Tremonti e il record di tasseSono freschissimi i dati dell’OCSE – Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo, importante organismo mondiale – che pongono l’Italia al terzo posto per pressione fiscale dopo Danimarca e Svezia. Se si considera che queste due nazioni sono notoriamente tra le più sane al mondo economicamente, e che vantano un forte stato sociale ed una bassissima disoccupazione, non sarà difficile notare l’enorme differenza con il nostro paese. Se poi si aggiunge che questi due stati sono fuori dall’euro, vedremo che l’Italia si trova al primo posto in classifica, come imposizione fiscale, tra gli aderenti alla moneta unica. Il nuovo record italiano vede le tasse passare al 43,5% del Pil rispetto al 43,3 dell’anno precedente.

Importante rilevare che la crisi economica e le conseguenti azioni messe in campo da molti governi hanno inciso sulla pressione fiscale che nell’area Ocse nel 2009 ha toccato il livello più basso dagli inizi della crisi, al 33,7%, cioè in media negli altri stati si pagano ben 10 punti percentuali in meno rispetto all’Italia. E questo è solo il primo di poco onorevoli primati che poco possono rendere orgogliosi gli italiani. E’ infatti aggiornato di mese in mese l’altro più celebre, quello del debito pubblico, che ammonta ormai a quasi 1900 miliardi di euro! L’Ocse ha diffuso infine anche i dati relativi alla disoccupazione, che risulta stabile in Germania (6,7%), in calo in Francia al 9,8% (-0,1%), in aumento in Italia all’8,6% (+0,3%). Il nostro Paese resta al di sotto della media dell’area euro (10,1%) e di quella dell’Unione europea (9,6%), ma al di sopra di quella del G7 (8,2%).

Ci sembra inevitabile analizzare questa mole di dati, anche alla luce dei recenti sviluppi politici del nostro paese, nonchè dei numerosi disordini di piazza, che coinvolgono sempre più categorie di cittadini.
Viene da chiederci: tutto ciò non è forse la prova lampante del fallimento di questo governo, presentatosi alle ultime elezioni proprio con i cavalli di battaglia della riduzione fiscale, di una maggiore occupazione e della riduzione del debito pubblico, facendo leva sul recupero dell’evasione fiscale, sulla semplificazione normativa, e sulla ripresa del mezzogiorno? Di tutto ciò, cosa è stato realizzato? Si eviti di imputare il fallimento alla recente crisi, perchè s’è detto giusto qui sopra come gli altri stati siano riusciti ad abbassare, proprio in questo periodo, sia la loro pressione fiscale, che il debito pubblico, e pure la disoccupazione. Per quanto riguarda l’evasione fiscale, c’è da aggiungere un ulteriore record: è di oggi infatti il dato che riporta che siamo al primo posto in Europa con il 54,5% del reddito inevaso, davanti alla Romania col 42.4%, e alla Bulgaria col 39.8%.

Che qualcosa non torni, lo prova anche che un esponente di un partito di maggioranza, la Lega Nord, nella recente votazione della mozione di sfiducia al governo, pur dando il suo sostegno, abbia fatto notare che niente era stato fatto per lasciare ai lavoratori qualcosa di più in busta paga.
In uno stato serio, in qualsiasi altra parte dell’Europa, un primo ministro si sarebbe dimesso, e l’opposizione non avrebbe avuto paura di rimettersi agli elettori – certa della condanna politica dell’attuale maggioranza – anzichè sperare in ribaltoni o governi tecnici.

Ma siamo in Italia, e forse ai record negativi sarebbe giusto aggiungere anche quello della credibilità, ormai sotto zero…

Everardo Dalla Borsa

4 Commenti

  1. @Everardo
    Occorrerebbe paragonare casi simili.
    L’Italia non sarà mai la Svezia o la Danimarca,per vari motivi che è inutile elencare.
    Noi dovremmo paragonarci alla Spagna, alla Francia e al Portogallo con in più, rispetto a questi, il problema del divario nord-sud.
    Insomma l’Italia è un caso clinico a parte che continua ad essere irrisolto.
    Per me è ovvio che un paese col 71% di semi-analfageti,elegga rappresentanti con concezioni simili a quelle dell’uomo della strada.

  2. Io invece non sono affatto d’accordo! Se la politica, anzi proprio la coalizione governante, attua una politica uguale alla concezione dell’uomo della strada (in questo caso la peggiore) allora tanto varrebbe eleggere a caso ogni anno dei liberi cittadini, e mandarli in Parlamento!
    Per approfondire il tema, seguirà a breve un altro mini-post, sempre su qui, su radiopereira!

  3. Premesso ke si puo’ e deve fare meglio, sempre, volevo solo far notare una cosa nn di poco conto. Anzi di un peso enorme. La differenza “mortale”, purtoppo per noi, è ke rispetto a Danimarca e Svezia, oltre ad un debito pubblico spaventoso ke i suddetti paesi nn hanno, è la piaga dell’evasione fiscale ke attanaglia il nostro paese. Da noi lo Stato è visto come quello ke ti “sottrae” ingiustamente parte,(troppa) del guadagno del tuo lavoro. Mentre negli altri pesi è visto come una sorta di “sceriffo” ke protegge e tutela e qdi le tasse sono un giusto contributo da dare alla societa’. Al di la’ delle politiche economiche della destra e della sinistra, il problema è dei cittadini italiani, ke con questo modo di pensare, lasciano poke speranze per il futuro…E lo Stato nn aiuta di certo, distingundosi spesso per spreki e soldi pubblici sperperati troppo volte in malo modo.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui