This must be the placeSono ormai passati quattro mesi dall’inizio della nuova stagione cinematografica e dato che da qui a fine anno non mi aspetto tanti exploit (anche se attendo con impazienza e interesse Le idi di marzo di George Clooney e soprattutto Enter the void del genialoide Gaspar Noè) ne approfitto per stilare una mini pagella riassuntiva con voti e giudizi sintetici di alcuni film. Considerate che, per motivi umani, non sono riuscito a vedere tutto e restano sospese le visioni di Pina, Miracolo a Le Havre, Faust, Una separazione e altri ancora.

Ecco allora i cinque film che più ci hanno convinto e i cinque che, senza giri di parole, qui definiamo bidoni!

Partiamo dai migliori:

CARNAGE di Roman Polanski
Settanta minuti di grande cinema in settanta metri quadri per dimostrare, se ce ne fosse bisogno, che anche in una gabbia si può essere liberi e creativi, specie se supportati da quattro attori da urlo (e ringraziamo Tarantino per aver scoperto e lanciato Christoph Waltz). VOTO: 7,5

LA PELLE CHE ABITO di Pedro Almodovar
Il più sottovalutato dell’anno; una storia estrema (anche più del solito) che ragiona sull’ossessione per il corpo nella nostra vita e sul concetto di identità (non solo) sessuale. Come sempre eccessivo, ma a tratti anche sgradevole e quindi rifiutato da chi aveva amato Tutto su mia madre. VOTO 8

THIS MUST BE THE PLACE di Paolo Sorrentino
Incredibilmente snobbato da una certa critica che non perdona il successo internazionale. E invece l’autore napoletano si conferma un virtuoso degno di Welles e realizza un road movie (che ricorda Wenders) senza farsi mangiare la scena da uno Sean Penn in stato di grazia. VOTO 8,5

DRIVE di Nicholas Winding Refn
Passa per essere un “nuovo” autore, anche se ha girato tre film più di Terrence Malick. Eppure questo è praticamente il primo che arriva nelle nostre sale; dato in pasto al pubblico dei multiplex, non ha sfondato, eppure dentro c’è una violenza poetica che colpisce agli occhi e al cuore. VOTO 8

MELANCHOLIA di Lars Von Trier
Nonostante un certo odore di manierismo, il regista danese resta uno dei più vitali autori del mondo, anche quando immagina la fine del pianeta. Complesso, affascinante, debordante e con una serie di attrici formidabili (oltre alle protagoniste c’è anche Charlotte Rampling che in 5 minuti lascia il segno) VOTO 7,5

E ora i bidoni, o meglio, i più deludenti:

TERRAFERMA di Emanuele Crialese
Inspiegabile premio per la regia a Venezia (fra gli italiani meritava di più L’ultimo terrestre di Gipi); anzi, alcuni momenti (fra tutti lo sbarco al ralenti degli immigrati) sarebbero da denuncia. L’analisi del fenomeno è abbastanza retorica e sa di già visto. VOTO 5

A DANGEROUS METHOD di David Cronenberg
Sulla carta il film dell’anno (Freud, Jung, pulsioni sessuali, visioni e il regista più portato sui temi trattati), sulla pellicola un mezzo disastro con un’illustrazione superficiale della storia e una rappresentazione da Museo delle Cere. VOTO 4

L’AMORE ALL’IMPROVVISO di Tom Hanks
Salvate il soldato Hanks! Che tristezza vederlo affondare in un film così scialbo, inerte, prevedibile e, come se non bastasse, trascinando a fondo con se l’ancòra (o àncora?) splendida Julia Roberts. La chimica fra loro non funziona neanche per un minuto. Imbarazzante. VOTO 2

IMMORTALS di Tarsem Singh
E’ un peccato vedere persone di talento come Singh, buttarsi via dentro a un pastrocchio che mischiando epica, videogame, clip ed effetti stravisti fa rimpiangere anche 300. Come si direbbe a scuola: “Il ragazzo è bravo, ma non si impegna”. Rimandato. VOTO 5

WARRIOR di Gavin O’Connor
Perché questo film(etto) sia stato osannato dalla critica resta un mistero. Una summa di stereotipi e colpi (bassi) di scena da paura. Ovvio che perderebbe per ko tecnico contro Toro scatenato ma ai punti con qualsiasi altro avversario (da The fighter a Rocky che in confronto sono capolavori) VOTO 2

Ora mi aspetto commenti. Avanti, dite la vostra.

Ivan il Terribile

8 Commenti

  1. D’accordo per Carnage e La pelle che abito. Gli altri non li ho visti. Pina 3D, ho dovuto fare cento chilometri ma ne è valsa la pena. Però ci siamo dimenticati i film animati: Kung Fu Panda 2 (l’ho visto a settembre) ma soprattutto Le avventure di Tin Tin.

  2. Per la cinquina vincente, con molta sofferenza sposto Drive e al suo posto ci metto “Il Paese delle Spose Infelici” di Mezzapesa(qualche dubbio anche per Almodovar… magari un ex-aequo con Tomboy tanto per restare in tema). Per quella perdente, grazie a dio tre me ne sono persi, d’accordissimo invece per il pessimo Cronenberg e per il peggio ancora Crialese. Con tre slot liberi a disposizione piazzerei One Day della Sherfig, Missione di Pace di Lagi, e Mozzarella Stories di De Angelis

  3. melancholia grande capolavoro, INQUIETO SFUGGENTE DISPERATO VISIONARIO. Purtroppo segnato dalle dichiarazioni imbecilli del regista.

  4. Sono curioso di vedere Pina prima o poi, so di gente che ha dovuto fare veri pellegrinaggi per poterlo vedere! Però me ne parlano in maniera contraddittoria, per alcuni bellissimo, per altri bello con riserva. Motivo in più per vederlo! Per il resto concordo in toto con il Terribile!!

  5. Carnage: alcuni passaggi mi sono parsi forzati. Lo rivaluterò, almeno in parte, con la visione casalinga in lingua originale, ne sono certo. This mustbe the place: protagonista che resta in superficie, non emoziona, e ne avrebbe avuto di roba sul tavolo per riuscire; occasione mancata. Melancholia: non accetto che non mi sia piaciuto; ci riproverò, pima di poter dire che la nostra relazione è a un punto fermo. A dangerous method: per favore; mi riguardo per la settimana volta Eastern Promises, almeno lì si percepiva La Mano del regista. Drive: ho molto goduto. Peccato aver perso Pina, spero di recuperarlo al più presto.

  6. film dell’anno:
    another year/mike leigh
    pina/wim wenders

    Non capisco come possa non essere piaciuto A Dangerous Method, con un grande cast all’altezza della situazione: un tributo alla relazione più sconvolgente del secolo scorso. Solo il finale basta per renderlo un must dell’anno.

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