Io amo i bambini, ciò che, nel tempo, della nostra infanzia tratteniamo – l’espressione artistica che raccoglie ogni emotività e la indirizza a uno scopo, quando i colori e i suoni si mischiano e si fanno esistenza leggera, animata di segni irresponsabili dei significati, se non nell’abilità e nella gioia della creazione.
In una casa fantastica, quali stanze concedi alla creatività?

Andrea Marzi
A proposito del discorso del vulcano e della lava … lo intendevo alla lettera, non metaforicamente.
Questo è il racconto di come ho scritto (si fa per dire) una poesia-canzone dal titolo “Il letto di acciughe”.

Una sera, tanti anni fa, avevo organizzato una cena invitando qualche amico verso i cinquanta e qualche amica verso i venticinque.
A un certo punto con la coda dell’orecchio sentii la voce di Jimmy Villotti che descrivendo una ricetta di cucina diceva: “…sopra un letto di acciughe…”
Subito gli dissi che quelle parole avevano un suono molto bello e meritavano di essere protagoniste di una poesia o di una canzone… il discorso era scivolato su uno degli argomenti prediletti di Jimmy: l’enigma del rapporto fra uomini e donne. Egli sosteneva di avere infallibilmente verificato una regola, una legge universale: “Se una donna palesa esplicitamente, ammiccando con abiti e atteggiamenti di provocazione, una chiara disponibilità ad un incontro di carni… be’, al momento della battaglia tradirà impaccio e inibizioni. Quelle donne che invece sembrano sante…”
E’ una banalità bella e buona, pensai.
La serata scivolò piacevolmente verso la sua conclusione.
Quella fu una notte molto disturbata da una digestione impossibile con poco sonno e molto dormiveglia.
Verso mattina, uscendo dal sonno o meglio, dal sogno, mi ritrovai in uno stato di sospensione, di fluttuazione. Avevo gli occhi chiusi e davanti a me vedevo una pagina scritta…
Capii subito che si trattava di qualcosa di emerso dal sogno. 
Mi colse la paura di perdere la pagina al momento di aprire gli occhi.
A quel punto ero vigile, sveglio, ma sempre con gli occhi chiusi.
Mi alzai dal letto e come un cieco, scesi la scala che portava al piano inferiore.
Sapevo di avere carta e penna su un tavolo. Cercando con le mani trovai tutto facilmente. 
Mi sedetti e cominciai a ricopiare con scrittura sommaria il testo che ancora potevo leggere lì, sullo schermo, sotto le mie palpebre serrate.

Il letto di acciughe  
 
Su un letto di acciughe mi abbandonerei,
polpose 
del tipo di come tu sei.
Polpose dicevo, 
ma ora ho un sospetto…
che tanta salute nasconda un difetto:
che al florido incanto di tale sostanza
ci manchi l’enzima, l’ormone, l’essenza.
La “ legge di Jimmy ” infatti ti dice:
più sembrano porche, più l’hanno infelice. 
La legge prevede anche il suo viceversa:
se sembrano sante 
morranno 
sul
        
cardine del sentimento
mi oriento         
al suono dei guai
regola del movimento                
seguendo
il profumo che fai…

Come Vivian Lamarque

È un vivere precario
molto scomodo
in bilico perenne
fra una vita
schiarita
dalla carezza delle tue dita
ed un’altra
oscurata
svuotata
su per fi cia li zza ta.

È vivere precario
molto scomodo
quello
come un dormire
su un gigantesco
osso di seppia
messo di taglio
con una rima conficcata nel mondo
l’altra
nella mia schiena.

(da Amore e il Resto del Mondo, Cesare Blanc Editore, 2004)

Senza un titolo

È meglio andare
quando sento la voce,
la mia,
piangere parole.
Meglio
andare.

(da Esiti di un infarto sentimentale, Editrice Zona, 2006)

2 Commenti

  1. Grazie Ferdinando, ma i complimenti degli amici non valgono…
    O valgono moltissimo?
    La seconda che ho detto.
    Grazie

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