Non so bene come sia stato il tempo dalle vostre parti, ma dalle mie da diversi giorni sembra di essere finiti dentro a The day after tomorrow oppure nel bel mezzo de L’era glaciale e quindi i cinema sono rimasti chiusi o comunque irraggiungibili e quindi invece della spada laser, mi è toccato imbracciare la pala. Poco male, perché le proposte delle sale erano quasi integralmente di film che difficilmente andrei a vedere e vi faccio capire cosa intendo:

MISSION IMPOSSIBILE – PROTOCOLLO FANTASMA – Non c’è niente di più soporifero dei film d’azione americani in cui persone “normali” compiono gesti tipo rimanere attaccati con l’unghia del mignolo su strapiombi impressionanti, perdono la presa e dopo una caduta di centinaia di metri afferrano al volo l’unico spuntone di roccia presente e ovviamente si salvano senza scomporsi neanche la pettinatura. Film terribili, senza quel minimo di ironia che gli renderebbe terribilmente divertenti (si vedano ad esempio le gesta dello strepitoso Machete); come se non bastasse gli sceneggiatori di questo tipo di film si divertono (loro sì, noi meno) a costruire trame intricatissime piene di doppi e tripli giochi dei quali… non ci interessa nulla dato che la fine è arcinota. Secondo me sono il migliore sonnifero esistente e a questo punto sono meglio, ma molto meglio, tutti i supereroi con le loro caratteristiche e problematiche.

THE IRON LADY – Quando l’imitazione diventa limitazione: se fosse indetto un concorso per sosia di Margaret Tatcher e fra i partecipanti ci fossero Meryl Streep e la VERA Lady di ferro è probabile che costei arriverebbe solo seconda e a vincere sarebbe l’attrice (e c’è poco da ridere perché sta cosa successe davvero a Charlie Chaplin, battuto in un concorso di imitatori di Charlot…). Il succo è che quando il cinema vuole essere più vero del vero e rinuncia ad essere interpretazione/trasfigurazione della realtà (ammesso che ne esista una) a (s)vantaggio di una impossibile obiettività è deprimente. I biopic corrono spesso questo rischio, ma per fortuna esistono anche eccezioni come, ad esempio l’eccellente Io non sono qui in cui Bob Dylan è frullato in un caleidoscopio di visioni e persone; discutibile, ma sicuramente interessante e stimolante. A operazioni come quella che regalerà il sesto Oscar alla Streep, allora preferiamo anche documentari incalzanti e complessi come Bhutto.

COM’E’ BELLO FAR L’AMORE – L’arrivo di Fausto Brizzi nel nostro cinema deve essere stata una punizione divina per tutti quelli che, come me, si lamentavamo di Vanzina e anche la dimostrazione vivente che al peggio non c’è mai fine. Ma ora abbiamo imparato la lezione e quindi cercheremo di trattenerci e di tenere per noi il nostro pensiero sul nuovo “Re Mida” della neo-commedia all’italiana, perchè altrimenti non sapremmo davvero che cosa aspettarci dopo…

Per completezza di informazione va detto che in altre sale si segnalavano le presenze anche di film come 40 carati e La verità nascosta, ma direi che lo spettacolo della neve in città era decisamente più affascinante. Ma guardiamo avanti dato che per fortuna il prossimo week-end il tempo sarà migliore e si potrà tornare in sala anche perché le uscite interessanti non mancano: dal nuovo di Steven Spielberg (War horse) a quello di Alexander Payne (Paradiso amaro con Clooney) e poi In time (diretto da Andrew Niccol, il bravissimo autore di Gattaca) ed infine …E ora parliamo di Kevin, sul rapporto genitori-figli con Tilda Swinton, “donna di ghiaccio”. E il cerchio si chiude.

 

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