I libri di Massimo FiniQuesta volta tralasciamo i romanzi per parlare di due saggi scritti dal giornalista Massimo Fini.

I libri di Fini, pensatore prima che giornalista, filosofo osservatore della realtà più che semplice scrittore, sono difficili da trattare poiché presuppongono un notevole lavoro di diplomazia, vista la natura pungente della sua penna.

Detto in parole semplici, Massimo Fini è una persona che non le manda a dire. Ma proprio per questo è capace di un’analisi coerente e approfondita della realtà che non può non far riflettere, anche chi la pensa diversamente.

Ma veniamo ai libri. Sono due i testi che ho letto: “Sudditi” e “Il Vizio Oscuro dell’Occidente”. Si tratta di saggi brevi, veloci da leggere, che esprimono in modo chiaro e lucido due tesi legate alla contemporaneità. Tesi che si trasformano in un’occasione unica per stimolare il pensiero e la riflessione sul mondo che ci circonda.

Nel primo, “Sudditi”, il giornalista critica la democrazia contemporanea, o meglio la sua presunzione di essere tale. La ritiene una finzione, un regime che vive con il consenso dei cittadini, un vero e proprio metodo di oppressione abilmente mascherato.
Democrazia vuol dire governo del popolo, ma quando mai il popolo ha realmente governato, e realmente è stato rappresentato dalle persone che ha scelto?
La democrazia è un sistema che poggia su una libertà di voto che non corrisponde alla reale possibilità di decidere, su una politica che è contenitore vuoto basato su scambi di voti, acquisto di parlamentari e soprattutto persone mediocri che parlano cercando appunto di rimbecillire i loro “sudditi”. Infine, secondo il giornalista, la democrazia intende la libertà come espressione dell’individualismo e non dell’eguaglianza. La libertà diventa in questo senso semplice possibilità di ottenere uno status, avere un oggetto, avere soldi, a qualsiasi costo. E questo crea una disuguaglianza ancora peggiore tra ricchi e poveri.

Con “Il Vizio Oscuro dell’Occidente” facciamo un passo fuori dall’Italia, parlando della forsennata esportazione della democrazia ai paesi considerati “sottosviluppati”, soprattutto da parte degli Stati Uniti.

L’America si auto-identifica come bene assoluto e questo la porta a fare una cosa molto semplice: colonizzare esportando le proprie convinzioni e la propria cultura. Questo pensiero può essere sintetizzato dal passaggio in cui Fini spiega che l’Africa stava meglio prima, perché era autosufficiente. Con l’arrivo degli occidentali, la produzione è aumentata ma il cibo non è andato dove c’era fame, ma a sfamare le ricche tavole degli occidentali.

In realtà, questa è solo una parte delle cose che dicono i libri di Fini, ma l’unico modo per recensirli in modo adeguato sarebbe copiarli. Non vi resta, dunque, che leggerli.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui