Caro dottor Crepet,

innanzitutto grazie della Sua risposta, anche se il nostro intento era quello di sollecitare non tanto il Suo rincrescimento quanto una reazione di quegli interlocutori istituzionali che si sono fatti promotori della tappa pesarese della sua “tournée del dolore”, termine da noi evitato ma molto efficacemente utilizzato dal Carlino, efficacia che un bravo comunicatore come Lei non può che apprezzare.

Le siamo grati perché nella sua replica sintetizza involontariamente il problema che volevamo sollevare. Lei scrive: “Tante persone non hanno i soldi per uno psicoanalista, specialmente con la crisi. (…) Io cerco di rispondere alle domande del pubblico per trovare una soluzione  alle loro necessità.”

Ecco, lo schema che propone è: o hai i soldi per lo psicoanalista o vieni a teatro da Crepet (oppure sintonizzati su “Porta a porta” stando comodamente seduto sul tuo divano).

Troviamo che questa impostazione sia umiliante per il nostro Paese e per il nostro territorio. Mentre vorticano centinaia di migliaia di euro nel fatturato della vendita mediatica della felicità, nella nostra città e provincia si continuano a tagliare risorse e ore nei servizi pubblici territoriali a cui certe risposte sarebbero delegate dalla Costituzione. Dal Suo orizzonte – e purtroppo non solo dal Suo, dottor Crepet – questi compiti e doveri pubblici sembrano spariti, o ti rivolgi a un privato o ad un altro privato. Noi siamo liberi professionisti ma invochiamo un servizio pubblico efficiente. Per tutti.

 

Dare aiuto alle persone che soffrono non è un atto di carità ma un dovere laico e solidale oltre che un saggio atto amministrativo ed economico. Spendere qualcosa oggi in assistenza pubblica e formazione vuol dire risparmiare domani in sofferenza e cure molto più costose. E non parliamo solo di soldi. Certo, non dovrebbero essere dei liberi professionisti a parlare per primi in questi termini ma in quanto medici e psicologi non ci sono estranei senso civico e di bene comune.

 

Per finire, come Lei rimarca, non abbiamo scritto neanche la metà dei suoi libri ma ciò non ci impedisce di formulare una critica con la nostra testa, se adeguatamente argomentata. Inoltre Lei converrà, a proposito di libri, che la loro qualità non dipende dal numero di volumi dati alle stampe o dalle copie vendute ma dal valore di quello che c’è scritto, che non è nostra intenzione discutere in questa sede perché non è problema che ci interessa. Lei è venuto a Pesaro due volte e passerà. I problemi delle persone che cercano risposte rimarranno tutti qui, ogni giorno di più.

 

Caro dottore, Lei è libero di pensare che la nostra lettera sia stata motivata dall’invidia, nel frattempo noi ringraziamo Lei e il Carlino che ci avete dato occasione di parlare dei veri motivi che ci stanno a cuore e ci hanno spinto, mentre ogni lettore sarà libero di farsi la sua opinione.

 

Dott. Andrea Marzi

Dott.ssa Francesca Scicchitano

7 Commenti

  1. Cara Morena,
    le auguro che la vita sia sempre gentile con lei.
    Ho incontrato troppo spesso persone che hanno ritenuto di saper giudicare ogni situazione e non hanno neppure cercato di vedere con sguardo diverso le cose e con le loro sentenze hanno ferito e lacerato.
    Quando si ha a che fare col dolore ci vuole prima di tutto tanto rispetto.
    La mia non e’ invidia ne’ coda di paglia, la sua cos’e’?

  2. La vita mi ha portata talvolta a percorrere lunghi tratti sulle strade del dolore. Mentre la devastazione interiore si compiva trovavo grottesco ed oltraggioso vedere come alcuni programmi “speculavano” usando e sbandierando il dolore (spero inventato) altrui sottraendo ai protagonisti anche la dignita’ ed il pudore. Credo che tournée come quella del dott. Crepet possano, in questo contesto culturale, spostare il bersaglio dal cercare di superare i propri problemi ad usarli per essere al centro dell’attenzione e avere un attimo di notorieta’.
    Quanto attorno a te tutto si sgretola e ti trovi impotente ad affrontare momenti decisivi hai bisogno di una salda e competente mano tesa che ti possa ridare in mano la bussola necessaria per orientare le tue decisioni.
    Ora che mi sono allontanata del sentiero del dolore, provo ad utilizzarlo per comprendere coloro che ancora vi camminano e a creare piccole occasioni che con il dialogo ed il confronto possano sostenere chi sta attraversando momenti difficili ed indicare le strade dove poter trovare soluzioni vere.
    Credo che ciascuno si debba migliorare nella solidarieta’ per contrastare l’individualismo che costantemente ci viene instillato e nell’idea di voler avere un buon servizio pubblico in ogni settore contrastando l’idea che nel pubblico ci siano solo i fannulloni.
    Per chi, come me, lavora nel pubblico vincere anche la sfida quotidiana del fare il proprio lavoro al meglio. Anche se mai verra’ riconosciuto.

  3. Cara signora Morena, l’ipotesi di essere attaccati in quanto invidiosi – identica a quella del collega – è stata attentamente valutata prima di inviare la lettera. Siamo sicuri che leggendo con serenità i nostri rilievi e la ricchezza degli argomenti Lei saprà trovare anche altro. 

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