Capitano SchettinoIeri su twitter l’hashtag (# per i neofiti) più utilizzato è stato responsabilità.
Si riferiva alla codardìa di un capo che aveva colpevolmente portato la grande nave di cui aveva il comando in un luogo molto pericoloso ignorando le più elementari regole di governo dei natanti. Il tutto per motivi e interessi personali (piccoli in ogni caso al confronto con l’entità della responsabilità che aveva).
Per fortuna un gruppo di ammutinati ha cercato di fare ciò che avrebbe dovuto fare lui, operare con senso del dovere per la salvezza di tutti. E’ dovuto intervenire un’altro capo, che si trovava a terra, in capitaneria di porto a Livorno, per richiamarlo ai dettami dell’etica della marineria.
Eh, avercela, un’etica.

Tornando a quella vicenda, che è anche una metafora, lo sciagurato comportamento del facilone codardo è costato undici vite umane, altre ventotto sono sospese nel limbo del termine “dispersi”.
Pare che nel mettersi in salvo fra i primi il capitano codardo abbia scavalcato donne, bambini e disabili. Prima lui, la sua vita, il suo interesse. Della grande nave e soprattutto dei suoi occupanti… #chissenefrega.
Ho un deja vu. Questa scena mi sembra di averla già vista negli ultimi anni.

A proposito di twitter, il sig. Gigi Fasolino ha fatto un tweet che chiarisce l’accostamento che sto cercando di proporvi:

#responsabilità

Pereira

12 Commenti

  1. x il dibattito

    Stanno emergendo ora, nei talk show e nei giornali, alcuni degli aspetti da me segnalati subito dopo l’incidente, riguardanti il problema delle dotazioni di sicureezza.
    Oggi ho sentito un paio di notizie, che, se pure confermano i miei sospetti, mi hanno lasciato esterefatto.
    -una turista, dal ponte del Concordia, si è accorta che la nave era pericolosamente vicina alla costa e ha avvertito di ciò per telefono la sua famiglia a Prato.
    I C.C. hanno intercettato la chiamata che così diventa una prova processuale.
    -è già stato acquistato, dalla marina mercantile , per le Capitanerie di porto, un complesso sistema di controllo satellitare delle navi crociera,dal costo di svariati milioni di euro.
    Ebbene ..non viene ancora usato perchè in fase di collaudo !
    Avendo a disposizione il sistema di controllo, la Capitaneria preposta al traffico della zona poteva accorgersi della diversa rotta e avvertire per tempo il Concordia.
    Poteva fare cioè, con mezzi sofisticati, ciò che ha fatto la turista di Prato col telefono !
    La Capitaneria non aveva mezzi per monitorare il Concordia e ora scambia accuse con Schettino reo di non averla informata della verità della situazione!
    Ma in che mani siamo?

  2. La concordia, specchio dell’italia e dell’italianesimo.Arenata ma scivolante verso la via del non ritorno,che vergogna!
    Incompetenza, irresponsabilità e leggerezza imperano in questa nazione, composta da servi di lunga data.

  3. Credo sia opportuno analizzare i dati oggettivi: una piccola nave (4200 persone a bordo circa) e’ fuori rotta sul mare piatto e sfiora un’isola alle 21 circa di una bella serata. Le condizioni oggettive sono quindi delle peggiori: siamo al largo di un oceano investiti da un’onda anomala e con condizioni meteo che peggio di cosi’ non possiamo immaginare! Se al momento dell'”incidente” le decisioni fossero state prese dando come priorita’ la sicurezza il tutto sarebbe stato probabilmente poco piu’ di una simulazione di evacuazione. La cosa che mi turba maggiormente e’ questa: veder diventare una tragedia cio’ che probabilmente sarebbe potuto essere solo uno spiacevole incidente.
    Come ripartire ora le responsabilita’?
    Il povero comandante a cui fa paura tornare sulla nave a lui affidata perche’ al buio, la compagnia che si vanta dei saluti (su rotte proibite) a luoghi turistici e suggestivi, chi dovrebbe aver maggior polso per far rispettare le regole, i passeggeri che valutano l’esteriorita’ e non l’essenza ….
    Credo che le normative ci siano, purtroppo in Italia finche’ non avviene una tragedia ci adagiamo sul piacevole ritornello: “cosi’ fan tutti e non e’ mai accaduto niente”

  4. @Andrea Zucchi

    Senza per nulla assolvere Schettino, anche se mi fa pena, penso che queste crociere costino poco ai turisti.
    Queste navi sono piene di lusso e attrazioni ma le dotazioni di sicurezza come sono?
    La frase di un impaurito Schettino che risponde a De Falco “ma qui c’è buio !” mi suona moltoooo male!
    Dunque non mi meraviglieri troppo se, dopo un incidente del genere, anche le normative sia sulla navigazione che sulla sicurezza delle navi crociera cambiassero profondamente.

