Parte 2 – Segue da Parte 1 –
Bentrovati, cari frequentatori di Radio Pereira! Ci eravamo lasciati la scorsa puntata parlando della situazione italiana, che non è dissimile da quella Argentina ai tempi del crac dei cosiddetti tango-bond e oggi a quella della Grecia o di altri stati europei in serie difficoltà economiche. Con l’aggravante, per la nostra nazione, di un debito pubblico esorbitante, superiore a tutti gli altri stati europei. Concludevamo con la domanda: come sarà il 2010?
Riprendiamo esattamente da qui, con un’altra domanda: cosa succederà, quando a questo mostruoso debito dell’Italia si sommerà il notevole calo delle entrate tributarie, dovuto al crollo dell’economia che ancora nel 2009 non si è del tutto arrestato? In soldoni: se le le ditte hanno prodotto, e soprattutto venduto, molto meno, pagheranno anche molte meno tasse, non vi pare? Ad esempio nei primi 6 mesi del 2009 il solo gettito IVA è stato inferiore di ben 10,8 punti percentuali. Insomma nelle casse dello Stato entreranno molti meno denari. E vogliamo anche sommare una disoccupazione crescente, che l’FMI (Fondo Monetario Internazionale) stima per l’Italia sopra il 10% nel 2010, ovvero da record? Anche qui, meno lavoratori occupati, meno tasse pagate anche dai dipendenti. E se ci saranno più disoccupati, saranno richiesti anche più ammortizzatori sociali che si traducono in soldi che lo Stato dovrà tirar fuori per pagare, ad esempio, la cassa integrazione. Quindi il buco nelle finanze aumenterà.
Che l’Italia già oggi abbia un bisogno insaziabiale di denaro, per tappare le sue immense falle, lo si può dedurre anche dai provvedimenti presi dal governo nel decreto anti-crisi: lo scudo fiscale ad esempio, già usato dal precedente governo Berlusconi, che consente, pagando una imposta sostitutiva del 5%, già prorogata al 6%, di rimpatriare i capitali illegalmente esportati fuori dall’Italia; praticamente per recuperare, è vero, parecchi soldi (si stimano intorno ai 90 miliardi) si fa un regalo grosso come una casa alle mafie (e non solo ovviamente) che potranno ripulire in modo legale e pure economico i loro fondi neri esteri.
E possiamo citare anche la regolarizzazione delle colf e badanti conclusa a settembre del 2009… credete che il governo abbia avuto a cuore queste categorie di lavoratori stranieri? Io penso che interessassero più i 500 euro a persona pagati per la sanatoria, che moltiplicati per le migliaia di soggetti coinvolti (in base alle stime sono state presentate quasi 300mila domande) fa la ragguardevole cifra di qualche centinaio di milioni di euro. Il governo così ha fatto emergere tutta questa gente dal lavoro nero, e quindi comincerà ad incassare da loro regolari tasse, ma il provvedimento è stato fatto così male, che si stima che solo una metà degli irregolari si sia sanata, a causa del costo troppo alto per le famiglie ospitanti, che dovranno pagare oltre agli stipendi anche i contributi mensili al lavoratore. In più, essendo necessaria solo una semplice dichiarazione del datore di lavoro, da questa situazione è nata anche una ignobile compravendita: praticamente in cambio di una cifra (che spesso si è scoperto che si aggirasse intorno ai 5mila euro) io dico che tu lavori da me, anche se non è vero, e tu straniero ti prendi il permesso di soggiorno.
Tornando alle invenzioni del ministro Tremonti alla disperata ricerca di denari, ancora più clamorosa è stata la proposta di tassazione delle riserve auree di Bankitalia! Qui però il dissenso è stato così forte a livello di organi europei da far accantonare questa idea balorda. E infine citerei la trovata di andare a toccare il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) degli italiani, la vecchia liquidazione, spostandolo dall’INPS al ministero del Tesoro, per uso di spesa corrente: vi rendete conto di cosa voglia dire? Che sono proprio alla frutta! Cioè il TFR viene preso dallo Stato, diciamo in prestito, per sostenere le sue spese: quindi a parte che poi dovrà pagarci sopra degli interessi, ma se l’Italia facesse la fine di Argentina o Grecia – e abbiamo visto che non è neanche così remota, come possibilità – chi garantirebbe ai lavoratori di riprendere questo TFR, ovvero quanto hanno accantonato in anni di lavoro? Pensate un po’, insomma, cosa si è inventato il ministro Tremonti per cercare, come si suol dire, di cavare un pò di sangue dalle rape! Forse tra poco non gli resterà che riproporre la tassazione dei depositi bancari…
Ma facciamo un passo indietro, prima di lasciarci: si diceva che la tesi proposta dal gotha mondiale della finanza, e quindi anche dal governo italiano, è quella della ripresa. Ma dov’è questa ripresa? Se qualche indicatore economico si muove all’insù, e qualcuno ancora all’ingiù? Nelle ultime rilevazioni il PIL americano è salito meno delle stime degli analisti. Anche in Italia l’indice della produzione industriale è debolissimo, e su base annua segna ancora un calo prossimo al 20%. Senza contare che il mercato, anche quando porta dati positivi, è in tutto il mondo ancora sotto l’effetto di numerose droghe: parliamo dei miliardi e miliardi immessi dalle banche centrali nel sistema, per aiutarlo a riprendersi. E degli altri miliardi spesi dai governi in incentivi, come quelli per le auto, o per le costruzioni. Inoltre dopo i crolli produttivi degli ultimi infausti anni si è dato fondo alle scorte di magazzino, prima di produrre ancora, e quindi adesso si stanno semplicemente ricostituendo queste scorte.
