Ci sono libri che ti fanno arrabbiare. Che coinvolgono il tuo cuore in sensazioni tanto spiacevoli quanto necessarie per riflettere.
Sono i diari e le storie di guerra raccontate da bambine comuni e desiderose di realizzare i propri sogni futuri. Alcune ci riescono. Altre no. Ma i loro racconti rimangono impressi nella mente nel corso degli anni.
In principio c’era Anna Frank, che con il suo diario, e la sua vita, è ormai parte della storia.
Testimonianza fondamentale della seconda guerra mondiale, nonché voce di sensazioni e angosce di una bambina coinvolta suo malgrado nelle atrocità create dagli adulti.
Poi durante la guerra in Jugoslava, un’altra bambina ha deciso di seguire le sue orme e descrivere, giorno dopo giorno, emozioni e fatti di questo conflitto attraverso il suo Diario di Zlata. Al quale domanda “Io amavo la mia infanzia e ora una terribile guerra mi sta portando via tutto. Perché?”.
A Zlata Filipovic è stato riservato un destino migliore di Anna, anche se l’esperienza ha lasciato una traccia indelebile e una domanda che non ha mai trovato risposta.
Nel 2011 è arrivata Lina, protagonista del libro “Avevano Spento anche la Luna” di Ruta Sepetys. Personaggio di finzione, ma solo per alcuni versi.
La figura della giovanissima bambina pittrice, deportata dalla Lituania a un campo di lavoro in Siberia nel ’40 dall’esercito russo, è l’emblema della silenziosa carneficina operata dai comunisti ai danni della popolazione lituana.
Una finzione come quella di Piccola Guerra Perfetta di Elvira Dones ma viva e impressionante perché nata dall’accurata ricerca – e sintesi di storie vere – della scrittrice.
Quello che è hanno in comune questi libri è il male. Il male che ha attraversato questo secolo assumendo forme diverse.
Senza colori e bandiere, questo male non appartiene a una sola fascia politica o a un solo uomo, e si contrappone all’innocenza di bambine senza colpe.
Un male che fa male.