada, Baustelle, Vinicio Capossela, Franco Califano.. E non solo: Gino Paoli, Renato Zero, Claudio Lolli, Patty Pravo.
Se sarete più scrupolosi nella ricerca scoprirete che il ritornello di una canzone di Zucchero che tutti abbiamo canticchiato un po’ di anni fa e che dice:
“ e il mare impetuoso al tramonto, salì sulla luna e dietro una tendina di stelle se la …”
è stato scritto in realtà da Piero Ciampi e il signor Fornaciari (che a quanto pare ama impossessarsi di note e frasi altrui senza chiedere il permesso) abbia ammesso il “prestito” solo quando ne è stato costretto da un tribunale in seguito alla causa intentata dai parenti di Piero.

E senza dubbio scoprirete che uno dei suoi brani più noti si intitola “Adius”, e Piero ne approfitta per maledire e mandare ripetutamente “a quel paese” la donna colpevole di non riuscire ad amarlo.

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Anche questo approfondimento volge al termine. Io vi ho presentato Piero Ciampi, ora sta a voi, se ne avrete voglia, approfondire questa conoscenza e trasformarla eventualmente in una amicizia. Ci sentiamo fra due settimane con un’altra storia da raccontare. Magari voleremo in Francia oppure in Brasile, forse faremo conoscenza di una talentuosa e affascinante signora. Non so, devo ancora decidere chi presentarvi.

Vi lascio con una canzone del nostro Piero, perché a questo punto, ne sono certo, è già diventato mio quanto vostro.
Non è proprio una delle sue più famose questa “Io e te , Maria”, ma poesia e musicalità toccano vette insospettabili.
Ho scelto in questo caso una versione cantata da Nada Malanima, una tra i tanti artisti che hanno interpretato le canzoni di Piero cercando di farlo conoscere.
Sono sicuro che entrambi, sia l’una che l’altro, saranno contenti di questa mia scelta.

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4 Commenti

  1. La tua opera meritoria sarà ricompensata in qualche modo, hai reso giustizia ad un poeta, ma di quelli che non si vedono +, che fuggono dalla vita per stare, inconsapevolmente (non del tutto), nella poesia prima che nella indigenza bohèmienne.. Mi dispiace solamente che la sua vita non sia stata bella quanto la sua essenza più profonda..
    Gran bell’omaggio, complimenti..

  2. Grazie ad entrambi Mauro Alan e Marcello per gli apprezzamenti.
    In effetti Piero Ciampi meriterebbe di essere più conosciuto e magari anche un po’ “riconosciuto”; spero
    di avere, anche in piccolissima misura, contribuito alla causa.
    Grazie di nuovo, continuate a seguirci.

  3. ciao,
    non conoscevo questo personaggio,ma ho apprezzato la storia cosi’ come è stata ben raccontata.
    Ho fatto poi le ricerche e devo dire che è stato un grande anche se non se ne parla molto.
    I miei complimenti all’autore del servizio.
    Marcello

  4. complimenti davvero giancarlo. sono stato tutto il tempo attaccato alle casse. mi hai trasmesso la passione per un uomo che non potevo meglio approfondire.

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