A volte i miracoli accadono,
ho assistito ad uno di questi eventi ieri sera, stando davanti alla TV.
C’era Roberto Saviano che parlava delle cose per cui vive – troppo facile per Pereira dire che ha parlato di “resistere al brutto” – e lì, in quel momento, quelle tre ore si sono trasformate in un miracolo: la trasfigurazione della TV.
Per una sera la TV è diventata altro rispetto all’abbruttito strumento di controllo dell’opinione delle fasce sociali meno attrezzate e dotate di funzione critica. E’ diventata strumento di partecipazione collettiva, emozione condivisa, riflessione di ognuno sulla natura umana e sul sentimento di giustizia.
A proposito delle storie che andava raccontando, Saviano ha più volte usato la frase “questo testo è più potente della nitroglicerina”. Troppo modesto, quella funzione esplosiva (per il potere, anzi per chi ne abusa in modi criminali) ieri sera è stata esercitata proprio da lui, dalla sua straordinaria passione e credibilità e dalla sua geniale intuizione, quella di mostrare gli elementi comuni a tutte le vittime (gli abitanti dei paesi e delle città controllate dalla camorra, i prigionieri dei gulag sovietici, gli oppositori delle dittature di Ahmadinejad oggi e di Francisco Franco ieri) e a tutti i carnefici (i camorristi, i dittatori). Infatti è qui in Italia che questa bomba mediatica è esplosa, sia nelle terre di camorra e mafia e ‘ndrangheta che nel resto del paese (certo non immune da infiltrazioni).
Saviano ha detto ai suoi compaesani e a tutti gli italiani: voi guardate i cittadini degli stati totalitari come degli schiavi. Ebbene, lo siete anche voi.
Pereira