C’è una bambina assai famosa nei racconti agiografici di tradizione cattolica, onorata come simbolo di purezza e di sacrificio: Maria Goretti. Una bambina assassinata a 12 anni da un ragazzo di 20 anni in seguito a un tentativo di violenza. Maria è divenuta santa. Ogni volta che sentivo parlare di questa storia mi chiedevo come potesse una bambina di quell’età capire dal basso della sua misera cultura cos’è il concetto di castità santa. Voglio dire, beato chi lo capisce questo concetto! Ma di certo non aveva la tempra intellettuale di Santa Teresa d’Avila. Era solo cresciuta nella miseria disumana delle paludi pontine a cavallo di inizio 900. I suoi genitori, marchigiani, erano emigrati nel Lazio per non morire di fame, ed emigrarono nel posto in cui morire di malaria era una cosa frequente. Fu il fascismo a bonificare quei territori e così arriviamo al punto. Al fascismo occorreva peraltro una santa per innalzare l’opera da lui compiuta, la bonifica di un territorio dove prima si moriva di fame nera oppure di malaria.
Giordano Bruno Guerri è un ricercatore storico di squisito puntiglio, un metodico, uno che lascia sempre aperto il dubbio che sia possibile aver interpretato male. Un cogitante. È l’autore di Antistoria degli italiani, Fascisti per citare i suoi libri più noti. Già il nome ci racconta un sacco di cose. Giordano Bruno Guerri. In questo suo libro Povera santa povero assassino il Guerri ricostruisce l’itinerario di una causa di santificazione. Come e perchè una bimba sia divenuto il simbolo della purezza femminile a costo della morte.
Guerri dopo aver pubblicato il suo libro nel 1985 fu definito dalla Chiesa “strumento del demonio” e fu istituita una commissione incaricata di replicare al suo volume. Era già successo nella storia a danno di Erasmo da Rotterdam: i gesuiti scovarono circa 4000 errori nel suo Elogio della pazzia. Altri tempi diremmo. Nient’affatto! “Vilipendio a una giovane santa”, “opera frutto di pura (e sconcertante) fantasia”, ” Una manifesta negligenza nella ricerca della verità”. Pochi giorni dopo l’uscita del volume il cardinale Pietro Palazzini annunciò l’istituzione di una commissione incaricata di replicare al volume che uscì esattamente un anno dopo: vi avevano scovato 79 errori questa volta…
Al di là delle parti, il valore di questo libro sta nella ricerca storiografica. Uno studio di costume, una disamina su un fenomeno italiano non troppo lontano dai giorni nostri. A inizio secolo in Italia si moriva ancora con grande facilità a causa delle penose condizioni di vita. E allo Stato di allora non interessava distribuire il chinino ai quei contadini che tanto alcun vantaggio apportavano nè alla società nè all’economia, dove i bambini inziavano a lavorare a 6-7 anni, lavarsi non era contemplato, il cibo più diffuso (e spesso l’unico disponibile) era il granoturco e pur lavorando senza riposo nei campi e nella fattorie il risultato erano non guadagni, ma debiti. La superstizione era l’unica razionalità concessa per sfuggire alle grinfie di una cosiddetta vita che irrideva ogni possibile senso di felicità.
Giordano Bruno Guerri
Povera santa povero assassino
Saggi Bompiani, 1984
Mariangela Lecci
Chi è senza peccato scagli la prima pietra…
Un caso esemplare di religio instrumentum regni. Opportunisti questi fascisti, che prima ammazzavano i preti (don Minzoni) poi facevano i patti lateranensi. E naturalmente, oggi come ieri, opportunista anche il Vaticano.