Ieri ho visto Hereafter il nuovo film di Clint Eastwood. Sono rimasto incollato allo schermo per tutto il tempo; quando il bimbo ha cominciato a piangere dicendo: “Non te ne andare, ti prego, non te ne andare, ho bisogno di te, non mi lasciare” a stento ho trattenuto le lacrime, perché ognuno di noi conosce o percepisce il significato di perdere la persona più importante al mondo.
Poi il film è finito. Titoli di coda e luci accese nella sala. Mi sono alzato, ho sceso i gradini e spinto il maniglione antipanico della porta del multisala, e in quel momento ho pensato che il film in definitiva non mi era piaciuto. Mi succede sempre così con Clint Eastwood: per tutta la durata della proiezione ho la sensazione di stare guardando il film più bello che mi sia mai capitato di vedere e poi come arrivo al maniglione antipanico è sempre la stessa storia.
Comunque il film comincia con una scena sensazionale: il momento preciso in cui uno tsunami colpisce una cittadina asiatica. Nulla come quella scena ti fa capire la devastazione dell’acqua in quegli istanti.
Qualche giorno fa ho visto una statistica non so dove su internet: le persone uccise da disastri naturali nel 2000 erano state 17.000 e la perdita economica ammontava a 38 bilioni di dollari; nel 2010 i morti, 260.000 e i soldi persi, 222 bilioni di dollari.
Terremoto in Cile, alluvioni in Australia e Brasile, tsunami 2004-2006-2009-2010, terremoto Haiti, terremoto L’Aquila… insomma il tutto per dire che le città al pari dei loro abitanti sono sempre più fragili e provvisorie.
Così mi ritrovo a pensare alla mia di città. E se d’improvviso scomparisse? Il fornaio sotto casa, il tuo negozio di cd preferito, l’arco della Ginevra dove hai dato il primo bacio, il giornalaio, quel palazzo così brutto che desideravi crollasse e che ora non c’è più. Ci pensate mai? Io sempre più spesso. E così mi ritrovo a volere sempre più bene a tutto ciò che mi circonda.
A me il falm – sono un fan di Clint – ha deluso molto.
Soprattutto perché il battage pubblicitario lo aveva glorificato.
Ho aspettato per tutto il film che mi venisse su la sensazione del
capolavoro. Poi… titoli di coda.
raramente concordo con quello che scrivi ma questa volta la penso esattamente come te!!
saluti
F.