Da un lato c’è Alice Munro, dall’altra Jonathan Franzen. Lei è canadese, lui è americano. Lei è una donna, Lui è un uomo.
Entrambi raccontano i lati oscuri delle famiglie.
Entrambi ci spiegano come a volte non esistano correzioni ai legami familiari.
Cosa mi consente di paragonare l’autore de “Le Correzioni” alla creatrice di “Nemico, Amico, Amante”?
Una cosa sola: la sensazione provata del leggere i loro libri.
In “Nemico, Amico, Amante”, romanzo di Alice Munro composto da nove racconti, si raccontano nove rapporti umani.
Storie semplici, quotidiane, chiare, ma allo stesso tempo drammatiche e intense, come solo possono essere i rapporti affettivi all’interno delle famiglie.
Incomprensioni, incompatibilità caratteriali, scelte di vita diverse, tradimenti, l’effetto di una malattia sugli equilibri dei rapporti: nessuna trama da fuoco d’artificio, nessuna storia fantascientifica, solo tematiche normali e la realtà della natura umana nuda e cruda.
Emozioni che rimandano proprio a “Le Correzioni” (e anche a “Libertà”) di Jonathan Franzen.
Un meraviglioso libro corale per la forma, ma non corale nel contenuto. Ogni personaggio del romanzo – la coppia Albert ed Enid, i figli Chip, Gary e Denise – è infatti solo, con il suo malessere e i suoi problemi.
E l’imposizione di un ultimo pranzo di Natale insieme non cambia e non accenna a far superare i rapporti tesi e problematici all’interno e fuori della famiglia.
Sono questi i lati più veri dei romanzi: comprendere i limiti dei rapporti familiari e accettarli.
I finali dei racconti e di Correzioni possono disorientare i più felici, ma emozionano coloro che li hanno vissuti realmente.
E la sensazione finale è una motivazione quasi utilizzabile come giustificazione.
Le situazioni a volte non solo non possono cambiare, ma l’infelicità insita nei rapporti familiari potrebbe non essere sanata, anzi è spesso sbagliato pretendere che lo sia.