Se qualcuno vi dirà che Midnight in Paris è divertentissimo, allora la persona che avete di fronte non ha mai visto Prendi i soldi e scappa e Il dormiglione.
Se aggiungerà che è un arguto apologo sulla fugacità dell’amore e dei sentimenti, allora sicuramente si è perso anche Io e Annie e Amore e guerra.
Se la stessa persona aggraverà la sua posizione sostenendo che il film si basa su un’idea notevole (cioè la “nostalgia” per epoche non vissute e quindi idealizzate), ciò significa che il vostro interlocutore ignora opere come Zelig e La Rosa purpurea del Cairo nate da intuizioni davvero geniali.
Se arriverà poi, con tanto coraggio e sprezzo del ridicolo, a dirvi che c’è anche un bel ritratto di città, be’ la cosa è parecchio grave e chi vi sta davanti non sa cosa sia lo stupefacente Manhattan.
Se infine vi dichiarerà che Midnight in Paris è un bel film, fateglielo firmare su qualche foglio che potrà tornarvi utile per metterlo spalle al muro in qualche futura discussione cinefila e concludete che potrete salvarlo regalandogli uno dei tanti cofanetti di dvd contenenti, davvero, il meglio dell’artista newyorchese (ai succitati titoli potete aggiungere Harry a pezzi, Bananas, Crimini e misfatti).
Purtroppo Midnight in Paris non rientra proprio in questa categoria. Una storiella banale che si sorregge malamente su una minuscola tesi e che in novantasette minuti fa felice solo l’assessorato al turismo della capitale francese, poiché una città come quella che vedete sullo schermo, dove non ci sono banlieue, clochard, traffico (se non in una battuta “fuori campo”) e neanche frotte di turisti confusionari, se la sogna.
Per capire l’aria che tira basterebbero i primi sessanta secondi che anticipano i titoli di testa: tutti, ma proprio tutti, gli scorci che finiscono nei banalissimi foto-album del viaggiatore da week-end last minute; ne esce un ritratto rassicurante e colmo di stereotipi e che, proprio per questo, tanto è piaciuto in America e che fa sentire meglio lo spettatore (come i reportage di Minzolini da L’aquila, peccato fossero fasulli). Certo, Allen non fa cinema-verità, ma questo è davvero troppo stucchevole e posticcio (come la color-correction al miele che invade ogni fotogramma), per non parlare degli artisti che hanno vissuto a Parigi a cavallo del novecento e che vengono rappresentati come penose macchiette (non manca nessuno da Picasso a Buñuel, da Hemingway a Fitzgerald e tutti si staranno rivoltando nelle rispettive tombe, seppur va detto che il Dalì di Adrien Brody sia decisamente spassoso). Chi è seduto in poltrona, però si convince di abbeverarsi alla fonte della storia dell’arte e sentendosi più colto di quel che si è, se ne va a casa contento. Non basta a salvare il tutto qualche gag riuscita e un Owen Wilson sufficientemente stralunato, né tantomeno il pensiero che è pur sempre meglio che far il Natale a Cortina.
Il vero problema è che il recente tour europeo di Woody Allen è stato come un caterpillar che ha colpito anche Barcellona (nell’orribile Vicky Cristina Barcellona) e da cui si è parzialmente salvata solo la plumbea Londra di Match Point; dato che la prossima tappa sarà quel Nero Fiddled girato a Roma non ci rimane altro che sperare in una rinascita dell’ispirazione di uno dei nostri autori preferiti, perché non vorremmo fosse proprio lui a dare il colpo di grazia alla nostra decadente nazione.
Ivan il Terribile
il product placement è concesso, il problema è che si tratta di pubblicità ben poco occulta e quindi certe inquadrature e sequenze intere vengono studiate apposta per quello e le conseguenze artistiche non possono che essere catastrofiche…
la pubblicità non è il demonio, ma anche in quello bisognerebbe avere stile
no, non sparo sulla croce rossa…
ma son contento che Mirko, grazie al mio articolo, si vedrà delle cose eccezionali e si farà 4 (mila) risate anche meglio di quella su Trotzkij
l’ultimo è inguardabile! e nemmeno spendo il mio tempo per argomentare 🙂
e poi, lo chiedo al “terribile” e ad altri esperti del settore: è normale che un film sia così pieno di pubblicità “occulta”? in ordine sparso: alitalia, mutti, intimissimi, beretta (salumi), illy, san benedetto (acqua), nike, ecc.
