L’irresistibile attrazione dell’ambiguità. In vista del voto di domani
Ci sono degli aspetti della vicenda libica che fatico a comprendere pienamente e che accendono in me domande che in Italia sembrano avere poche voci disposte a farle:
– Perché la Lega, solitamente così incline alla disumanità, si veste da pacifista in questa occasione? Le sta a cuore la vita dei libici?
– Perché la sinistra italiana nata dal movimento di liberazione contro la dittatura fascista parteggia per il non-intervento a sostegno degli insorti negando loro quello che vide di buon occhio nella nostra lotta di liberazione, cioè il sostegno armato degli Alleati?
– Perché, come viene fatto giustamente osservare in Francia, le motivazioni che spingono la comunità occidentale a intervenire contro la dittatura libica non valgono anche per un intervento contro quella siriana?
Provo a dare delle risposte, parziali e incomplete, sperando di sollecitare l’interesse e l’intervento dei lettori.
Io non credo alla storiella che i leghisti temano un aumento di profughi con l’intervento attivo dell’Italia ma solo che abbiano trovato, in questo argomento, una straordinaria occasione per tenere Berlusconi sulla corda, in modo da ottenere più sbrigativamente ciò che vogliono.
Anche nel caso dell’atteggiamento della sinistra vedo motivazioni “elettorali”, attuali, che perdono di vista con una significativa e deludente perdita di memoria il principio di fondo che ha dato vita al paese democratico attuale, quello della legittimità-necessità di un intervento armato contro la dittatura e l’occupazione del paese da parte dei nazisti. Che ci piaccia o no, la storia italiana è quella.
Di interessi si deve parlare anche nel terzo caso, quello della Siria, che non avendo grandi risorse naturali da sfruttare non mette gli occidentali nelle condizioni di “commuoversi” abbastanza da appoggiare con gli eserciti la liberazione e la democrazia.
E Berlusconi l’ineludibile? Lui in questa vicenda si è superato, da legittimo recordman mondiale di ambiguità.
Quando in futuro si trovasse a dire ad un amico: “Non ti ho chiamato per non disturbarti”, quel signore è avvisato. Più salutare rifugiarsi in un luogo sicuro e soprattutto segreto. I bombardieri stanno già per partire…
Pereira
@Pereira
La situazione in Libia vede, a mio avviso, la Cina a sostegno di Gheddafy e l’UE-Nato a sostegno degli insorti.
Comunque finisca, all’Italia va male, infatti, anche se dovessero prevalere gli insorti, la Francia di Sarkozy
ci sottrarrebbe quote importanti di relazioni e di mercato.Le relazioni le teneva Berlusconi che trattava direttamente con Gheddafy, l’eventuale sconfitto, cosa che avrà comunque un suo peso negativo per noi.
Soprattutto non è affatto certo dire ora come finirà, visti gli interessi in gioco.
Nell’incertezza generale, le forze politiche in Italia hanno atteggiamenti ovviamente molto ambigui.
La Costituzione italiana vieta la guerra come mezzo per risolvere le controversie e uno Stato serio non si sarebbe fatto minimamente coinvolgere.
Anche i ruoli ormai sono rovesciati e non ci si capisce più nulla, col Presidente Napolitano,proveniente dall’area della sinistra, che dice che l’azione militare è lo sviluppo naturale dei fatti.
La Lega pensa che, con la guerra in corso, i flussi migratori saranno molto superiori a quelli normali che erano regolati da accordi taciti con Gheddafy del tipo “tu fai il poliziotto per noi, ché noi ti trattiamo bene e compriamo il tuo gas”.Ora tutto sta saltando e l’Italia è il paese più esposto ai flussi migratori.
Le preoccupazioni della Lega però sono di facciata.
La risoluzione che ha presentato è assolutamente ambigua ed anche io penso che miri a qualcosa di altro.
A mio avviso,d’ora in poi, porrà condizioni sempre più stringenti,su questo ed altri temi, per convincere Berlusconi a farsi da parte alle prossime elezioni per far posto a Tremonti.