Lisbona è un amore, da qualsiasi lato la si guardi. E i poeti di Lisbona, di ogni secolo, rappresentano un lato straordinario di questa città adagiata su sette colline che si bagnano sul Tago. Facile, dico io, prenderne ispirazione. Poi c’è la musica, e anche quella è poesia. E diventa musica anche, consapevolmente o inconsapevolmente, anche l’opera di grandi maestri.
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José Saramago è il sommo fra essi, anche perché l’unico scrittore di lingua portoghese che ha finora vinto il Nobel per la letteratura. Non ha scritto fados, ma ha scritto tanti temi che lo sono diventati. Uno di questi è “Fado Adivinha”, che Misia ha presentato in un suo straordinario album, che si intitola appunto “Fado”. A Lisbona è ormai d’obbligo visitare la Fundaçao Josè Saramago in Campo das Cebolas, nell’antica Casa dos Bicos, monumento che ha avuto nuova vita con il museo dedicato allo scrittore di Azinhaga, scomparso nel 2010. Una ricostruzione contemporanea dentro un contenitore che ha mantenuto il suo impianto medievale. E poi libri, fotografie, riconoscimenti di un uomo che ha fatto grande il Portogallo. Mentre Misia ha fatto grande con la sua interpretazione il brano molto intrigante di Josè. Ma nell’album non è l’unica perla letteraria. Ecco che avanza Antonio Lobo Antunes, “Avversario” di Saramago.
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“Nasci para morrer contigo” ha un ritmo incalzante. L’autore nelle sue opere fa sentire la provenienza culturale: la vita in Africa specialmente nella prima produzione e gli studi di medicina prima e di psichiatria dopo. Lo scrittore settantunenne ha una narrazione molto complessa, ma non per questo meno attraente. Più poetico è David Mourao Ferreira, creatore di liriche sensazionali musicate, come questa, da Alain Oulman e portate al successo internazionale da Amalia Rodrigues. Mourao Ferreira, pregevole studioso di Petrarca, ha vissuto in Italia, ad Arezzo, la rivoluzione dei garofani: quel 25 aprile 1974 era nella città toscana proprio per un convegno su Petrarca! Qui ascoltiamo “Nome de Rua”, presente anche nell’album di Misia. Ma a proporla invece è Celia Leiria in una casa di fado. Alla guitarra portuguesa l’ottimo Pedro Amendoeira.
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Dicevamo che inconsapevolmente tutti i grandi letterati portoghesi hanno partecipato al successo del fado. Ovvio che Luis Vaz de Camoes, morto nel 1580, non potesse prevedere che 250 anni dopo Lisbona avrebbe conquistato una sua cifra musicale col fado. Penso però che il “cieco”, dall’alto della bella statua che domina la praça a lui intitolata e tutto lo Chiado, capisca, dall’appassionato vai vai dei lisboeti e dei turisti, che la sua figura è molto apprezzata. Amalia ci ragala questa interpretazione di “Com que voz”.
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E allora che cosa dire di Fernando Pessoa, che fra i due secoli del fado ci ha vissuto, ma che aveva tante altre aspirazioni, quella di essere, attraverso i suoi eteronimi, immortale. Lo è, statene certi, e piano piano che dai suoi bauli escono perle sempre migliori per comporre arditi mosaici di parole, tutto il mondo dovrà convertirsi alla sua grandezza. E così non lo spoglieranno più solo autori di canzoni (da noi Fossati e Vecchioni, per esempio), ma lo terranno sul comodino tutti coloro che amano la buona lettura. E il buon ascolto, come quello di Mariza in questa strepitosa “Cavaleiro Monge”.
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Un giudizio finale? Una sola considerazione nelal quale forse mi ripeterò, ma che considero esiziale: Lisbona è una città musicale, letteraria, boemia, decadente, affascinante, moderna e romantica, le ha tutte, insomma, per piacere e intrigare sempre di più. Come fa il suo fado.
PS: stasera consiglio ancor di più “Sostiene Bollani”, su Raitre in seconda serata. Fra gli ospiti c’è Mafalda Arnauth.
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Mafalda è un’amica e una cantante impegnata a rivelare la contemporaneità del fado senza dimenticarne le origini. Si deve anche a lei se la musica portoghese è sempre più amata in ogni altro Paese, europeo e non. Buon Ascolto.