A detta di Salman Rushdie, “Molto forte, incredibilmente vicino” è un risultato eccezionale. L’autore è lo stesso di “Everything is illuminated” da cui l’omonimo film. All’anagrafe Jonathan Safran Foer ha poco meno della mia età, classe 1977. Lo considero un giovane talento con l’abilità grafica nella scrittura. Che non è solo una metafora.
Mentre leggevo questo libro mi è capitato più volte di sorridere incantata davanti a prodezze inaspettate dal punto di vista del disegno. La pagina di apertura è l’immagine di una serratura; l’ipotesi è una busta da lettera rivenuta in un vaso in un armadio di un uomo morto nell’attentato alle torri gemelle; il protagonista è suo figlio, Oskar: un bambino di 9 anni.
Un bambino molto indipendente, tutt’altro che piagnucolone, perspicace, che si muove per New York meglio della squadra investigativa di C.S.I. Sullo sfondo una mamma e una nonna assolutamente certe della fiducia riposta in questa incredibile creatura.
Trovo questo libro un modo molto originale di raccontare l’11 settembre, anche se poi l’11 settembre rientra poco ai fini della storia. Ciò che mi piace molto è la narrazione del rapporto padre-figlio, l’architettura psico-analitica sempre leggera, umoristica, fresca. Credevo dopo Baricco di non poter trovare letteratura così creativa; invece ho dovuto ricredermi. Safran Foer è geniale non solo nella scrittura, ma anche nell’intercalare grafico così immaginifico. Ho provato quasi un senso di inquietudine arrivando a quella pagina dove le parole non si lasciavano leggere! Nel vero senso dell’espressione: mi sono dovuta arrendere e ho detto a Jonathan: “Hai vinto tu! Questa pagina resta per sempre solo tua!”
Mariangela Lecci
mariangelalecci@gmail.com
Mi piace la tua recensione. Lo leggerò sicuramente. grazie Mariangela!
Grazie Mariangela! Lo metterò tra i primi libri da leggere quando riprenderò a leggere!
Ieri sera mi sono addormentato con l’Iliade e il Tristano di Mann aul letto. Ma mi sono addormentato prima di averli aperti!
Sai com?è… il libri fan compagnia!