Il fatto è che sento già odore di “Terribile” che torna a occuparsi dell’ultimo di Allen, che a quel che sembra pare davvero poter essere il suo film più brutto di sempre! Vedremo giovedì…!
Qualche mese fa, stimolato da questa accesa discussione, mi ero procurato il film e ieri finalmente l’ho visto.
Anche al fine di suscitare una certa clemenza nel “terribile”, devo premettere che non sono un esperto di cinema e che non conosco affatto l’opera di WA (sempre che questa sia considerata un’attenuante e non invece un’aggravante!).
Il film l’ho trovato splendido; l’attore protagonista – che non avevo mai visto prima- l’ho trovato perfetto; su Parigi mi sembra che non si possa/debba dire niente (a meno che si pensi che il cinema, e l’arte in generale, debbano sempre e comunque trattare temi sociali… mafia, traffico, banlieue, inquinamento, senzatetto, ecc.); l’idea degli incontri seriali con i propri miti letterari ed artistici l’ho trovata brillante (laddove gli artisti sono stati volutamente tratteggiati con tratti macchiettistici); è infine più che benvenuto il messaggio che dipinge come stucchevoli la nostalgia perenne e la ricerca di epoche d’oro nel passato. È un messaggio che condivido molto e credo che non trovi mai abbastanza sponsor.
Adesso, in una sorta di percorso a rovescio, mi procurerò tutti i titoli di WA di cui parla il “terribile” nel suo articolo per vederli con calma ed interesse.
p.s. Risata grassa quando Gil, più stralunato che mai, lascia fidanzata e annessi genitori e il padre di lei lo congeda con un “salutaci Trotzkij”.
se fossimo stati su facebook avrei cliccato “mi piace”
Mi intrometto, anche se non chiamato in causa! Mi chiedo se sia davvero necessario intendersi in maniera inequivocabile su cosa davvero sia questo “brutto”. Forse se scrivessimo una specie di decalogo su che cosa sia bello e brutto per Radiopereira, ho la sensazione che avremmo già perso, e che probabilmente staremmo sprecando il nostro tempo. Quando ci riferiamo a Radiopereira, noi, spesso, usiamo il termine (piccola) comunità: insieme d’individui che condividono lo stesso ambiente fisico e tecnologico, formando un gruppo riconoscibile, unito da vincoli organizzativi, linguistici, economici e da interessi comuni. Ecco io credo semplicemente che quel brutto (che ha più a che fare con l’abbruttimento – perdita di dignità e degrado morale – che con il brutto di senso estetico e di giudizio personale) non possa essere spiegato: “non lo puoi capire se non lo hai già capito”. Può essere raccontato però, giorno dopo giorno, e non per cancellarlo bensì per provare a trasformarlo.
Pereira non deve deludersi, forse mi ha sopravvalutato… io lo chiedo sinceramente:
come facciamo a resistere a qualcosa se prima non ci intendiamo su cosa sia, inequivocabilmente, quella cosa?
@mirkofabbri
Lei mi lusinga seguendomi con tanta attenzione, ma un po’ nell’occasione mi delude.
Davvero non riesce a distinguere l’intenzione di una testata – “Resistere al brutto” – dal diritto di ognuno di avere i propri gusti e opinioni senza imporli?
Mi rifiuto di crederci!
questo da Lei, Pereira, non me l’aspettavo … e come la mettiamo con “resistere al brutto”?
Scusate, ma perché non accettare serenamente che un film, un’opera, un colore, un oggetto, a qualcuno possano piacere e a qualcuno no? Non basta questo?
ma perchè invece di perder tempo a insultare me (dimostrando così il suo livello di educazione), tirare in ballo a sproposito il museo di Madrid, la sua età (esticazzi…), i detti popolari (e già questo ci dice tanto…) e chissà cos’altro non ci fa la sua “vivisezione” del film in questione? ah, dimenticavo, già l’ha fatto: il film è stupendo!
