Ogni lunedì leggiamo, analizziamo, commentiamo i fatti di cronaca e i grandi temi dell’attualità politica e sociale con un “editoriale”, o meglio una “distorsione”, facendo parlare una canzone, un autore o un album.
Di per sé potrebbero non sembrare cose interessanti o determinanti in un panorama che è ogni giorno più serio e più grave di quello che noi stessi possiamo pensare e soprattutto di quello che i governanti spesso ci fanno credere. E così, se la notizia arrivata come un macigno che a fronte di una inflazione sul tre e mezzo per cento gli stipendi italiani crescono solo poco più dell’1, con una perdita del potere d’acquisto massacrante, è comunque importante capire quel che succede anche all’estero, in Paesi che sono nostri amici e alleati in Europa e che vivono situazioni strane e non sempre leggibili. Parlo di Spagna e Gran Bretagna, uniti dall’essere monarchie costituzionali nelle quali i loro monarchi devono non governare, ma assicurare il decoro e l’onorabilità della nazione. Sia a Madrid sia a Londra le cadute di stile si sono moltiplicate, e non solo perché Juan Carlos di Borbone, voluto da Franco e poi capace di sedare il colpo di Stato del colonnello Tejero con le truppe pronte per conquistare la capitale e che si sono fermate “perché il re ci ha chiesto di non farlo e mantenere il governo civile”, si è ritrovato vecchio e un po’ malandato, ma senza perdere la sua fama di donnaiolo impenitente e andandosene a caccia in Sudafrica in un momento di grave crisi del Paese – in più pagato da un miliardario orientale e accompagnato da una principessa tedesca quarantenne – mettendo a repentaglio a livello popolare il suo trono; ma soprattutto perché stanno venendo fuori le malversazioni di un suo genero e cominciano a essere chiamati a testimoniare anche membri della sua famiglia. Poteva non sapere, il re, che il marcio stava penetrando a Madrid (e non solo in Danimarca, come recita Amleto)? Certo, i problemi del governo Rajoy sono ben più seri delle presunte malefatte del Borbone, ma la Spagna non ci fa comunque una bella figura.
E neppure la corona britannica vive un periodo fantastico. Ci si doveva mettere anche Pippa Middleton, parvenue della famiglia reale come ingombrante sorella della novella Diana, a fare impazzire i paparazzi proprio nella città della morte di Lady D. E ci voleva questa strisciante attività di Elisabetta che mostra ogni giorno di più di preferire William a Carlo come futuro regnante, senz’altro più presentabile del padre per un rinnovamento della monarchia e soprattutto un avvicinamento alle istanze dei giovani. Il regno britannico, così ancora espanso nel mondo, deve poi fare i conti con un governo che annaspa in Europa e annaspa anche in casa propria: gli ultimi sondaggi danno il premier conservatore Cameron nettamente sotto rispetto ai laburisti. Toccherà ancora una volta a Elisabetta mediare per il bene del suo Paese.
Spagna e Gran Bretagna ci fanno un poco dimenticare i mali di casa nostra, ma è una magra consolazione: tutta l’Europa va male e davvero rischiamo di non sapere più a che santo votarci. Dentro e fuori di noi.
Per consolarci un campione, almeno la musica ci tira su: Caetano Veloso e “Cuccuruccucu Paloma”, dedicato a chi sa attendere il proprio turno nella vita.
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Riccardo Iannelo
Il prossimo appuntamento con Distorsioni sarà lunedì 30 aprile