Come ogni anno, novembre è il mese in cui vengono assegnati i premi Amalia Rodrigues. La manifestazione è giunta all’ottava edizione ed è uno dei tanti momenti in cui Lisbona, nel prestigioso teatro Sao Luiz, ricorda la regina del fado. Indissolubile legame, quello fra Amalia e la città, di cui rimane uno dei simboli più riconosciuti. E proprio per questo, il premio rappresenta un viatico assoluto epr chi lo riceve, soprattutto per chi vince il “premio rivelazione”. Quest’anno è toccato a Gisela Joao. Eccola in “Maldiçao (fado cravo)”, accompagnata da tre che rivelazioni non sono, ma sicurezze: Guillerme Banza alla guitarra portuguesa, Pedro Soares alla viola e Nando Araujo al basso.
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Amalia… Quante storie legate a questo personaggio. Lei è riuscita a varcare i confini del Portogallo e unire il mondo dando alla musica popolare, a tutta, l’importanza che deve avere: collante fra la gente, inno riconosciuto all’unità nazionale. La Rodrigues lo ha fatto non solo per la sua nazione, ma per molte altre, Italia compresa, dove ha cantato “Maremma amara” o “Vitti na crozza” con lo stesso impeto e amore. Tante volte, qui, abbiamo tentato di dire che fare classifiche del dopo Amalia è inutile, tutte le grandi e attuali interpreti del fado hanno preso qualcosa da lei cercando di andare oltre seguendo le lezioni della musica internazionale. Ma dentro di loro tutte sanno che Amalia è irraggiungibile. Migliore interprete in questa edizione dei premi è stata indicata una voce classica del fado lisboeta, Maria de Nazarè. Eccola in uno dei brani più profondi di Amalia, “Trago fado nos sentidos”.
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Amalia, la cui famiglia era originaria della Beira Baixa, è figlia della Mouraria: vi è nata, in rua Martim Vaz, nel luglio del 1920 e a 19 anni era già conosciuta negli ambienti del fado dove era considerata una grande promessa. Quando nel ’45 uscì il suo primo disco, quella considerazione divenne certezza e da allora è nata la stella che ha lancioato questo genere in giro per il mondo. Ma Amalia non si è mai dimenticata di Lisbona e la sua casa di rua Sao Bento era diventata cruciale per la vita sociale e culturale della capitale portoghese. L’onore capitato a Rodrigo Costa Felix, che ha vinto il premio per l’album dell’anno, “Fados do amor”, è quindi di quelli che non si possono dimenticare. Lo ascoltiamo in “Amigo aprendiz”: alla guitarra portuguesa la moglie, Marta Pereira da Costa, la prima donna a questi livelli nello strumento tipico del fado.
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Amalia è stata musa di poeti. Fra i maggiori, Alexandre O’Neill e David Mourao-Ferreira, che per lei scrissero versi indimenticabili musicati da un grande compositore, Alain Oulman. Questa sinergia dette al fado una platea più vasta che includeva anche gli appassionati della musica colta, ai quali gli arrangiamenti di Oulman portavano una armonia perfetta. Ma Amalia non ha mancato di cantare Pessoa, morto nel 1935 e dalla cui produzione sono stati tratti brani importanti, come questo “Caia chuva do ceu cinzento”, interpretato da Teresa Tarouca, premio Amalia 2013 alla carriera.
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Nella serata del premio Amalia, da questa edizione è stata inserita una nuova categoria, il premio Saudade “Lembrar para recordar”, in pratica il premio alla nostalgia “Ricorda di ricordare” che ha onorato un’altra grande cantante portoghese, Herminia Silva, scomparsa nel 1993. La tv di Stato Rpt le ha dedicato giorni fa una puntata del suo bel programma “Memoria”. Eccola Herminia Silva in “Marujo de Lisboa”.
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In bilico fra nostalgia e futuro, il fado dimostra ancora una volta di essere più vivo che mai. E questo continuo rimando alla figura di Amalia non è piangersi addosso e riflettersi nel passato, ma guardare al futuro cogliendo sempre i momenti migliori. E se le foto di Amalia continuano a ornare i muri di Lisbona e giganteggiano rispetto alle altre, è solo perché se la ventata di novità nel fado è conosciuta in tutto il mondo il merito, in fondo, è suo. E le leggende è vietato dimenticarle.