cosi parlò zarathustra e tutti gli altri vadano pure aff
Bene, cercherò di essere ancora più conciso allora e torno ai miei blog di ignoranti… Chi mangia fa molliche si dice dalle mie parti, c’è chi fa e chi oziosamente commenta tra pop corn, rutti e cocacola… Woody fa, bene o male, film… Lei dall’alto delle sue dettagliatissime recensioni è senz’altro un incompreso in mezzo ad ignoranti come noi… Vada a guardare qualche altro film, e lasci lavorare chi sa mettersi in gioco ancora a 77 anni… Potrei vivisezionare ogni singolo aspetto del film e dimostrarne il valore senza tirare in ballo gli altri indiscussi capolavori di Wa… Se va al Museo di Madrid che fa, osserva una parete e confronta le opere? <> non riesco a capire se è più sconfinata la sua sbruffonaggine o la voglia di dimostrare a tutti che ha fatto i compiti… Mi torna in mente la scena di “Io ed Annie” in cui Alvy Singer ed Annie Hall sono in fila al cinema tormentati da uno sbruffone che critica sonoramente da Fellini a Mcluhan, finchè lo stesso McLuhan non si materializzerebbe per dirgli <> Huahuahua e lui almeno aveva un corso alla Columbia!!! Si riguardi, signor Terribile… e riguardi il film…
Caro Luca, può darsi anche che qua si sia argomentato male, ma il problema è che lei non lo fa affatto e emette veramente sentenze poco più che monosillabiche (il film è bellissimo, allen è un genio) spacciandole per verità assolute e inconfutabili; poi chiude con 5 righe in cui sputa verso di me.
Non c’è problema perchè sono problemi suoi sia l’incapacità di sostenere le sue idee(ammesso che ne abbia) sia il livore nei miei confronti.
Non torno sul film anche perchè non si può controbattere al nulla che lei esprime e aggiungo solo che la rete è già piena di penosissimi forum di cinema dove il 97% degli interventi sono tipo questi:
il film è bellissimo
il film è bruttissimo
il film spakka
il film fa skifo
ecco, li cerchi e avrà trovato tanti luoghi dove stare (bene?) coi suoi simili; poi, quando vorrà parlare di cinema, torni pure…
Dico solo alcune cose e la smetto subito perchè qui si è argomentato (e male) anche troppo:
– Il film è stupendo, non faccio raffronti con i precedenti, mi ha soddisfatto sotto ogni punto di vista
– Woody Allen si conferma un regista geniale che ha fatto della settima arte un uso meraviglioso ed altissimo
– Amo da impazzire il primo WA ma anche i film attuali sono diversamente pregevoli
– Conosco migliaia di critici cinematografici o supposti tali che “sputano sentenze”, dogmi, verità indissolubili non punti di vista poichè una cosa è “obiettivamente” bella, brutta e così via… Ivan, credo lei faccia parte di questa categoria, ma poichè credo nella soggettività e nelle opinioni personali questa appunto è la mia opinione di lei da quanto ho letto nei suoi post… A tali Soloni della pellicola consiglio di prendere una lunga pausa prima di recensire un film, di prendere una calda tisana e di usare più “a mio avviso, secondo me, ritengo che” saranno la parte più interessante delle loro recensioni…
Godete del Buon Cinema gente, personalmente credo che anche stavolta Allen ci abbia fatto dono di un’altra perla… Non so se egli stesso si renda conto di far parte dei geni apparsi nel film, ma io si…
Cordialità a tutti
Beh, la cultura americana è una cultura molto pop, fatta di icone: Parigi è la Tour Eiffel, Roma è il Colosseo. Un errore tipicamente americano è quello di non riuscire a cogliere la complessità, semplificandola banalmente.
Woody, da grande apprezzatore della cultura europea, rimane un americano ed ecco che ci ritroviamo film su una Spagna caliente e una Parigi mielosa.
Tuttavia, penso che anche nella banalità si possa trovare (o riscoprire) la bellezza ed in fondo se la mettiamo in relazione con la morale del film (la visione distorta ed utopistica che si ha di un certo tempo ed un certo luogo) tutto questo può perfino essere letto in chiave ironica.
D’altronde è lui stesso ad averlo detto: “Ogni volta, quando un mio film ha successo, mi chiedo: come ho fatto a fregarli ancora?” !!