  5. Delle volte uno pensa di dire delle banalità e vengono giù una serie di commenti… mi fa piacere, trovo solo po’ surreale un certo affaccendamento garantista nei confronti di una persona che da capitano di nave ha cercato e trovato la salvezza prima di persone indifese. Se uno fa il capitano deve sapere come si comporterà in determinati casi. Quello non è eroismo, è fare il proprio lavoro e assolvere con dignità i compiti del ruolo. Se non gli piace fa un altro mestiere. Se a uno dà fastidio il sangue non è necessario che faccia il chirurgo e un chirurgo che fa bene il suo lavoro non è un eroe anche se salva vite.

    Dimenticavo, su RP si era già parlato di “Che cos’è un eroe

  6. Dopo aver letto i giornali ed i vostri lucidi commenti mi sorge un’amara considerazione: in un paese dove l’inettitudine risulta così dilagante, l’essere all’altezza delle proprie mansioni e responsibilità è considerato eroismo.

  7. Che De Falco non possa essere considerato un eroe è quanto mai ovvio, ha fatto solo il suo dovere dalla sua “cabina di comando”. Sullo scellerato Schettino, c’è poco da salvare. Le ultime voci che girano sui media paiono addirittura alludere al fatto che al momento del disastro fosse impegnato con una ragazza, forse neppure registrata, forse clandestina, forse prostituta (forse accompagnata da cocaina?). Troppi forse ovviamente, ma la mano sul fuoco per Schettino non ce la metterebbe nessuno, penso. Tranne i suoi eroici compaesani che si sono addirittura lanciati nel confezionamento di uno striscione a sua difesa, esposto davanti a casa sua! Quelli che inquietano maggiormente anche me sono gli interrogativi posti da Gaioing: possibile che una nave da oltre 4mila posti non avesse quella dotazione di sicurezza, o peggio non la usasse? In questo caso le colpe dell’armatore (e di chi dovrebbe controllare su queste cose) supererebbero forse anche quelle di Schettino…

  8. Qui non è questione di eroi, però. Gli eroi li lasciamo nei libri o a quegli accadimenti storici che davvero hanno visto atti eroici… in questo frangente si chiedeva soltanto a dei professionisti di svolgere il loro lavoro nel migliore dei modi, tutto qui. Essere consapevoli del proprio ruolo ed esserne all’altezza. In altre parole di essere responsabili, parola che in Italia sembra aver perso di significato. Schettino dichiara di essere stato all’altezza e di aver salvato migliaia di persona. I fatti (fino ad ora) sembrano dimostrare il contrario, staremo a vedere. Ma quando poi tutto sarà accertato, per l’ennesima volta, forse, questo paese dovrà capire che non si può più improvvisare, che ai posti di “comando” devono essere messe persone competenti e all’altezza, e in questo mi trovo d’accordo con Pereira. E il discorso “al suo posto forse anche De Falco non sarebbe stato all’altezza” non regge; sono discorsi che non ci possiamo più permettere. E occhio a scomodare il garantismo, sempre e comunque, anche perché le vittime questa volta meritano rapida verità. E’ ora di diventare un paese serio. E proprio come Il Titanic divenne simbolo di quei tempi, credo che la sciagura della Costa Concordia diventerà simbolo e monito per noi tutti e di un certo modo di fare tipico italiano.

  9. @Mirko Fabbri

    Personalmente sono rimasto colpito da diverse circostanze.
    Possibile, ad esempio, che una nave come quella non fosse dotata di un sistema eco-scandaglio per individuare per tempo lo scoglio che ha creato la falla?
    Altra questione…possibile che le operazioni di soccorso sembra si siano svolte, prevalentemente, al buio ? Una nave come quella deve avere un elettrogeneratore di bordo che illumini, in caso di guasto generale, almeno i punti di raccolta!
    Infine… come fa un comandante a sovraintendere alle operazioni di evacuazione? Evidentemente deve avere un circuito di telecamere, sempre sotto elettrogeneratore,
    da cui possa monitorare tutti i punti di raccolta ed impartire veloci ordini all’equipaggio di evacuare rapidamente dai passeggeri in attesa ,i punti di raccolta che potevano diventare pericolosi! Da quel punto di comando lui può controllare e quindi lasciare la nave, col suo equipaggio, per ultimo!
    Ora l’inchiesta dovrà accertare tutti questi fatti, ovvero, oltre alle responsabilità di Schettino, anche quelle in materia di dotazioni di sicurezza
    della nave che spettano all’armatore.
    Schettino,al di là di tutto il resto, ha fatto l’errore di lasciare la rotta sicura nell’ avvicinarsi alla costa e, sicuramente, di lasciare la nave anzitempo.
    E’ pure probabile, e per questo merita umana compassione, che abbia perso la testa e con essa la capacità di comando.
    La questione dunque è complessa e non finisce nello schierarsi pro o contro il comandante.

