Osorno

Mi trovo a bordo di un gigantesco camion che trasporta frutta. Andres è immenso, ma molto simpatico. D’altronde se si è fermato per caricarmi può solo essere un tipo alla mano. Sta guidando da Punta Arenas, direzione Osorno e quindi, improvvisamente, quella è la città dove anch’io andrò. Alla frontiera succede di tutto: la polizia sequestra il camion per dei controlli su alcuni permessi che, a quanto pare, sembrano risalire a qualche lustro addietro. Intanto timbro il mio passaporto, non si sa mai. Detto fatto: Andres passerà la notte sul suo camion bloccato all’ufficio doganale di Peulla. Lo abbraccio abbandonandolo in Argentina. Chissà quando potrà ripartire.

Attraverso la frontiera a piedi rimettendomi in strada. Una gentilissima poliziotta, intuendo alla perfezione la mia situazione, inizia a fermare auto per cercarmi un passaggio. In Europa non sarebbe mai successo. La seconda vettura, una jeep di dimensioni sovrannaturali, mi carica senza problemi. A bordo conosco Fabian, uno svizzero trapiantato in terra cilena. Maciniamo chilometri parlando del più e del meno. Mi viene offerta dell’acqua Nestlé, del cioccolato Nestlé e dei biscotti Nestlé. Non posso rifiutare. Formulo pensieri. Il paesaggio si trasforma incredibilmente ed in poche ore sono in Svizzera. Nella “Svizzera” cilena.

“Svizzera” cilena

Montagne, laghi, fiumi e tantissime vacche. Coincidenze. All’improvviso Fabian confessa: è il responsabile della filiale cilena della multinazionale, appunto Nestlé. Lui è il male. Circa dieci anni fa si è trasferito qua per annientare, con mazzette di euro in mano, qualsiasi allevatore cileno si opponesse alla vendita di animali e /o terreni. E pare ci sia riuscito alla perfezione. Chissà quanto saranno soddisfatti di lui i suoi superiori. Sempre che si ricordino ancora il suo nome. Mi fingo interessato ed intanto elaboro questo articolo facendogli domande mascherate da stima.

A pochi chilometri da Osorno l’offertona: Fabian mi prende a cuore ed insiste affinché passi la notte in casa sua. Forse non ha molti amici. Lusingato, non rifiuto. Anche se guardare un film in uno schermo al plasma grande come l’intera parete non è proprio l’emozione che sto cercando da tempo. Soprattutto in un paese intenso come il Cile.

Paesaggio cileno.

Passiamo al supermercato per comprare la cena ed allibisco: Nestlé e Coca Cola hanno letteralmente distrutto ogni singolo antagonista presente sul mercato sudamericano. Interi scaffali per due sole marche. Forse è solo l’inizio. O forse no. Al giorno d’oggi resta quasi impossibile persino il boicottare un prodotto delle citate compagnie. Dai latticini alle bevande (acqua compresa) passando per minestre, pasta, gelati, spezie e condimenti di ogni genere (perfino il dado Knorr si è dovuto arrendere!). Tutto è prodotto, comprato o importato dalle due grandi marche. Ovviamente i prezzi di questi alimenti sono già alle stelle e la percentuale di persone che se li può permettere si riduce drasticamente di anno in anno. E dire che il Cile è uno dei paesi economicamente più avanzati dell’intera America Latina. Mi chiedo dunque, alla prossima crisi, che si inventeranno le persone. Soprattutto se sarà grande come quella Argentina del 2001. E dire che quando Mateo mi raccontò che il formaggio presente sulle pizzette viene spesso ricavato dal liquido del preservativo bollito in acqua salata io scoppiai a ridere. Prima o poi mi scuserò.

Mentre gli spagnoli, rinomati per le loro disastrose capacità imprenditoriali (non mi stancherò mai di dirlo), uccidevano, saccheggiavano e sperperavano l’oro in titoli nobiliari, qualcuno con una visione più lungimirante metteva le basi per un impero che ai giorni d’oggi risulta ormai, purtroppo, imbattibile.

Che ci serva da lezione.
Mauro.

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