Si potrebbe dire questo di Woody: è vecchio, e comincia a scarseggiare di idee, ma rimane un maestro, e comunque ogni suo film, seppur non eccezionale, come questo, difficilmente ti ruba i soldi del biglietto. Da Matchpoint non ricordo altri film (e li ho visti tutti!) del caro Woody che mi abbiano entusiasmato, ma sicuramente da nessuno di questi sono uscito sentendomi buggerato, al massimo deluso… Ed infatti quello che mi ha dato fastidio è stata la campagna mediatica su questo film, che lo ha promosso come uno dei migliori film di Allen degli ultimi 20 anni (come incassi, e non solo) ed invece non scherziamo, che non lo è affatto. Son entrato al cinema vogliosissimo e son uscito con una caramella in mano, e niente più… Ma rimane vero, come dice Riccardo, che preferisco questa caramella alle tante baggianate che girano per i cinema. Se fosse stato un politico, avrei pensato che fosse l’ora che Woody si ritiri, ma essendo ancora un produttore di sogni, che continui pure, che i suoi risultati sono comunque onorevoli, ma attenti a chiamarli capolavori…
dare del ruffiano e del disonesto a WA mi sembra un po’ troppo. I nostri commediaioli allora in confronto cosa sono? Avrei voluto dirigere io uno a caso dei suoi film per essere l’uomo più felice del mondo. se diciamo che quando suona il clarinetto lo vanno a vedere perché è lui (che comunque si diverte) e non perché sa suonare si può dire, ma sul cinema secondo me è esagerato. E poi ricordo non solo l’onore di averlo conosciuto, ma anche di avere mangiato il suo sandwich preferito alla Delicatessen dove ha girato Broadway Danny Rose. Ciò rimarrà per sempre un ricordo straordinario, magari Midnight in Paris no, ma ce ne vorrebbero
WA non ha più niente da dire da alcuni anni.Confeziona dei prodottini simpatichini che si ripetono uguali(per carità, talvolta, si sa, “repetita iuvant”)e che, nel caso dei recenti film, giovano tanto alle aziende del turismo locale che alle tasche del regista. Ah, quest’ultimo film promuoveva simpaticamente anche la Maison Dior, avete notato?
Come spot su Parigi è ben fatto, ma è un po’ troppo lungo, no? E poi cita in continuazione Woody Allen!
Ruffiano e disonesto. Ahimè!
Concordo totalmente con Ivan! la recensione è perfetta, come l’avrei scritta io se ne fossi stata capace…
La delusione è ancora più cocente perchè amo Woody da tutta la vita, in tutte le sue versioni. Quando non si ha più nulla da dire, meglio il silenzio…..
Susanna
@ Andrea Marzi. “Almanya” l’hanno decantato così tanto che io non andrò nemmeno a vederlo. Mi sono dirottato su “Emotivi Anonimi” e credo di aver fatto la scelta giusta.
Ieri ho visto il molto decantato “Almanya”. Tengo Woody tutta la vita, anche a pezzi.
Woody Allen non fa più capolavori da quel dì…. Non so se rientri anche lui nelle manovre dei Mari e dei Monti, ma ad un certo punto, se non è la pensione, è comunque l’arteriosclerosi o chi per essa a prenderti, hai voglia a essere artisti…. A me “Midnight” è piaciuto, non certo come Zelig o Manhattan, e forse non solo per merito di Allen, ma anche di Parigi (cartolina? perchè no? Per me, da vecchietto quale è, l’ha fotografata più che bene) e del suo stralunato protagonista (e la Cotillard col cappellino anni ’20 non conta nulla?!?!). Buon 2012.
Alessandro, io scrivo su questo sito perché lo ritengo libero, aperto, propositivo e originale. Io sono umile nelel cose che faccio e non ho mai avuto spocchiosità perché sennò sarei dove tanti con i quali ho lavorato sono dopo che ho insegnato loro un po’ di mestiere. le discussioni mi piacciono se oneste e animate, ma non offensive. Ti prego quindi di renderti conto che qui si possono fare i commenti più personali e liberi possibile!!! E ti auguro uno splendido 2012
prima di tutto volevo ringraziare TI per aver detto che forse non sono un brutto padre, non mi sembra cosa da poco in questi tempi…sempre a lui,
non so se ho trovato la mai strada, ma aver rischiato dio andare in GALERA per sostenere le proprie teorie, ESSER andato contro il normale, contro le multinazionali, di assicuro che altro che dubbi ho dovuto passare… ed aver rinunciato all’azienda di mio padre – avviatissima – perché il suo lavoro non era il mio, incominciano ad essere dei dati oggettivi.
