Alberto CasiraghyUn piccolo libro, 13 centimetri e mezzo per 19 centimetri e mezzo, tanto nello spazio si apre la messa in scena della parola per Alberto Casiraghi, in arte Casiraghy, con grande perizia e amore per il libro che si fa, che viene fatto dall’uomo, come il pensiero pensato e l’immagine che l’occhio umanamente afferra e restituisce.

Dal 1985, quando lascia la tipografia Same e si porta a casa due delle macchine su cui lavora come apprendista compositore, con la sua Audax Nebiolo crea nuove compagini di parole, texture e immaginazioni, per il poeta famoso, lo scrittore affermato o la ragazza sedicenne, che ha scritto la sua prima poesia e la vuole pubblicare, come disse in un’intervista di qualche tempo fa.

Nasce così la Pulcinoelefante, vera, letteralmente, casa editrice di librini d’arte, di sogni, di amicizie e di passioni per e intorno alla carta, alla parola, allo spazio bianco e all’espressione.

È la gratuità del gesto, grazia da artista e serietà da artigiano, che incanta del lavoro di questo straordinario poeta tipografo, scrittore di aforismi: «nel segreto del corpo c’è sempre un posto dove nascondere qualche felicità».

Aforismi, raccolti con interpunzione di illustrazioni dell’autore e un testo di Sebastiano Vassalli, per Interlinea Edizioni col titolo Gli occhi non sanno tacere. Aforismi per vivere meglio, che viene presentato a Pesaro, mercoledì 8 dicembre, ore 18.00.

Sì, nel segreto del corpo c’è sempre un posto dove nascondere qualche felicità, corpo dell’uomo ma anche corpo della carta – formidabile spazio di comunicazione dove la scrittura dialoga con i suoi elementi non direttamente linguistici, per dirla con Giovanni Lussu. Dialoga col suo essere disposta su un supporto, col suo essere, anche, forma delle lettere, in relazione con i colori, i materiali, e altri mondi compositivi, altre avventure dell’occhio e dell’immaginazione.

Federica Campi

1 commento

  1. Mi è venuto in mente un articolo letto qualche tempo fa: c’è una casa editrice, la Visual Edition di Londra, nata nel 2009 e con soli due libri all’attivo, che crede che ” la capacità di assorbire informazioni visive modifichi il modo in cui leggiamo e che si sommi all’esperienza che ricaviamo dalla lettura e al modo in cui assimiliamo e comprendiamo ciò che le storie ci raccontano: attraverso parole e immagini.” Ora prendete Jonathan Safran Foer (Ogni cosa è illuminata) e la raccolta di racconti di Bruno Schulz, La via dei coccodrilli-Street of crocodiles, che è il libro preferito di Foer, che ha deciso di usarlo come base per costruire il suo nuovo libro interattivo; nasce così Tree of Codes, un romanzo che è anche un esperimento tipografico e grafico, un libro scultura: “ritagliando parole o intere frasi dal libro di Schulz, lasciando intravedere il testo delle pagine successive, si crea una storia nuova e al tempo stesso un bellissimo oggetto.” “Ci sono cose per cui hai un amore passivo, altre che ami attivamente. In questo caso, sentivo il bisogno di fare qualcosa con La via dei coccodrilli. Poi ho cominciato a riflettere su come sono fatti i libri, come saranno in futuro, come la loro forma stia cambiando molto velocemente. Se non ci dedichiamo una riflessione approfondita, non andrà a finire bene. C’è un’alternativa agli e-book. E io amo la fisicità dei libri.” So che non è facile da capire, io almeno non ci avevo capito nulla, poi ho visto il video del libro e ho trovato il progetto, comunque la pensiate in merito, incredibile.

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