Quando ho visto fra le prossime uscite in arrivo nelle sale anche il film Hunger di Steve McQueen sono sobbalzato sulla sedia; mi è sembrato di sognare e mi son detto: “sta a vedere che i distributori han deciso di rischiare qualcosina e vogliono provare a dare un senso artistico alle loro proposte…”. Il film in questione è infatti l’opera prima di Steve McQueen (e chi sta pensando all’attore dalla vita spericolata è meglio che giri al largo) interpretata da Michael Fassbender.
In pratica la stessa coppia di Shame, uno dei film più discussi dell’anno e, nel suo piccolo, un fenomeno che ha generato anche forti contrasti fra chi lo ritiene un film immenso e chi, come il sottoscritto, è rimasto un po’ più freddino, seppur vada ammesso che il film ha stile e propone una visione dei personaggi, e soprattutto di una città (New York), decisamente efficace e non banale (come esempio opposto si veda la Parigi di Woody Allen e, si dice, anche la sua Roma…).
Detto questo Hunger è un film del 2008, che, seppur premiato a Cannes, non era riuscito a trovare la via delle sale, forse perché un film profondamente politico come questo non interessa(va) a nessuno; nel particolare vi si narrano le ultime sei settimane di vita di Bobby Sands, ufficiale comandante dei prigionieri dell’IRA, nel carcere di Long Kesh morto in seguito allo sciopero della fame nel 1981.
Film da vedere. Punto e basta.
Ma come dicevo sarebbe una piacevole sorpresa pensare che i distributori inizino a pensare alla possibilità di recuperare film ingiustamente rimasti invisibili sfruttando il successo di altre opere; ad esempio Drive potrebbe fornire la benzina per portare in pista anche tutto il resto dell’opera di Winding Refn, dalla trilogia di Pusher fino al noir Fear X e consentendo anche a Valhalla Rising di godere del grande schermo.
Oppure The artist potrebbe dar voce anche alle opere precedenti di Haznavicius (ovvero la serie dell’agente segreto OSS 117, sempre interpretato dal fascinosissimo Jean Dujardin).
Questo tipo di operazioni sarebbero molto apprezzate dal pubblico cinefilo, ma, se adeguatamente supportate, potrebbero anche fornire alternative al pubblico “normale”, ormai in drastico calo e abbastanza stanco (i numeri parlano chiaro) di supereroi, commedi(acc)e e film prodotti in fotocopia.
Insomma dovrei fare i complimenti ai distributori (quelli della Bim) e augurar loro un ottimo risultato per Hunger, che arriverà nelle sale il 27 aprile. Poi però scorro il calendario e realizzo che il primo maggio arriva in Italia il superblockbuster Hunger Games (di cui ho scritto un paio di settimane fa) e sono assalito da un tragico sospetto: non è che alla Bim abbiano avuto la “geniale” pensata di sfruttare la pubblicità del (quasi) omonimo film americano e accodarsi così a un bassissimo gioco di assonanza sui titoli che era già pateticamente utilizzato negli anni ’70 specie nel mondo del porno?
Bah, i dubbi permangono, intanto però Hunger andatevelo a vedere!
Ivan il Terribile