ivan, TI, non lo conosco, per quanto riguarda gli errori di ortografia è una lunga storia di una “malattia” ma non credo ne che ti interessi, ne che sia interessante parlarne. come prendere per i fondelli uno a cui hanno amputato un braccio, che guida male, non mi sembra intelligente.
woody, se tu vedi solo che guardi e non oltre non puoi ridicolizzare gli altri, che al contrario tuo riescono a vedere.
probabilmente hai una visione molto “razionale” delle cose, ma non è per tutti così.
ti basta solo accettarlo.
i messaggi, li troverà sicuramente chi ha bisogno di trovarli, ma perché a bisogno di andare oltre. magari a te va bene la divisa che ti hanno montato addosso ( la società, il normale, la tua famila di origine) – affari tuoi.
e poi quest continua, infinita spocchiosita, che avete in questo sito, (tipo: secondo me molti di quelli che scrivono qui sopra, i film che cita Ivan non li hanno mai visti…)
fa capire la piccolezza delle persone che lo scrivono.
del film, non posso dire gran che della tecnica, ma per chi ha occhi non solo per guardare ma anche per vedere, auguro, ancora, buona visione.
Anche io…..ma davanti a tanta sapienza!!!!Ci illuminiamo per conto nostro e come più ci piace….è meglio.
per quel che mi riguarda li ho visti tutti…
La polemica su questo filmetto è esilarante!
Se Ivan è davvero così terribile come indica il suo pseudonimo, immagino quanto si stia divertendo!
Sono un amante di Woody Allen da sempre, lo sono andato pure a sentir suonare il suo jazz a Roma, per intenderci (ed anche lì fu una delusione immane!), ed anche io ho ovviamente visto i film che cita Ivan. Quando sono uscito dalla sala di Midnight in Paris, mi son sentito prima di tutto fregato! Si, avevo letto che era il film alleniano che aveva incassato di più degli ultimi 20 anni, ed ingenuamente avevo pensato che potesse essere perchè valeva qualcosa, e non perchè le masse di spettatori cinematografici sono sempre più disabituate al bello…Attenzione, anche io durante il film mi son sentito allietare dalla favoletta ben girata, ma oltre a questo non si va proprio! E’ bellissimo che qualcuno qui sopra addirittura abbia scritto che forse il film non è ben girato dal punto di vista tecnico, ma ci sono molti messaggi! Ahahhahah semmai la regia è l’unica cosa che sa ancora fare, Woody! Sono le idee che mancano! I messaggi li trova solo chi li vuol trovare, si chiama proiezione, e non ha niente a che fare col film proiettato! Bella la battuta, eh..? Quella poi del terzo occhio è insuperabile! L’ho riletta 3 volte perchè non ci credevo! Due topoi(leggasi plurale di topos…) classici infilati in un film con un espediente narrativo ridicolo (come fate a dire che sia bella l’idea della macchina che porta nel tempo, è banalissima!), 3 personaggi del passato orrendamente abbozzati che dicono banalità…questo sarebbe un percorso esoterico nel film? Grazie davvero per avermi fatto passare 10 minuti di risate! Mi son valse il prezzo del biglietto! Ah, provate a vedervi la Montagna Sacra di Jodo, o magari Solaris (non quello con Clooney) se cercate qualcosa su cui arrovellarvi ambendo all’illuminazione. O consolatevi, non so, con un “Ferro3”. Che questa di Woody è solo una favoletta di Natale, e il “Gatto con gli stivali” nella sala affianco poteva non fare molta differenza…
PS: secondo me molti di quelli che scrivono qui sopra, i film che cita Ivan non li hanno mai visti…
Buongiorno, sono curiosa e sono venuta a vedere a che punto eravate..No, non conosco assolutamente Alessandro purtroppo era proprio una risposta spontanea e anche casuale che ci crediate o no. Sono stata al cinema la sera prima e cercavo di capire cosa se ne pensava in giro,cercavo commenti sul web. Sono incappata in questa critica e certe frasi tipo:
“Se arriverà poi, con tanto coraggio e sprezzo del ridicolo, a dirvi che c’è anche un bel ritratto di città, be’ la cosa è parecchio grave”
“e infine vi dichiarerà che Midnight in Paris è un bel film, fateglielo firmare su qualche foglio che potrà tornarvi utile per metterlo spalle al muro in qualche futura discussione cinefila”, non mi erano proprio piaciute, le ho trovate esagerate. E la cosiddetta “difesa” di Alessandro era soprattutto perchè non sopporto chi si erge in cattedra, in generale ma ancora meno decidendo dell’esempio o meno da dare ai figli…degli altri. con questo vi saluto tutti e vi lascio alla vostra discussione ribadendo però che a me il film e soprattutto i messaggi che mi sono arrivati sono piaciuti anche se posso concordare con il dire che ci sono stati film migliori ma anche peggiori.
