Nonostante il nome, sono un tipo mite e tranquillo; so che non ci crederete, ma è così.
È anche vero però che se qualcuno tocca le cose a cui tengo di più, rischio di prender fuoco e liberare il “terribile” mostro che c’è dentro di me.

La cosaPiccola, doverosa e apparentemente inutile premessa al tema della settimana: i remake cinematografici che da un po’ di tempo stanno aumentando esponenzialmente ed invadendo le sale; in particolare ci occupiamo di due film la cui uscita, annunciata per questo week-end, è stata invece rinviata a data da destinarsi. Personalmente non ho alcun tipo di pregiudizio verso queste operazioni. Come potrei, considerando che alcuni dei film che adoro sono rifacimenti? Ad esempio mi viene in mente che La cosa girato nel 1982 da John Carpenter è un film mostruosamente bello e certamente fra i 50 migliori horror di tutti i tempi (ma forse sta anche in top 20) ed è ispirato a La cosa da un altro mondo di Christian Nyby, film di fantascienza del 1951 innocuo e un po’ ingenuo, ma in cui Carpenter colse delle potenzialità inespresse trasformandolo in un’opera letteralmente terrorizzante nella quale il protagonista scoprirà che il Male può annidarsi anche in ciò che dovremmo conoscere meglio (il cane-miglior amico dell’uomo, i colleghi-compagni di vita, addirittura se stessi); l’ambientazione polare e uno dei finali migliori della storia del cinema mettono i brividi al solo pensiero.

I brividi vengono anche a pensare che oggi qualcuno abbia deciso di rimetterci le mani e di proporre una nuova versione de La cosa; bisogna avere una buona dose di coraggio o essere completamenti fatti per tentare l’impresa e l’autore probabilmente lo è. Va detto che in realtà questo nuovo film si sofferma su quanto sarebbe accaduto prima dell’arrivo dell’ignoto visitatore nella base antartica, ma il confronto si annuncia comunque proibitivo. Io però sono fiducioso anche perché il regista Matthijs van Heijningen Jr. è olandese e a me gli olandesi stanno simpatici; spero che oltre al “fumo” ci sia anche l’arrosto.

Cane di pagliaA proposito d’incendi e remake, è in arrivo nelle sale Cani di paglia, remake del quasi omonimo film con Dustin Hoffman, diretto nel 1971 da Sam Peckinpah. Forse non uno dei migliori dell’autore (anche perché ha diretto opere sublimi quali Il mucchio selvaggio e Voglio la testa di Garcia) ma in ogni caso anche qui le perplessità permangono ed è spontaneo chiedersi quale sia il senso dell’operazione e che cosa possa aggiungere o (r)innovare questa nuova edizione diretta da Rod Lurie. Per chi non la conoscesse, è la storia di un uomo mite e tranquillo a cui viene toccato (e violentato) ciò che di più caro ha in vita. E per i colpevoli saranno guai grossi.

Starèi a (ri)vedere, tenendo bene a mente però che certi film sono alcune delle cose a cui tengo di più.
Ora (ri)leggete la premessa dell’articolo e vi sembrerà meno oscura e inutile; attenti produttori e registi, siete avvisati!

Parola di,
Ivan il Terribile

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2 Commenti

  1. basta basta basta basta basta ramake
    sopratutto se realizzati da registucoli, che vogliono rovinare titoli da sturbo.
    Parlo a te (in generale) regista spuntato dal buco del sedere del mondo.
    Vuoi fare un ramake? prendi un infimo film a basso budget, isomma quelle schifezze zerie Z, in Italia ne facciamo a bizzeffe e accetta una vera sfida, fanne un buon film, se sei un buon regista ne uscirà sicuramente qualcosa di decente.
    Smettetela di toccare classici che sono ancora attuali dopo 30 anni, e chiedetivi questo “perchè sono ancora freschi dopo 30/40 anni?” perchè sono capolavori! ecco perchè! sono stati innovativi e si fanno ancora oggi film con quella impronta!

    io piango, per i ramake tanto quanto piango quando esce un nuovo filme di Uwe boll o come cacchio si chiama quel crucco.

  2. Hai paura? Allora ti terrorizzo: primavera 2012, EVIL DEAD. Come ti senti, adesso, EH? Io sto male. Diablo Cody alla penna. Visto quel che ha combinato col corpo di Megan Fox, temo disastri.

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