La monaca - CopertinaQualche mese fa sono entrata in una libreria di Milano: di quelle dove è presente un libraio però! Nel mio caso specifico una libraia. Ho potuto chiederle tutto quello che mi passava per la testa, mi pareva di essere da un ottimo psicoterapeuta: la signora in due occhiata è riuscita a comprendere precisamente che libro stessi cercando. Ed è stato un giorno di quelli in cui ho trovato un nuovo autore e un signor libro. Pardon! Una signora autrice e il suo ultimo romanzo.

Lei è Simonetta Agnello Hornby. Il libro è “La Monaca”, Feltrinelli

Simonetta, avvocato minorile e giudice, è nata a Palermo, ma vive a Londra dal 1972 ed è presidente del Tribunale di Special Educational Needs and Disability. Ha fondato uno studio legale nel quartiere londinese di Brixton che si occupa prevalentemente delle comunità immigrate musulmane e nere.

“Sono siciliana e amo la Sicilia. Quando me ne sono andata, mio padre c’è rimasto male e mi ha detto,”non diventare straniera” e “parla tutte le lingue, se devi, ma parlale da siciliana”.

“La Monaca” è l’ultima opera pubblicata di Simonetta Agnello Hornby.

Il libro non arriva a trecento pagine, ma ho fatto in modo che ne valesse mille, leggendolo. Troppo prezioso da ingurgitare. Troppo denso per rischiare di perdersi qualche profumo. Troppo ben scritto per non dare riconoscenza all’autrice ad ogni pagina.

La protagonista è Agata, una bambina innamorata del ricco Giacomo e invece condannata alla clausura. La storia si snoda in pieno Risorgimento tra Sicilia e Campania in un arco temporale di circa dieci anni. Agata accetta la vita del chiostro, ma il desiderio della vita nel mondo rimane vivo soprattutto in relazione alle sorti dei movimenti che aspirano all’Unità d’Italia.

Giacomo è l’amore della bambina che sogna, ma è James l’uomo che le invia libri di nascosto, libri che una monaca di clausura non potrebbe leggere. Attento ritratto di un’epoca, visto con gli occhi di una donna, vissuto dentro le mura della clausura. Essendo appassionata di microstoria, questa lettura ha rappresentato un grande approfondimento sull’ambiente monastico: la vita quotidiana dentro le cellette, l’organizzazione, la differenza tra monaca e monaca e tra convento e convento a seconda del ceto, della ricchezza del posto. La subordinazione delle donne, eppure la grande intraprendenza, il grande senso pratico.

Sfogliando il finale, mi è rimasto un gran senso di pace: Agata silenziosamente, con pazienza, sfidando non vista ogni istituzione e casta sociale aveva trovato il modo di scegliere.

Mariangela Lecci

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