onestamente non ho alcun problema se il film vi è piaciuto; il problema semmai è vostro…
non ho alcun problema ad ascoltare le opinioni altrui, specie se sono in qualche modo sostenute da ragionamenti ponderati e non barcollanti.
accolgo volentieri le “espressioni di dissenso” di Andrea Marzi, Alessandro Marcolin, Matteo Mainardi, etc…
chi invece si pone come il primo Alessandro però meriterebbe solo un bel va… perchè è lui a pensare di aver capito tutto e a non accettare la mia recensione, anzi estendendo a “tu i film non li sai vedere” e amenità simili
Caro Alessandro Di Bartolomeo, intanto non ho mai detto che il film mi ha fatto cagare e aggiungo che non ci vedo niente di male se in una recensione si dice a chi incensa il film: “magari vatti a rivedere ste altre cose di Allen” che è il mio modo di promuovere il Bello…se poi te non vuoi raccogliere l’invito sei liberissimo di farlo
Trovo invece bizzarro l’intervento di Ti che giustifica gli errori di Alessandro come se si conoscessero…
Il codardo nello specifico sarebbe la Redazione, perché “il Terribile” non gestisce direttamente i commenti; ma può stare tranquillo, ché la Redazione, in tre anni, dei 2498 messaggi arrivati non ne ha mai cestinato nessuno… e non abbiamo certo intenzione di cominciare con Lei.
il codardo cancella i messaggi.bravo
A ivan secondo me la stai prendendo male tutta sta storia.Giustamente ognuno è libero di pensarla come vuole eh,il film a te ha fatto cagare,a me è piaciuto.e fino a qui,tutto bene,direi. Però c’è il fatto che la tua recensione ,con una certa saccenza da cinefilo autoelettosi quellochedicoioègiusto,prende di mira oltre al film tutti quei poveracci a cui malauguratamente suddetto film è piaciuto:mamma mia che erroraccio ivan!questa proprio l’hai toppata eh! che c’entra tutta quella povera gente,di cui mestamente e con la coda tra le gambe faccio parte? il film non t’è piaciuto,analizzalo con serietà ed un pò di ironia,ma lascia sta er popolo!
punto secondo, un buon critico;e ce ne vuole a essere un buon critico eh; è bravo ad accettare le critiche,soprattutto dalla povera gente chiamata in causa dall’articolo, a rispondere garbatamente e direi da persona adulta,non da “dummie”. a ivan! eh dai,tutto sto risentimento cagnesco! e offende per due errori di calligrafia…eddai su! sembra na chat di ragazzine gelose,che s’offendono per un brufolo di troppo…
medita
Caro Sig. Ivan intanto le auguro di non diventare mai presbite,in modo da non avere problemi con la scrittura. Anche perchè in questo sfortunato caso se li capitasse di incontrare uno come lei sicuramente ambirebbe fortemente a cambiare epoca!! E a parte il divertimento che si può provare a comportarsi tutti da arroganti io esprimo il mio parere:
Non è un film eccezionale,da un punto di vista tecnico, ma i messaggi che si affacciano sono numerosi. Tra questi uno è quello di cui parlava Alessandro,che non mi sembra poi un così cattivo esempio per sua figlia se le insegna a trovare la sua vera strada ….può sembrare una banalità forse a chi l’ha trovata e percorsa …..ma sarà vero o si è solo fortemente illuso di averla trovata? Perchè fino a che non si viene messi in dubbio non è facile averne la certezza. Poi mi ha colpito come WA ha trasformato in se stesso, scusate nel suo personaggio, anche Owen Wilson,balbetta cammina e si muove come si muove WA quando è attore.(nat. è una mia impressione).
