Hackers.In questi giorni Radio Pereira è stata oggetto di un attacco da parte di hacker.
Per prima cosa ci scusiamo con lettori e ascoltatori della “radio che si legge” poi… una considerazione di uno che capisce poco di queste cose ma ha diritto di parlarne perché ne è stato colpito.
Dunque l’hacker, una figura balzata ai vertici dell’immaginario collettivo negli anni recenti, descritto spesso come personaggio irregolare, un pò anarchico, irriverente e dispettoso che si dedica a disturbare l’attività di multinazionali o di altre realtà politiche e produttive eticamente criticabili.

Io inoltre, da lettore di Stieg Larson, mi ero lasciato conquistare dalla figura di Lisbeth Salander, ma lei se la prendeva coi cattivi e non mi sembra che i cercatori di senso che tengono in piedi Radio Pereira col loro lavoro gratuito e appassionato rispondano all’identikit del cattivo.
In questi casi si pensano mille spiegazioni e a noi è venuto in mente che questo attacco è arrivato proprio dopo due giorni in cui le visite avevano fatto registrare un clamoroso boom, 4.000 in due giorni, grazie alla eco nazionale suscitata dal post “Aveva ragione Grillo
Avremo toccato qualcosa che non dovevamo? Chissà…

Tornando al nostro amico,
a proposito di che cosa è un hacker, leggo su Wiki “…le valenze ribelli (e goliardiche) del termine risalenti agli anni cinquanta rendono difficile distinguere tra un quindicenne che scrive programmi capaci di infrangere le attuali protezioni cifrate, dallo studente degli anni sessanta che rompe i lucchetti e sfonda le porte per avere accesso a un terminale chiuso in qualche ufficio. D’altra parte, la sovversione creativa dell’autorità per qualcuno non è altro che un problema di sicurezza per qualcun altro. In ogni caso, l’essenziale tabù contro comportamenti dolosi o deliberatamente dannosi trova conferma a tal punto da spingere la maggioranza degli hacker ad utilizzare il termine cracker – qualcuno che volontariamente decide di infrangere un sistema di sicurezza informatico per rubare o manomettere dei dati – per indicare quegli hacker che abusano delle proprie capacità. (…) È importante notare come, mentre la definizione di computer hacking abbia subìto un’evoluzione durante gli ultimi quattro decenni, il concetto originario di hacking in generale – ad esempio, burlarsi di qualcuno oppure esplorare tunnel sotterranei – sia invece rimasto inalterato.”

Ora… generalizzare è sempre sbagliato ma mi sembra di capire che l’hacker – anche quello che ha messo fuori uso Radio Pereira – operi un pò come come quei ragazzi che rigano con le chiavi le pareti degli ascensori scrivendo “viva la f…”
Beh? Tutto qua? Se questo genere di soggetti è diventato così importante nell’immaginario collettivo (ma forse è più corretto dire “giornalistico”) e se un “viva la f…” anche se più evoluto tecnologicamente, diventa lo specifico di un’epoca… è proprio vero siamo messi male.

Pereira

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