«Era siciliano,» disse «e i siciliani, oramai da anni, chi sa perché, si ammazzano tra loro».

UNA STORIA SEMPLICE, Leonardo Sciascia, 58p – 1 ora e 10 minuti

Potrei dirvi che Una storia semplice è un poliziesco formidabile, che vi terrà incollati alle pagine per tutta l’ora e dieci minuti della lettura; potrei continuare dicendovi che sarebbe proprio ora che leggeste un libro di Sciascia e questo sarebbe perfetto, dato che Il giorno della civetta e A ciascuno il suo proprio non vi inspirano (e non rispondete che però avete letto Uno, nessuno e centomila, perché non vale). E ancora che Una storia semplice è uno straordinario affresco della Sicilia dei poteri forti: criminalità, mafia, intrighi, sotterfugi, droga, politica, chiesa, forze dell’ordine; oppure dirvi che, su testamento dell’autore, fu pubblicato il giorno della sua morte, il 20 novembre 1989. O ancora, che è ispirato a un fatto realmente accaduto: il furto della Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi, di Caravaggio.

Ma tra tutti i motivi che potrei elencare, ecco il mio preferito: un indirizzo.

Il brigadiere prese il pezzo di carta su cui aveva scritto nome e indirizzo, lesse:

«Giorgio Roccella, contrada Cotugno, dal bivio per Monterosso, strada a destra, quattro chilometri; quindici da qui».

Non è meraviglioso?

Federico Tamburini

pubblicato per la prima volta su finzionimagazine.it

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