Dalla Moldavia da clandestina

Sotto un camion per Tremilacinquecentoeuro

Mezzo chilo di arance per favore.
Lidia si cala il cappello di lana quasi a coprirsi gli occhi.
Ecco a lei.
Fa freddo qui all’orto-frutta. Le porte di ingresso aperte, il vento gelido entra senza bussare.
Lidia si strige nelle spalle, si strofina le mani, scrive.
Ho quasi fatto, mi dice. Sparisce in un’altra stanza lasciandomi solo tra zucchine e mozzarelle di bufala.
Poco dopo riappare, sorride.
Saliamo in macchina. Mi ripete il suo indirizzo, parto..

E’ la prima volta che torna a casa in macchina dopo il lavoro, solitamente prende l’autobus.
Le strade sono quasi deserte, la nebbia fitta; né io né lei ci guardiamo negli occhi.
E’ grazie a quello che sono arrivata in Italia, dice indicando un grosso camion che ci sfila davanti.
La guardo e assumo l’espressione di chi non capisce.

Lidia ha trentatré anni ed è moldava.
Moldavia, un suono, non altro; non riesco neppure a ricordare dove si trovi la Moldavia precisamente. Vicino alla Russia, all’Ucraina, magari confina con la Romania. Forse.
Lidia ha trentatré anni.

Il camion passa. Lo guardo sfilare, lo seguo con gli occhi. Poco dopo si perde nella nebbia.

Eravamo in quattro. Tutte ragazze, tra i venti e venticinque anni. Tutte clandestine.
Abbiamo attraversato la frontiera tra Romania e Ungheria, lo abbiamo fatto nascondendoci sotto un camion, si sotto un camion accidenti, nella parte dove ci sono le ruote, le parti meccaniche, i tubi di ferro; non so neppure come si chiami quella parte.
Un biglietto di sola andata. Tremilacinquecentoeuro a persona per salire sotto quel camion.

La guardo. Penso immediatamente che abbiamo la stessa identica età.
La prima cosa che le dico è che io non ci sono mai salito su un camion, lo so è una cosa stupida ma è un modo per dirle che è incredibile quello che ha passato.
Mi guarda e questa volta è lei a non capire. Ha ragione.

Siamo sempre noi a voler fare paragoni, a confrontare le situazioni…ma chi una vita se la deve riconquistare, no. Nessun paragone o pietismo o invidia.
Si riprendono la vita attimo dopo attimo…ogni sudato secondo.

Ricordo…

Una tenda gialla…le scale che portano al secondo piano…il profumo di casa…un bambino meraviglioso di undici anni, Ivan…Nicola e Lidia che non rimpiangono niente del loro paese, Ivan che rimpiange la libertà gli amici il suo paese…7000 euro per fare arrivare la madre di Lidia in Italia…Lidia respinta alla dogana tedesca perché “ tu sei troppo carina, verrai sicuramente a fare la prostituta”…le tagliatelle con il salmone…la curiosità di Ivan…un albero finto attaccato alla sponda del letto.

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