La parte migliore del giorno di Philippe Delerm è un libricino di 155 pagine.
Delizioso, semplice e chiaro, ha un protagonista che potrebbe essere catalogato come “strano”. E che per questo non si può non amare.
Molte recensioni lo definiscono “senza pretese”, ma proprio perché così semplice, questo romanzo apre al lettore la possibilità di infinite riflessioni.
Il libro racconta la storia del Signor Spitzweb, discreto impiegato parigino dalla vita monotona e tranquilla, che decide di aprire un blog nel quale raccontare il presente e le persone che lo abitano, attraverso la lentezza di un gesto dimenticato: l’osservazione analitica.
Arriva preso la “web-celebrità” a stravolgere la vita dell’impiegato, e Spitzweb dovrà fare i conti con l’essere diventato “qualcuno”.
Come in un romanzo di Amelie Nothomb, la semplicissima storia del Signor Spitzweb si trasforma in un’analisi sulla società contemporanea. Una riflessione che sottolinea l’importanza di fermarsi e vivere il momento, di lasciarsi andare alla lentezza e all’osservazione delle piccole cose.
E nel libro si parla in parte anche di blog, come nuovo strumento di espressione, ma anche di eccessiva esposizione.
Le descrizioni dell’umana natura, dal punto di vista di un uomo solo, sono vere e precise. E il messaggio che il libro vuole lanciare merita davvero di essere colto.
Per cui leggere questo libro è sicuramente un buon passo per fermarsi un momento.
Dagmara Bastianelli
Ho letto alcuni libri di Philippe Delerm e mi sono piaciuti molto.
Ad esempio “La prima sorsata di birra” l’avevo trovato trovato davvero tanto interessante: diversamente dal libro da te recensito, non è un romanzo, ma una raccolta di episodi slegati, connessi solo dal fatto di rappresentare momenti piacevoli o legati a emozioni specifiche in cui ognuno di noi può riconoscersi.
La cosa che più mi ha colpita di questo scrittore è, come dici anche tu nella recensione, il fatto che parli di lentezza e osservazione delle piccole cose.
E lo trovo davvero tanto interessante.