A giugno il cinema in Italia va in vacanza (o quasi) e così farò anch’io. La prossima settimana arriverà la pagella del secondo quadrimestre, oggi voglio occuparmi delle scelte del pubblico, esercizio a mio parere significativo se fatto discostandosi dalla semplice, lineare e banale lettura delle prime dieci posizioni. La prima cosa da dire è che rispetto alle ultime annate gli incassi sono in evidente ribasso, nonostante l’aumento surrettizio del costo dei biglietti dato dal fenomeno del 3d. Facile dare la colpa alla crisi, ma l’impressione è che manchi un’offerta capace di entusiasmare le persone e dar loro una valida ragione per alzarsi dal divano e investire tempo e denaro per recarsi in sala.
Entro nello specifico partendo dal film più visto dell’anno, Benvenuti al Nord che con i suoi 27 milioni di incasso (contro i 43 di Zalone campione della passata stagione e i 60 di Avatar, dell’anno prima), un paio di anni fa non sarebbe arrivato neanche sul podio…
Passiamo alla top ten: balza agli occhi come fra sequel (Benvenuti al Nord, Immaturi, Sherlock Holmes, Kung fu panda, Twilight) e spin-off (Il Gatto con gli stivali, The Avengers) e derivati (Vacanze a Cortina e I puffi), l’unico titolo davvero originale è quel Quasi amici, che aveva già fatto sfracelli in patria e che è forse l’unico film dell’anno che ha contato su un passaparola clamorosamente positivo (come successe l’anno scorso a Il discorso del re).
Il film francese è una commedia pensante, un genere che guadagna tante posizioni (si vedano gli ottimi risultati di Woody Allen e la tenuta di Carlo Verdone) rispetto a quella completamente disimpegnata che fa registrare la debacle del cinepanettone (che ha superato appena i 10 milioni), di Pieraccioni e i risultati deludenti di comici paratelevisivi come Ficarra e Picone, Fabio De Luigi o il Giovanni Vernia della famiglia Zelig, e anche della Littizzetto di E’ nata una star per non parlare degli ultimi Vanzina (Ex e Buona giornata), del Matrimonio a Parigi con Boldi e del Bar Sport con Bisio (la cui presenza non è quindi garanzia di successo); unica vera sorpresa in questo campo è quella de I soliti idioti e ne avremmo fatto volentieri a meno. Non vanno meglio gli stranieri, se pensiamo ai piccoli numeri racimolati da Mr.Bean con Johnny English-La rinascita, da Jim Carrey con I pinguini di Mr.Popper e dal supercast di Capodanno a New York.
Detto della commedia in ritirata va invece sottolineato il vero e proprio tracollo del genere horror, incapace di reinventarsi e di proporre nuovi fenomeni all’orizzonte, tanto che il primo a far capolino è solo al posto n° 72 (si tratta de L’altra faccia del diavolo); ma anche generi storicamente più forti sono in crisi: il thriller (quasi assente del tutto dai primi 100 posti e che fa registrare i flop clamorosi di Millennium e La talpa!!!), per non parlare dell’action che vede Mission impossible solo 26°con meno di 6 milioni di incasso e peggio ancora fanno La Furia dei titani, Battleship, Ghost rider e John Carter. Insomma non c’è 3d e supereffetti che tengano, il pubblico si è stancato del fracasso e nel trambusto non riesce neanche a distinguere laddove il livello si alza (vedi alla voce Hunger games o Drive che portano in sala molte meno persone di quanto auspicabile).
Anche i cartoon non sono più garanzia di successo e nessuno riesce a fare il botto.
Discorso a parte e diversificato merita il “cinema d’autore“: quello più strettamente d’essai in sostanza non (r)esiste, viene visto dai pochi cinefili superstiti e raccoglie le briciole. Va invece piuttosto bene quello dei grandi registi: Scorsese e il suo Hugo, ilCarnage di Polanski, ma anche le ultime opere di Cronenberg, Von Trier, Eastwood, Sorrentino, Clooney e Almodovar sono andate tutte piuttosto bene e questo non può che essere un segnale positivo, così come il clamoroso risultato di Titanic (16° in classifica con 8 milioni di incasso!) che fa pensare come i grandissimi film siano davvero inaffondabili.
Ivan il Terribile