  10. @mirkofabbri, forse oggi nevicherà, perchè sono d’accordo con te, per quanto mi infastidisca anche solo l’immagine (che ha saturato web e giornali) del ganzo abbronzato e sciupafemmine come lo chiami tu, quando la si mette sul piano umano (e specialmente in una situazione di estrema emergenza che potrebbe richiedere l’estremo sacrificio) non si può dare niente per scontato, neanche che De Falco al posto di Schettino si sarebbe comportato da eroe e non da codardo.

  11. prima che venga decretata la lapidazione sulla pubblica piazza di questo che sembra un ganzo ed abbronzato sciupafemmine, aggiungo altre suggestioni (trovate sui giornali di oggi) alle riflessioni di pereira, come sempre con la volontà sincera di allargare un po’ il campo visivo (e sperando che a nessuno possa sembrare il passatempo di un bastiancontrario):
    (…)Ovviamente facciamo tutti il tifo per De Falco, il capo assertivo della Capitaneria di Livorno che nella ormai celebre telefonata ordina al comandante Schettino, già inscialuppatosi verso la riva, di tornare sulla nave e comportarsi da uomo.(…)
    Eviterei però il gioco insistito dei paragoni: l’eroe contrapposto al vigliacco, l’italiano buono all’italiano cattivo, fino all’urlo autoassolutorio che ho letto su un blog: «Io sono De Falco». Anch’io. Anche Schettino, credetemi, se fosse stato sulla poltrona di De Falco sarebbe stato De Falco e avrebbe dato ordini perentori al se stesso vigliacco che tremava in mezzo al mare per la paura di morire.(…)
    Dall’Iliade a Harry Potter, l’eroe è colui – soltanto colui – che mette a repentaglio la propria vita. E non perché la disprezza (quello è il fanatico), ma perché è disposto a sacrificarla in nome di un valore più elevato: l’amore (a-mor, oltre la morte).
    Non escludo che l’ottimo De Falco sarebbe stato un eroe: il destino non gli ha consentito di mettersi alla prova. Dubito che lo sarei stato io e tanti altri che disputano sulla viltà di Schettino.”

    “(…)È difficile immaginare come il comandante Schettino riesca a sopravvivere alla sua mezzanotte di infamia, e bisogna tenerne conto: per lui, e per ciascuno di noi, che non potremo mai garantire per noi stessi, quando ci tocchi l´agguato della viltà. Perfino ascoltando lo sconvolgente colloquio registrato si può per un momento dubitare dello scandalo imperioso del comandante De Falco, che al sicuro di un ufficio sta parlando al luogo di un disastro (…)
    Ho passato l´infanzia in un ambiente di marina militare. All´educazione di un maschietto di allora non bastava il principio che il comandante sia l´ultimo ad abbandonare la nave: il comandante ideale, restato solo a bordo, avrebbe scelto di andare a fondo con la sua nave. Cercate negli archivi della Domenica del Corriere la copertina di Beltrame del 1940: “La nave mercantile italiana Giorgio Ohlsen urta una mina del Mare del Nord e affonda. Il capitano Giovanni di Bella organizza e dirige il salvataggio dei suoi uomini, operazione difficile perché la sciagura ha sorpreso la nave mentre i più dormivano. Quando tutto il possibile è stato fatto per la salvezza degli altri, il capitano non scende nella scialuppa che si allontana, ma si irrigidisce sul ponte di comando e si inabissa con la nave…”(…)”

    e se qualcuno dovesse scambiare questo intervento per una difesa del ganzo ed abbronzato sciupafemmine, giuro che non saprei come spiegargli che non è così senza ricorrere a qualche parolaccia! 😉

  12. Risulta davvero preoccupante quanto sia diffusa tra le sfere di comando (e non) la piaga berlusconiana dell’io sopra ogni cosa. In un primo momento confesso di aver pensato che fosse una prerogativa quasi prettamente italiana, ma non è così, infatti basta sfogliare un giornale qualsiasi per capire quanto poco siano tenute in considerazione nel mondo, non solo le esigenze, ma addirittura la dignità e (come in questo caso) la vita stessa delle persone…. vorrei tanto che tutto ciò mi costernasse… vorrei tanto non essere così abituato al brutto.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui