Il concerto dell'orchestra di Auschwitz.Il 5 ottobre del 1944 il comandante del campo aveva deciso la liquidazione di seicento testimoni supremi; le parole rivolte all’orchestra furono queste: «Dobbiamo distrarre quelli che gasano gli altri». E così la piccola orchestra di Auschwitz nella sua ultima tournée a Birkenau suonò per il Sonderkommando (la squadra di prigionieri preposta alla liquidazione dei cadaveri che, dopo la camera a gas, venivano trasportati ai forni crematori); non sappiamo di preciso cosa, forse Bach, o Brahms, Wagner, Richard Strauss.

Due giorni dopo scoppiò una delle pochissime rivolte su larga scala. Non ci saranno superstiti. Tra il 28 settembre e il 3 ottobre 1944 arrivarono sedicimila prigionieri, tra i quali la maggior parte musicisti, direttori d’orchestra e compositori.

Le orchestre dei campi avevano varie funzioni: scortare a ritmo di marcia su un tema conosciuto – mattino, pomeriggio e sera – la partenza e il ritorno delle squadre di lavoro; rallegrare l’intervallo della domenica pomeriggio; festeggiare il compleanno dei comandanti di campo.
Ancor prima di essere sopravvivenza spirituale, l’esecuzione musicale nella quotidianità dei campi di concentramento rientrava nell’ordine degli scambi, della concorrenza, dei giochi d’influenza, della lotta per sopravvivere.

Qualche giorno fa Amnesty International ha pubblicato delle immagini satellitari e nuove testimonianze sui campi di prigionia della Corea del Nord.

«In una stanza di 50 metri quadrati ci possono stare anche trenta o quaranta detenuti. Il giorno inizia alle quattro di mattina con un primo turno di lavoro fino alle sette. Dalle sette alle otto si fa colazione con 200g di misera farina di grano malamente preparata. Poi inizia il turno dalle nove alle dodici, quindi pranzo fino alle tredici. Poi ancora lavoro dalle tredici alle venti. Dalle ventuno alle ventitré c’è la lezione obbligatoria d’ideologia del regime. Se non memorizziamo tutte le dieci regole etiche che ci vengono dette, non avremo il permesso per dormire. Funziona così tutti i giorni.
I duecento grammi di farina di grano vengono dati soltanto se il detenuto finisce tutto il lavoro che gli è stato assegnato. A ogni detenuto viene assegnato un pezzo di terra di circa 1157mq: se finisci solo metà del lavoro, allora riceverai solo metà del cibo. Capita spesso di vedere persone morire. Francamente, a differenza di quello che accade in una società normale, quando qualcuno muore ci sentiamo sollevati e non tristi perché se seppellisci un morto ti danno una razione di cibo in più.»

Il 18 ottobre 1944 gli ufficiali delle SS avevano fatto cantare un coro di detenuti per coprire il rumore di una fucilazione in massa di prigionieri russi.

Molti di questi canti rimarranno profondamente radicati nella loro memoria; soprattutto le canzoni del folclore tedesco imposto loro a forza. «Esse giaciono incise nelle nostre menti, saranno l’ultima cosa del Lager che dimenticheremo», scrive Primo Levi in Se questo è un uomo.

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