Le lucciole

Un campo d’erba, la notte.
Niente di speciale, penserete. Il fatto è che stavo cercando di immortalare gli esserini più belli del mondo, ma probabilmente al momento dello scatto mi devono aver tirato un brutto scherzo e, all’unisono, tutti si devono esser spenti!

“Tra le 10 e le 12 di sera, nei mesi di giugno e luglio, le femmine si spostano in una zona in cui possono essere viste e raggiunte da un maschio, e attivano la luminescenza dei tre segmenti terminali, sollevandoli per metterli bene in vista. La luce emessa è di un bel verde brillante e rimane accesa per due ore circa, se non arriva il partner; dopodiché la femmina si ritira nel suo nascondiglio, e riemergerà la notte successiva. Questo rito si può ripetere per 10 notti consecutive. Le sostanze chimiche coinvolte nella produzione di luce sono la luciferina e la luciferasi, la cui composizione esatta è condizionata geneticamente, producendo sottili variazioni da individuo a individuo. In questa trasformazione chimica, quasi tutta l’energia viene trasformata in luce, e solo il 2% viene disperso in calore. Il maschio può percepire questa luce da 15 metri di distanza.”

2 Commenti

  1. “Nelle lucciole marine del genere “ Odontosyllis” l’accoppiamento avviene con la luna piena.
    Le femmine che si distinguono dai maschi per un aspetto più simile ad una larva e per due segmenti luminescenti anziché tre, vengono in superficie e nuotano rapidamente descrivendo dei cerchi, ed emettendo una viva luminescenza che ha la foggia di un alone.
    A questo punto i maschi risalgono dal fondo del mare emettendo anch’essi una luce sottoforma di piccoli lampi e dirigendosi con precisione verso il centro dell’alone, volteggiando assieme alle femmine per qualche istante, liberano un essudato luminoso, poi la luce scompare bruscamente.”
    R.

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