Scusate l’intrusione sono capitata per caso e vado anche poco al cinema…….(così vi potete scatenare!)
e vorrei dirne un’altra: saranno importanti gli aspetti tecnici ma credo lo siano di più i messaggi……vogliamo discutere di quello sull’amore e l’attimo di immortalità declamato da Hemingway…..ma forse non sono argomenti da facebook’s time! Ormai sono presbite!
la libertà di commento è garantita a tutti e quindi mi dispiace se Ivan si adombra troppo. La sua analisi è corretta da un punto di vista logico e cinematografico, ma lascia che, a ignoranti come me (ma purtroppo non lo sono), il film sia piaciuto. Forse perché WA è il mio punto di riferimento e Manhattan il film della mia vita (con Odissea nello spazio, tranquillo) e che mi abbia colpito l’interpretazione della Cotillard e che soprattutto mi abbia molto colpito una frase messa in bocca a Hemingway: scrivi quello che senti forte dentro di te e combatti per esso. Forse dovevo dargli retta prima e avrei già pubblicato qualcosa… Il sogno è la cosa più bella che abbiamo, non vietatecela… E l’illusione di essere in linea con i tempi che viviamo è sempre un’illusione: o siamo troppo indietro o siamo troppo avanti, non ci va mai bene. Queste riflessioni le ho avute vedendo il film. Non le ho trovate in quello che i critici ritengono invece un capolavoro come “L’assassinio di Jesse James a opera del codardo Robert Ford”: quello sì insopportabile (in tv l’altra sera)
ciao!!|!
Io ho visto il film su internet e devo dire che ho retto per una quarantina di minuti e poi, dal momento che non avevo pagato un biglietto, sono “uscito dalla sala”. Premetto che sono un fan di W.Allen ma Midnight in Paris mi ha deluso. In quaranta minuti mi ha strappato un paio di sorrisi e ho trovato fastidiosi i “grandi del passato” . Anche Owen Wilson mi è sembrato fuori ruolo.
son preoccupato per tua foglia (cioè forse intendevi dire figlia…) di 12 anni. che bell’esempio che ha. Guarda il tuo primo post e chiediti se quello sia un modo civile e intelligente di relazionarsi.
inoltre posso capire i refusi e gli errori di battitura, però il tuo nuovo post è ridicolo (ambio, panello, gallerà…). e anche il senso conferma quanto sostenevo prima: te glorifichi il film perchè ci vedi un certo messaggio e con arroganza NON ammetti letture diverse, anzi insulti: “tu non sai vedere i film e io sì”!
Secondo me invece il film parla molto di “illusioni” (per i tempi andati, illusioni d’amore…) e la bionda con cui se ne va alla fine, A MIO MODO DI VEDERE, rappresenta un’altra probabile illusione del protagonista. Ma questo non cambia nulla, perchè è nello stile (che te ignori) che il film è modesto, a prescindere da quel che chiunque voglia leggergli.
UFFI!!
intanto vado a chiamare il telefono azzurro…
essendo io molto superficiale, visto che: che giudica i film per il messaggino che ci trova dentro come fossero un bacio Perugina
mentre al contrario chi scrive, dimostra la sua grande maturità con:a lui non rispondo.
avrei aggiunto un UFFI! (mia foglia vedo che lo scrive spesso) (mia figlia ha 12 anni)
tornando a federico: secondo me il film dice di aprire il terzo occhio. non voglio scendere nel new age, che sopporto molto poco. ma intendo dire di vedere in modo più ambio quello che è per noi, da quello che è giusto per noi. è normale, è scontato, da quello che è giusto perché è comunque un etichetta, da quello che è il nostro istinto più puro.
dal fare la nostra strada, da quella che un altro (mio padre, mia madre, la società ) si aspettano che io faccia. perché è normale, lo zio ti ha lascito il suo lavoro, certo, alle poste. magari io, nel mio più profondo sento di fare il xxxx
quando l attore alla fine dice, basta, questa non è la mia strada (anche se “normale” ed agiata) trova la cosa che sta a panello su di lui (la ragazza bionda secondo me è la rappresentazione estetica dell’amore per noi stessi, quando riusciamo ad esprimerci nella nostra, unica, forma.
penso spesso a galileo galilei ed altri con strade simili, che pur di andare in gallerà hanno detto, no. questo che consideriamo normale, non lo è.
