Gino GirolomoniL’ho incontrato tante volte, dalle conferenze sul biologico con “Alce Nero”, ai bellissimi convegni che organizzava a Montebello – come l’ultimo straordinario su Maria Maddalena – e mi incuteva sempre un certo timore. Lo si percepiva come una roccia, capace di volare in alto nel cielo.

Da ieri Gino Girolomoni non sogna più.
In memoria di un uomo unico pubblichiamo un suo scritto recente.

Montebello, 17 gennaio 2011
Volavano i falchi, sopra il Monastero di Montebello, numerosi, quando ci arrivai la prima volta.
Il luogo mi attraeva più di una donna bella, anche se era circondato da un silenzio inesorabile che non voleva arrendersi al nulla.
Fu quella attrazione fatale a catturarmi ma che innescava una raffica di domande: come fare ad arrivarci, cosa fare lì, con chi, solo il perché era evidente.
Credo di poter dire che le riflessioni fatte a Isola del Piano sulla cultura delle campagne siano state di altissimo livello, tanto da attrarre personaggi come Quinzio, Tombari, Volponi, Bo, Ceronetti.

A me e Tullia si unirono per primi quelli che erano attratti da un’idea di religione legata al luogo (a cominciare dal 1971), poi quelli con cui abbiamo costituito la Cooperativa Alce Nero nel ’77, poi alcune famiglie che ci vengono ogni settimana per gli stessi motivi per cui i monaci ci hanno abitato per 500 anni. Poi sono arrivati dei collaboratori valenti, capaci di gestire le varie aree di lavoro della Cooperativa, che ci hanno aiutato a consolidarla e a farla diventare il riferimento dei più importanti importatori di pasta biologica di tutto il mondo.
Montebello
In quarant’anni di cammino i nostri nemici più testardi sono stati le Istituzioni: prima ci sequestrarono i prodotti perché integrali poi, non riuscendo a incriminarci, li sequestrarono perché dichiarati “biologici”. Questa storia durò per ben 17 anni! Sono stato rinviato a giudizio perfino per aver sparso il letame di venti mucche senza aver chiesto il consenso dell’ASL. Quella brava gente non ci ha mai nemmeno pensato di pretendere la stessa autorizzazione anche per spandere i diserbanti. Uno dirà: “almeno il Comune vi sarà stato vicino?”. Neanche per idea! Un’amministrazione comunale che è stata lì per 30 anni ha cominciato la sua carriera con un’ordinanza di demolizione di tutti i fabbricati della cooperativa e, non essendoci riuscita, ci ha ignorati per tutto quel periodo. Essendo questa una realtà protetta dall’alto (e per “alto” non intendo i governi), siamo andati avanti e oggi siamo contenti dei 50 amici che ci lavorano e delle 100 famiglie agricole che ci hanno seguito e che sono diventate socie.
Mi auguro che, con la nuova amministrazione comunale, possiamo puntare insieme alla valorizzazione di un prodotto che viene al mondo, in tutto il suo ciclo produttivo, qui a Montebello, che è il grano antico che con caparbietà e perseveranza (il nostro stile) abbiamo selezionato per trent’anni e che si chiama GRAZIELLA RA.
Inshallah.

Gino Girolomoni

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