Infine non ci resta che parlare dell’inflazione, il tasso con cui aumentano i prezzi di beni e servizi: questa era ai minimi storici, a +0,7% a novembre 2009, ed è salita a appena a +1% a dicembre. Questo può sembrare un bene per i consumatori, e forse lo è, se scendono i prezzi! Altrettanto non si può dire per i bilanci delle ditte però, che vedono erodersi i loro margini. E ciò le porta a prendere provvedimenti, come i tagli di posti di lavoro.
E’ la chiusura del circolo vizioso che si evidenzia dall’inizio del nostro discorso: se calano gli ordini e il fatturato delle aziende, sia per la crisi che contrae la domanda, sia per i margini che scendono al calare dei prezzi, le ditte licenziano, ed aumenta la disoccupazione; e calano pure i PIL nazionali, e con loro le entrate tributarie, aumentando così i debiti statali. Insomma questa mole di dati, di origine macroeconomica, non si deve ritenere così tanto astratta. E la prova finale, l’ultimo effetto di questo tragico momento, che vorrei sottolineare, è quella che vedremo da vicino, non direttamente nelle nostre tasche, ma nelle nostre città. Infatti lo Stato, trovandosi in questa situazione di grave deficit, dovrà tagliare (anzi lo sta già facendo!) i trasferimenti di fondi a Regioni e Comuni, lasciando questi ultimi a loro volta con buchi di bilancio che non riuscirà a colmare, se non tagliando servizi e infrastrutture ai cittadini, o svendendo ai privati proprietà e aziende che ancora erano pubbliche. Per ora finiamo qui, anche questa volta con una domanda: dov’è dunque la favola della ripresa? Al massimo quello che vediamo ci pare solo un rallentamento del crollo dell’economia mondiale…
Ma continueremo a parlarne nella prossima puntata, andando fuori dall’Italia…
[…] ascoltatori, come sempre ben trovati! Dopo le prime puntate, in cui abbiamo preso in esame la situazione dell’Italia, ed in particolare la sua condizione precaria in questa crisi globale e direi anche epocale, come […]
@Everardo
I temi del signoraggio vanno divulgati vista l’ignoranza generale in materia.
Pensa che alla conferenza sulla crisi economica organizzata da LxP prima delle elezioni, ho sottoposto al relatore (prof.Giampaoli dell’Uni Urbino) la seguente domanda:” nella sua relazione, lei non cita per niente il ruolo delle Banche Centrale nello sviluppo della odierna crisi…. la domanda è..non lo ritiene importante o se ne tiene prudentemente alla larga?….
sai come è andata finire?
che il dott. Giordano di Confindustria è intervenuto e mi ha detto: sì…ma.. Profumo non può fare quello che gli pare!
Allora Giampaoli, per non alimentare la polemica, ha risposto :”non lo so” !
I miei amici del porto hanno applaudito !
Tutt’ora ho il dubbio se il prof. Giampaoli conosca le tematiche in oggetto e quindi, rispondendo non lo so, se ne sia voluto tenere alla larga.
Comunque quel convegno è stato veramente di basso livello!
E’ vero, in questo senso non era assurda l’idea, quello che volevo sottolineare io era che essere arrivati al punto di proporre tale cosa rende palese lo stato di calamità economica in cui siamo, sennò Tremonti non avrebbe mai avuto il coraggio di toccare un simile tabù. Purtroppo qui sarebbe lungo e forse inopportuno entrare nell’argomento, ma prometto che tratterò il tema signoraggio bancario, riserve auree e tutti i temi correlati in un articolo apposito. Magari se vorrà accoglierò pure il suo intervento, se vuole inviarmelo! E comunque non voglio svelare quello che sarà il tema di un prossimo articolo, ma si sta muovendo qualcosa contro la lobby delle banche…
@Everardo
Sono d’accordo con quanto scritto tranne che in un punto. L’idea di tassare le riserve auree della Banca Centrale non è affatto pellegrina.E’ stata sonoramente bocciata perchè intacca di fatto il potere delle Banche Centrali.
Esiste infatti un ciclo oro-carta moneta ben preciso che i banchieri centrali conoscono, e usano ovviamente pro domo loro e che i cittadini comuni neppure si immaginano.
Quando l’oro vale molto rispetto alla carta moneta stampata, i banchieri vendono l’oro e comprano moneta.
Al contrario, quando l’oro vale poco rispetto alla carta moneta stampata i banchieri vendono moneta stampata e comprano oro.
Tremonti, che evidentemente conosce questo ciclo, ha tentato di far guadagnare qualcosa ( appunto da questo ciclo) al povero e disastrato Governo , ma è stato bocciato sonoramente…quel ciclo è nostro e non ve lo diamo, hanno detto i banchieri al ministro dell’economia!
Ho mostrato il ciclo alla conferenza intitolata “Europa dei popoli o europa dei banchieri?” organizzata dal LNR
nel mese di Luglio del 2008 a Pesaro alla sala della Provincia.
Erano presenti circa 20 cittadini (sic) di cui un numero consistente provenienti dalla valle del Metauro… pochissimi pesaresi doc del movimento Siamo poeti vogliamo respirare!
Avevo invitato tutte le aurorità… gran parte del C.C… ma l’ignoranza , e la supponenza , dei pesaresi su questi temi è catastrofica! Amen!
Ho parlato brevemente di queste tematiche durante un convegno sulle politiche della sostenibilità,a cui sono stato invitato come relatore a Macerata sabato scorso, durante il dibattito, segnalando,appunto, come il potere delle Banche Centrali di fatto condizioni tutto e in particolare le politiche energetiche, ma il pubblico (almeno 200 persone all’inizio) in gran parte se ne era andato! Di nuovo amen e qui concludo!
Comunque hai fatto un buon lavoro…speriamo che molti cittadini ti (ci) leggano!