Sono trascorsi dodici anni, ma anche la scorsa settimana Lisbona ha pianto sulla tomba di Amalia. Gli amici che vivono lì, italiani o fadisti, mi hanno raccontato della consueta commozione e della coda al Panteao per porgere un fiore ai piedi della regina. Per questo torno a parlarne come avevo fatto alla vigilia di quel 6 ottobre che, nel 1999, è stato lo spartiacque per la cultura e la musica portoghese.

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Lo faccio con la voce di Amalia, con un duetto virtuale nel disco e nel video, ma reale in lunghi anni di collaborazione. Jorge Fernando era un giovane chitarrista, Amalia già da tempo la divina e lo volle accanto. In un disco molto bello, “Memoria e fado”, Jorge ha riproposto questo duetto di voci nel brano “Vida” e l’emozione è straordinaria. Anche l’emozione di vedere nel filmato, accanto a Jorge, un amico come Davide Zaccaria, violoncellista delle maggiori interpreti portoghesi, lui che da Milano ha fatto il giro d’Europa per imporre il suo concetto di musica. Jorge ha dedicato le sue ultime serate al ricordo di Amalia, le deve molto, soprattutto per tutto ciò che lei gli ha insegnato. Amalia è Lisbona come sono Lisbona tante cose nelle quali, se vogliamo, Amalia entra per un verso o l’altro. Anche perché è difficile camminare per Lisbona senza pensare al fado e pensandoci è ovvio che Amalia è la prima che ti viene in mente. Perché qualsiasi persona sia dell’ambiente ha una luce nuova negli occhi quando gli parli dei lei. Molti, ovviamente, l’hanno conosciuta e ci hanno suonato, altri l’hanno seguita nei suoi concerti, anche nell’ultimo, nel ’94 al Coliseu de Recreios per Lisbona capitale europea della cultura, quando la malattia l’aveva già debilitata, ma lei combatteva come una leonessa, quella che in fondo era, ormai settantaquattrenne e con gli occhi addolorati.

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Amalia è in tutta Lisbona e tutta Lisbona è nelle sue varie attività. Perché è stata la più grande interprete del fado, ma è stata anche una grande poetessa. Non solo ha scritto i versi di molte sue canzoni, ma ha anche scritto vere e proprie poesie che sono molto interessanti, spesso di amore perduto, spesso di vita vissuta. C’è un libro che va acquistato nei viaggi a Lisbona e del quale già avevo parlato: si intitola “Versos” dell’editrice Cotovia, che si trova tranquillamente al museo del fado all’Alfama. Ci sono le poesie incise e quelle non incise, anch’esse piene di versi molto intensi. Alcuni poemetti sono riuniti nella sotto raccolta “Se mi volessero vedere scalza” e sono tutte composizioni che prendono molto da se stessa e dal suo mondo, soprattutto dalla giovinezza, dai suoi primi amori, dalle persone che le giravano attorno, dalla luna, così amata dai poeti, della semplicità, che era quella di potere indossare una bella gonna, magari verde, ed esprimere con essa tutta la propria gioia. Sicuramente Amalia ha vissuto momenti diversi nella sua vita e di sicuro il successo l’ha proiettata in un’area che non si aspettava da ragazza. Ma ha tenuto fino in fondo quella sua condizione di umile ragazza popolana che sapeva come fare a controllare il mondo che impazziva per lei. E sceglieva accanto a sé personaggi di grande intelligenza e cultura perché compissero assieme un percorso che desse grande soddisfazione intellettuale.

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Parlando di Amalia e della sua grandezza non si possono dimenticare gli omaggi che a lei sono fatti, ma non si può neppure dimenticare le altre delizie di Lisbona, i luoghi dove il fado ha cominciato a ribollire, dove lei stessa ha iniziato a muovere i primi passi. Una serie di locali, dalla Parreirinha al Luso, dalla Severa alla Taverna do Embuçado e tanti altri l’hanno vista protagonista e ne ricordano le esibizioni con foto che fanno commuovere. L’altra particolarità di questi locali è che si mangia bene! E che cosa può soddisfare di più una persona in vacanza – e curiosa dei luoghi ove si trova senza accontentarsi di una pacchetto fatto senz’anima – che non la musica e il cibo? Sarà anche questo il segreto del fado? Io penso di sì. Quello che attraverso la sua miscela più profonda fa risalire alle origini di dove sei, alla sua tradizione, alla eredità maggiore. Il cibo dà l’idea di un popolo, la musica ne è la sua evoluzione comunicativa, entrambi sono testimoni e ambasciatori di una civiltà. E a Lisbona la civiltà è molto forte,.

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Ho già parlato qui di Fabia Rebordao. Il cognome la tradisce: è lo stesso di Amalia, il cui nome completo era proprio Amalia da Piedade Rodrigues Rebordao. E’ parente della divina e della sorella Celeste per via dei genitori e dai suoi parenti ha preso la grande passione per il canto. Su di lei scommette Jorge Fernando e questa è una sicurezza. Non sarebbe tale se Jorge non le avesse conferito uno degli impegni più duri, come già fece con Ana Moura (e Ana è una vera stella): cantare con lui “Vida”, proprio come la sua antenata. E lo ha fatto nel cd omonimo, appunto “Vida”, nel quale Fabia inizia il duetto e la voce di Amalia lo conclude. Fabia è molto giovane e può fare carriera. Se sarà una delle nuove Amalia non lo so, di certo solo con l’umiltà riuscirà a emergere, dimenticando di correre dietro al mito. Quello non si può raggiungere e se lo dice una come Dulce Pontes, che ne avrebbe tutte le caratteristiche, c’è davvero da crederci. Che serva di lezione, anche per tutti noi che ascoltiamo.

1 commento

  1. Leggo sempre con molto piacere i suoi articoli su Lisbona, il fado e soprattutto Amalia Rodrigues.
    A dicembre sono stata a Lisbona e ho visitato sia la casa che la tomba di Amalia. E’ stata una emozione
    indimenticabile. Ho comprato il suo libro di poesie e la sua biografia, che stò leggendo con passione. Ho camminato per Lisbona con la meravigliosa musica di Amalia nelle orecchie e questo è qualcosa di indescrivibile, fà piangere.
    A giugno, per la festa di Sant’Antonio, sarò a Lisbona e sarà tutto bellissimo. Continuerò a leggere i suoi articoli e ad ascoltare i meravigliosi fados scelti da lei come commento alle sue appassionate parole.

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