No a un centro fantasma

Questa non è una foto scattata nella mia città. O forse si?

6 Commenti

  1. @Federico Tamburini

    Gualazzi Velio l’ho visto nascere musicalmente con l’Anonima Sound e Ivan Graziani (anni 60).
    Raphael deve essere il figlio che non ho mai seguito,perchè ogni generazione ha i suoi miti e ineluttabilmente segue quelli.
    A Urbino , mi sto accorgendo, faccio vita molto ritirata
    perchè lo scontro col potere mi ha reso così.
    Sulla Gambini non faccio commenti, forse perché in passato, a Pesaro, le ho dedicato troppe ed inutili attenzioni!

  2. Si, bel post quello di J. Nacci. Comunque ieri (tanto per restare in tema) sera sono andato a vedere il concerto di Raphael Gualazzi al teatro Rossini; tubino nero, pelle vellutata, c’era pure l’assessore alla cultura. Bel concerto, divertente, e Gualazzi può piacere o non piacere ma è indiscusso che abbia un gran talento. Ora, Gualazzi è di Urbino e negli ultimi anni avrà suonato non so quante volte al Caffè del sole di Urbino (caro Gaioing tu ci sei mai andato a sentirlo!?). Ecco mi chiedo se mai un assessore alla cultura lo sia andato a sentire prima, prima che diventasse famoso o che la sua bravura venisse riconosciuta da tanti, compresa la Sugar di Caterina Caselli. Tralasciando le polemiche, suggerirei all’attuale assessore alla cultura di uscire dal suo ufficio, di presenziare certamente a inaugurazioni, vernissage e serate particolari, ma anche di andarsene un po’ in giro, per Pesaro, spinta dalla curiosità. Questa città avrebbe tante risorse (nascoste?) e meriterebbe maggior attenzione. P.S. Spero che neppure i più maligni possano pensare che stia facendo un discorso autoreferenziale!

  3. (riporto il link a un post del sempre-acuto Nacci che ben si accompagna al commento di Federico)

    “se non ti piace puoi andare via”.
    Quante volte si usa questa comoda formula in non-risposta a una critica? E quanto è rivelatoria?

    Comunque, qualunque cosa venga promossa usando HAPPY-qualcosa e (cristosanto) FINGERFOOD all’interno dello stesso comunicato dovrebbe essere oggetto di attacchi dinamitardi.
    “Belli da mangiare”. Sì. Ciò che è consolidato, qui, è il pressapochismo.

  4. Forse siamo salvi! Ecco Happy museum! Due rapide considerazioni. Numero uno: ma è possibile che ormai ogni cosa che abbia a che fare con eventi culturali debba essere spesso accompagnata dalla parola aperitivo, dugustazione di vini selezionati, prodotti tipici locali? Numero due: ormai quando partecipo (quasi mai in realtà!) a incontri di questo tipo mi chiedo sempre: ma quanto saranno costati? 1000 euro a serata? 2000 euro a serata? La maggior parte delle volte ho l’impressione che siano soldi spesi male. Comunque, dal carlino di oggi: Venerdì 4 febbraio ritorna ‘Happy Museum’, progetto che nasce da un’idea dei Musei Civici dell’assessorato alla Cultura del Comune in collaborazione con l’istituto professionale alberghiero Santa Marta e l’orchestra sinfonica Rossini, con il contributo dell’Azienda Agraria Guerrieri.
    La data scelta non casualmente, il 4 febbraio, lega questo ultimo aperitivo al Carnevale, evento del calendario che più di ogni altro porta con sé l’idea della festa. Non poteva esserci dunque stagione dell’anno migliore per l’appuntamento che conclude “Happy Museum”, rassegna di incontri ‘leggeri’ al museo dove la degustazione di cibi del nostro territorio è una componente essenziale per la piacevolezza di questa esperienza.
    A partire dalle 18, dunque, l’invito è aperto a tutti coloro che, dopo una giornata di lavoro e ormai in aria di weekend, vogliono concedersi un aperitivo ‘particolare’ in cui soddisfare vista, palato, e non solo. Secondo una formula consolidata, allievi e docenti dell’istituto professionale alberghiero Santa Marta prepareranno cocktail e finger food, belli da vedere oltre che da mangiare, che si ispirano ai capolavori esposti nella mostra dedicata alle nature morte. Al menù dell’appuntamento di febbraio, proprio in omaggio al Carnevale, si aggiunge una selezione di dolci preparati per l’occasione.
    Il ‘pacchetto’ messo a punto per la serata si completa con una performance di musica dal vivo a cura dell’orchestra sinfonica Rossini: venerdì 4 febbraio Cristina Flenghi – flauto traverso – eseguirà brani da Bach, Telemann, Bozzà, Ibert, Debussy oltre ad alcune colonne sonore di film che hanno fatto la storia del cinema.

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