Dalla “Milano da bere” alla “Milano No”
Chi non ricorda la scena del film “Johnny Stecchino” dove lo zio di Maria conduce in auto, per le vie di Palermo, un trasognato Roberto Benigni, stilando l’impietoso e incompleto elenco delle piaghe che affliggono Palermo e la Sicilia tutta? Memorabile!
“La tezza e più grave di queste piaghe, che diffama la Sicilia e Palemmo agli occhi del mondo, lei ha già capito, mi veggogno a dillo, è il ciaffico! Cioppe machine. E’ un ciaffico tentacolare, votticoso, che ci impedisce di vivere e ci fa nemici, famija contro famija. Cioppe machine!”.
Quante volte ci è capitato di lamentarci dei problemi della città in cui viviamo? A pensarci bene credo che sia un esercizio quotidiano inevitabile. Se non si tratta della viabilità ce la prendiamo con la fila all’ufficio postale oppure con i cani che sporcano con le loro deiezioni. Gli spazi verdi non sono sufficienti, la città non respira, il cemento finirà per seppellirci tutti. Il programma di prosa del teatro della mia città non è mai al passo con i tempi e il comune non incoraggia le iniziative culturali, soprattutto se a organizzarle sono i giovani. Quando poi riesce nell’intento non è che queste iniziative siano poi così seguite, ma questa è un’altra questione. La mia città non ha né delle piste da sci, non ha un idroscalo, gli elicotteri atterrano nel parcheggio di un supermercato.
Insomma lamentele di ogni tipo, dalle più fondate alle più bizzarre, chissà quante ne raccogliamo ogni giorno da amici, familiari e parenti.
E proprio da questo presupposto è nata, ad opera di due signori finlandesi, Tellervo Kalleinen e Oliver Kochta-Kalleinen, l’idea di un coro che potesse dar voce ai cittadini e li aiutasse a mettere in piazza le magagne vere e presunte della propria città. I due sono partiti da Birmingham e hanno portato la loro idea in tutto il mondo. Helsinki, Melbourne, Singapore e Gerusalemme sono state le prime città ad aderire a questo progetto che si è allargato a macchia d’olio. Tanto che i due hanno aperto un sito che fornisce istruzioni su come realizzare il “coro” anche nella propria città.
Punto primo occorre raccogliere le lamentele dei cittadini. I “lamentosi” che invieranno una mail contenente la loro personale “top five” di “complaints” saranno poi gli stessi che verranno chiamati a cantare durante la esibizione finale. Non importa gran che se non sono poi così intonati, l’importante è che abbiano la voglia e il coraggio di dire la loro opinione.
Il passo successivo è molto importante. Bisogna trovare un bravo musicista oppure un bravo compositore per realizzare le musiche. Molto meglio se queste due figure convivono nello stesso corpo. Poi si procede raggruppando le lamentele, ci si incontra per comporre le liriche, si prova, – si prova – poi ancora si prova e per finire si incrociano le dita prima della pubblica esibizione. Se è possibile meglio realizzare un video da postare sul sito ufficiale ideato dai signori Kalleinen.
Io vi consiglio di andarvi a vedere per lo meno le esibizioni dei cori di Chicago e Tokyo. I video si trovano anche su you tube e sono tutti sottotitolati. Se conoscete l’inglese o magari il giapponese avrete di che divertirvi.
Per quanto riguarda i “Complaints Choir” del nostro amato paese il primato della tempestività va alla città di Firenze, quello dell’originalità va ai cittadini di Milano. Un nutrito gruppo di meneghini ha steso l’elenco impietoso delle cose che non funzionano nella loro Milano e ha lasciato che a musicarle e, in parte interpretarle, fosse un musicista e cantante brianzolo dal nome Emil.
Questo trentenne artista emergente della scena cantautorale nostrana ha accettato la sfida e ha fatto di “Milano No” un singolo del suo ultimo lavoro “Piccolo pagliaccio Italiano”, uscito qualche mese fa per la Warner Italia. C’è nel nostro paese una tale sete di nuovi cantautori, che appena uno di questi muove anche solo dei timidi passi si apre la ridda dei paragoni illustri. Intanto Emil ha confezionato un’ottima prova per il suo debutto, vedremo in futuro se sarà in grado di resistere alla prova più estenuante, quella riservata a chi è costretto ad essere all’altezza di un ottimo album d’esordio. Il “Piccolo pagliaccio italiano”, come lui stesso si è definito in alcune interviste, spiegando il titolo del suo disco, con questa manciata di canzoni forse non diventerà necessariamente l’erede di Rino Gaetano, ma sicuramente riesce a divertirsi e a divertire. E con i tempi che corrono scusate se è poco.
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Grande Gian, ma dov’è Ric (solo per gli ultra40enni) complimenti (era da un po che non leggevo) cogli sempre il segno!
COMPLIMENTI! ARTICOLO GENIALE.
Ringrazio Gaio che mi lusinga e mi sopravvaluta. Ma fa piacere lo stesso. Nel caso i motivi di ispirazione non sarebbero un problema…
BELLO!!!!!!!!!!!!
SEMBRA UNA PREGHIERA ALLA CITTA’
OTTIMO MODO DI PROTESTA/RE PACIFICAMENTE
Il patrocinio della provincia fa ridere di molto:)
(io direi che di Gaetano è al limite cugino, e stiamo sempre calmini. Emil è fratellastro di Daniele Silvestri, secondo me)
Grazie a Giancarlo che capta e riporta cose fresche, grazie.
Un complaint a Pesaro spetta d’obbligo ad Andrea Marzi.
Chissà che non gli venga l’ispirazione giusta!
Davvero complimenti, molto carino il post, ed interessante il soggetto! Bravo Gianca! E sarebbe bello provare a portare un Complaint a Pesaro…