Gli ultimi buoni motivi per votare SI contro nucleare ed acqua privat(izzat)a!
Il referendum del 12 e 13 giugno sta diventando sempre più un momento epocale per l’Italia, e soprattutto un’occasione che permetterà di dimostrare, ai cittadini del Belpaese, che hanno ancora voglia di prendere in mano il proprio futuro. Senza delegarlo a governi che si sono dimostrati sempre più incapaci di tutelare i beni comuni, e di anteporre gli interessi dei cittadini a quelli delle lobby.
L’aria di rinnovamento, dopo l’ultima tornata elettorale amministrativa, pare così forte che un pò tutti i partiti stanno cercando di cavalcarla, sperando che gonfi le proprie vele. Sicuri che continuerà a soffiare anche sugli esiti del prossimo referendum.
Sono stati infatti repentini i cambiamenti di rotta dei due schieramenti contrapposti, di centro-sinistra e centro-destra.
Quest’ultimo – dopo aver cercato addirittura di boicottare il referendum facendo votare al suo governo emendamenti che tentavano di renderlo nullo – è passato dal dichiarare apertamente di volere un futuro nucleare per l’Italia (implicitamente a favore anche dell’acqua privata ed ancor più del legittimoimpedimento-salvaBerlusconi, ovviamente…) al sostenere posizioni molto più timide, che lasciano ormai liberi i suoi elettori di votare come credono. Sempre lasciando intendere però che se non andranno a votare sarebbe meglio…
Vorrei però ricordare che anche il centro-sinistra, che più o meno apertamente ormai è schierato per il SI, non era così contrario ad avere i privati nella gestione dell’acqua, e neppure al nucleare. Sono rimaste nella memoria infatti interviste del leader del centro-sinistra, Bersani, che si dichiarava favorevole ad un ritorno del nucleare in Italia. Addirittura Wikileaks svelava promesse fatte in merito da lui agli Stati Uniti. Come si vede nel filmato presentato:
[youtube PBVB1cHm2jQ 520]
spiegherà invece che si riferiva solo alla ricerca sul nucleare. Ma ci dovremmo credere? Se già non investiamo una lira in ricerca, stonerebbe un pò mettere miliardi per farla proprio in un settore che non si vorrebbe poi in Italia…
Anche sull’acqua privatizzata, Bersani ha parecchi scheletri nell’armadio. Sempre nel filmato precedente, precisava di aver semplicemente aperto il mercato dell’acqua, quando era ministro, ossia di averlo liberalizzato, e non privatizzato. Che corrisponde a realtà: aveva ancora solo aperto la porta, senza obbligo di lasciare il mercato ai soli privati, ma il fine probabilmente era già quello….se consideriamo che il segretario del PD ha lottizzato società di servizi in mezza Italia, da Hera (Emilia-Romagna) a Iren (Torino-Genova-Emilia occidentale).
Che il referendum sull’acqua sia una minaccia per le nostrane aziende multiutility del settore (e per i conflitti d’interessi dei politici a loro vicini…), nonché per le multinazionali che vorrebbero sbarcare in terra nostra, è ben testimoniato da Milano Finanza; il giornale specializzato forse più noto nel mondo economico ci rivela infatti che se alle urne dovesse vincere il SI – ovvero l’abrogazione delle due norme sulla messa a gara della gestione degli acquedotti e sulla norma che assicura l’adeguato ritorno sul capitale con le tariffe delle bollette dei cittadini – sulle S.p.A. del settore si avrebbero impatti del 22% sui guadagni di Acea (la big dell’area romana, e non solo…), del 17% di Hera e del 10% di Iren (per A2A invece l’impatto sarebbe solo dell’1%). La vittoria dei SI aumenterebbe l’incertezza sugli utili di queste aziende, perché un nuovo sistema tariffario potrebbe eliminare gli extra-ritorni di cui oggi usufruiscono, a spese dei consumatori e delle loro bollette.
Insomma è abbastanza evidente che dietro ai NO su questi referendum, come su quello del nucleare, ci siano solo grandi interessi, e le speculazioni delle lobby del settore.
