C’erano una volta persone che avevano una vita semplice e completa, all’insegna del contatto con la natura e del rispetto nei confronti degli altri esseri viventi.

C’erano una volta racconti attorno al camino, una vecchietta che aveva il dono di rendere fertile la terra che toccava, un forte spirito di collaborazione e l’amore per un lavoro quotidiano realmente sentito e mai alienante.

C’erano storie che oggi non ci sono più.

Ultime notizie dal Sud” di Luis Sepulveda e “Il volo della martora” di Mauro Corona raccontano due regioni della terra apparentemente distanti, ma unite da un destino comune.

Ultime notizie dal Sud” di Luis Sepulveda è una meravigliosa cronaca del viaggio di uno scrittore e un fotografo che, armati di una Moleskine e una Leica, partono per la Patagonia alla ricerca di storie.

Tra paesaggi mozzafiato e luoghi dove il tempo sembra essersi fermato vengono a contatto con realtà in via d’estinzione, fatte di natura e artigianato, suggestive leggende e vite avventurose.
Nel deserto si può incontrare una persona in cerca del legno perfetto per un violino speciale. In un bar il discendente di Davy Crockett. A El Bolson, un vero folletto.

Ma si tratta di ultime storie. E l’avventura si trasforma in un addio che racconta di una regione scomparsa, cancellata dall’avidità dei potenti della terra.

Un libro estremamente triste, che ricorda “Il volo della martora” di Mauro Corona, potente racconto che ricorda il Vajont e la vita della sua gente prima della disgrazia.

Sono storie dal sapore montanaro, che hanno per protagonisti falegnami e cacciatori che nutrivano nei confronti della natura un rispetto misto ad amore.
Sono racconti che parlano di animali, di fiori e di alberi, ma anche di sentimenti, di aspirazioni, di valori. Tutti scomparsi.

Le pagine si susseguono riempiendosi di calore e umanità e, a volte, anticipano quello che sarebbe stato il destino della gente del Vajont, nonostante la valanga.

Emblematico è il racconto dell’avvento di nuove possibilità lavorative e di una maggiore disponibilità di denaro e, di conseguenza, dell’arrivo della prima televisione. Una televisione che sostituisce immediatamente il consueto momento del racconto attorno al fuoco.

Un evento che diventa una delle prime cause della lenta e inesorabile trasformazione della gente del Vajont, resa dal capitalismo più solitaria, più fredda, più chiusa. E soprattutto dotata di sempre meno parole.

I racconti di Mauro Corona e Luis Sepulveda sono storie che ci riguardano, che ci ricordano l’importanza di ridimensionare il concetto di crescita e sviluppo.
Svuotati di contenuto, senza tradizioni e valori, schiavi dei consumi e privati della stessa facoltà di immaginare o semplicemente di pensare, diventiamo peggiori dimenticando completamente la magia del mondo che ci circonda.

E i libri si trasformano in viaggi di commiato che raccontano una favola dal triste finale.

 

Dagmara Bastianelli

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