hanemman che si è tolto la divisa da medico, preferendo fare il traduttore, perche cosi non poteva curare la gente, scoprendo cosi l’omeopatia.
ecco questo, non so se mi sono espresso bene, mi ha trasmesso il film.
andato se necessario anche contro il “normale”.
inizio a chiedermi se dalla prossima settimana fare due articoli: uno normale e uno “for dummies” dedicato a chi ,come il primo Alessandro non capisce il mio testo, il sottotesto, probabilmente nulla di cinema stando al fatto che giudica i film per il messaggino che ci trova dentro come fossero un bacio Perugina e in ogni caso è assolutamente incapace di argomentare il suo dissenso… a lui non rispondo.
agli altri sì: avete capito benissimo che per me è un Woody Allen minore, che non mi accontento (da uno che mi ha dato quei film che cito) di due ideuzze, di tre gag e così via e non posso neanche ragionare “siccome Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni faceva letteralmente cag…” allora questo mi sta bene o appunto pensare che va bene anche così perchè nella sala accanto passa Vanzina. No, non ci sto!
anch’io ho passato un’ora e mezza gradevole, ma non posso far passare sto film per una perla di divertimento ed inventiva come qualcuno sta incredibilmente sostenendo
Ho visto Midnight in Paris senza tante aspettative, non pensando a WA ma solo al film e… mi e’ piaciuto. Certo, nella tua critica Ivan ritrovo molti miei pensieri ma non credo che questi bastino ad etichettare il tutto come “non degno di WA”. Sara’ che l’ho visto in lingua originale ma mi sono divertitoed ho avuto di che pensare.
E’ vero, Midnight in Paris non rientrerà mai tra i capolavori di Woody Allen (che d’altronde i suoi film migliori li ha fatti parecchio tempo fa).
Ciònondimeno io non l’avrei affossato con tanta nettezza; è comunque una commedia godibile, bella l’idea del salto indietro con la macchina d’epoca che ti viene a prendere.
I personaggi sono molto stereotipati, questo è vero, ma nel complesso a me il film è piaciuto, se vuoi te lo metto per iscritto.
Caro Ivan, a me è piaciuto, anche se condivido il discorso dei colori mielosi, del tratteggio dei grandi personaggi a volte imbarazzante ecc. La considerazione che ho fatto uscendo è stata: rispetto agli ultimi film che erano veramente brutti, questo mi ha regalato un po’ di favola, sarà che è Natale… ero curioso di vedere come avrebbe giustificato il salto nel tempo. Devo dire che se l’è cavata alla grandissima. Perché non dire anche questo? E poi non si può chiedere a nessuno di mantenere quel livello per 40 anni, no?
Il messaggio sarà pure tra le righe e anche a me deve essere sfuggito e comunque se una commedia non fa ridere e riflettere a me annoia, c’è poco da fare. Aggiungerei, Ivan, che anche il doppiaggio in italiano è stranamente di “basso” livello. RIcordo poi (a titolo personale), che a radiopereira i commenti sono liberi, quindi ognuno, nei limiti della decenza, può scrivere ciò che sente, ricordo anche però che sarebbe opportuno portare motivazioni a ciò che si dice, (perché i commenti sono una ricchezza per un blog) invece di esprimere giudizi netti e severi, senza argomentare, su chi scrive post, che comunque si prende sempre la briga di spiegare e motivare i propri punti di vista e che invece si sente, a volte, rispondere con “insulti” o con pseudo-insegnamenti. A ognuno il proprio compito, vediamo di fare tutti la nostra parte: c’è chi scrive e c’è chi legge, c’è chi legge e poi commenta , ci sono i troll che abbondano sempre e poi ce n’è un ultimo: quello che gira alla larga dai blog che non gli piacciono. Quello è il mio preferito! P.S. per esempio Alessandro, io sarei interessato a capire da te qual è il “messaggio tra le righe” a cui accennavi.
ma il messaggio del film lo hai colto? quello che vuol far passare WA , LO HAI MINIMANTE VISTO? VISTO che il messaggio è tra le righe, e non fatto di numeri, ma di percezione, DIREI PROPRIO DI NO. un consigli, sarai anche un bravo cinefilo, ma occorre che impari a vedere i film oltre che guardarli. sai la differenza? penso ancora, PROPRIO DI NO.