Non dimentichiamo infatti che anche la costruzione delle centrali nucleari sarebbe un gigantesco affare, con l’apertura di cantieri del valore di oltre 5 miliardi a centrale (e ne sono previste 4), che continuerebbero poi a drenare soldi dei contribuenti per decenni, considerando un quasi inevitabile lievitare dei preventivi e dei tempi di costruzione, nonché lo smaltimento delle scorie, le spese per la sicurezza dei siti nucleari, ed il decommissioning (ovvero lo smantellamento delle centrali stesse a fine ciclo).
Il tutto quasi sempre a spese dei cittadini, visto che mai le imprese si sono accollate costi così alti senza aiuti statali.
Alla luce di tutto ciò – e considerando che è solo di pochi giorni fa l’ennesimo incidente nucleare, questa volta in Egitto (di grado 3 su scala di 7), come sono di pochi giorni fa i voti dei Parlamenti tedesco e svizzero che hanno deliberato la chiusura di tutte le loro centrali atomiche rispettivamente entro il 2022 ed il 2034, in favore di ulteriori politiche a sostegno e sviluppo delle fonti rinnovabili – speriamo davvero che quest’ultima notte che ci separa dai referendum porti il giusto consiglio agli italiani, che ai nostri occhi non può che essere quello di votare tutti SI!
Everardo Dalla Borsa
Andrea…
stiamo per farcela!
Ieri alle 22 41,5 % !
Stamattina ancora più gente si precipiterà ai seggi
e andremo,probabilmente, molto sopra al 50%.
Ora per 5 anni non potranno più legiferare sul nucleare.
Ora , Hera dalle ns parti, perderà una quota di utili.
Le consiglio di abbassare i compensi dei consiglieri di amministrazione… gente che si becca 15-20000 euro lordi all’anno lavorando pochissimo!
Nei consigli di amministrazione delle spa ci dovrebbe andare gente come noi, con semplici gettoni di rimborso spese e con funzioni di rigido controllo!
Caro Gaio, grazie per rendere semplice la spiegazione di cose spesso (apparentemente) complicate. Il tuo ragionamento è di una semplicità e chiarezza disarmante.
@Everardo
Ci sono dei grafici a torta molto belli che paragonano
le incidenze dei costi di una centrale nucleare con quelli di una centrale termoelettrica turbo gas (le migliori che esistano oggi con rendimenti del 60%).
Da essi si vede un fatto importante.
Nella centrale termoelettrica costa molto costruire la centrale e acquistare il carburante e poco invece la parte di apparato di uso e di controllo.
Il contrario nella centrale nucleare, dove costa comunque molto la costruzione e l’uranio , ma costa ancora molto di piu l’apparato di controllo e di manutenzione.
E’ ovvio che sia cosi!
Infatti la reazione della turbogas è una semplice combustione che si controlla da sola; finito il metano ,
la combustione si esaurisce.
Nella centrale nucleare invece il processo di fissione
dell’atomo di uranio deve essere, prima, innescato , ma poi si auto propagherebbe da solo portando la barra di uranio del nocciolo del reattore a temperature talmente alte da fonderla!
E’ un contro senso! Prima inneschi forze potentissime , poi le devi controllare!
Quindi esiste un imponente sistema di monitoraggio della reazione nucleare e di controllo che, se si blocca per vari motivi, porta alla fusione delle barre del reattore e ti ritrovi con un “brodo” di uranio ad alte temperature e altamente radioattivo che nessuno può più avvicinare!
Qui conta il buon senso!
Se ti danno da scegliere 2 auto più o meno delle stesse prestazioni , tu quali scegli?
Quella con minori o con maggiori controlli?
Non date retta ai filo nucleari che dicono ” gli apparati sono sicuri “.
Non è così , l’errore fa parte dell’uomo e comunque prima o poi la natura può produrre un evento devastante.
Nassim Taleb ha inventato a proposito il termine “cigno nero” , l’evento avverso che prima o poi accade e dice a proposito :” ogni evento ha una probabilità di accadere tra poco più di 0 e poco meno di 100, ma il numero esatto lo puoi calcolare solo dopo che l’evento è accaduto”.
Per me questo è il modo migliore di interpretare la natura!
ps
temo molto il filo nuclearismo occulto e il filo Hera palese ,entrambi da business, di Bersani e soci.
Se non si raggiunge il quorum , il mio cuore sarà invaso da un torpore profondo!