C'è un gatto in tutti noi«Il gatto non offre servigi. Il gatto offre se stesso. Naturalmente vuole cura e un tetto. Non si compra l’amore con niente. Voi che amate i gatti, rammentate che i milioni di gatti che miagolano nelle stanze di questo mondo ripongono ogni loro speranza e fiducia in voi».

Chi l’avrebbe mai detto? William S. Burroughs, l’autore beat del visionario e controverso Pasto Nudo ci ha anche offerto un piccolo volumetto che parla di un grandissimo amore: quello verso i gatti.

Un libricino di 100 pagine che diventa una delicata dichiarazione nei confronti di quelli che sono i secondi amici dell’uomo.

Spesso preferiti al più fedele cane, gatti bianchi, gatti persiani, gatti di strada rivivono e diventano protagonisti delle pagine di Burroughs che, attraverso appunti sparsi, piccole note quotidiane e osservazioni, ci racconta il loro mondo, i loro pensieri e la loro psicologia.

Le testimonianze indicano che i primi gatti furono addomesticati in Egitto. Ed è questo il ruolo e la funzione che Burroughs affida al gatto, trasformandolo in compagno psichico e spiritello del focolare con cui dividere la propria esistenza.

L’amore nei confronti dei gatti diventa anche l’incipit per parlare dell’uomo, considerato dallo scrittore “l’animale più cattivo che esista”, e del suo rapporto con il mondo animale. Una relazione spesso violenta e di sottomissione.

L’effetto finale è commovente, forse perché Il gatto in noi riesce a risvegliare soavi esperienze personali.

E il libro diventa un piccolo gioiello che consiglio a tutti coloro che hanno avuto un gatto accanto. E anche a chi non l’ha avuto, perché potrebbe ricredersi.

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