Non è l’unico fadista nato nella Mouraria, tutt’altro, ma Fernando Mauricio rappresenta una vera e propria leggenda. In questo rinnovamento deciso dell’antico quartiere moresco, la sua gigantografia campeggia in molti muri delle stradine che si inerpicano verso il castello, partendo dal centro commerciale che si apre su Martim Moniz. Fernando avrebbe compito ottant’anni lo scorso 21 novembre, ma ha sfiorato solo i 70, essendo deceduto per infarto nel luglio 2003. Qui lo sentiamo in “Igreja de Santo Estevao”, guarda caso una chiesa dell’Alfama.

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Quando il fado è entrato nella televisione portoghese come fenomeno sempre più sociale, Fernando ne è stato protagonista fino in fondo, e a lui si deve la popolarità di questa musica, respirata fino all’ultimo nelle situazioni più popolari e vere. Sono tanti che lo ricordano e che ancora di emozionano per le sue interpretazioni ascoltate nei locali o nei teatri di Lisbona. Una presenza notevole, quei baffi al vento che lo fanno notare e sotto i quali si disegna sempre un sorriso di gioia per la musica, per i suoi fedeli spettatori, attratti non solo dal fascino, ma soprattutto dal cuore di questo cantante. Eccolo in “Fui dizer-te adeus aos cais”.

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Molti riconoscimenti sono arrivati a Fernando Mauricio, anche il premio del presidente della Repubblica. Ma soprattutto sono le soddisfazioni ricevute dalla gente comune e dai colleghi che lo hanno fatto diventare uno dei personaggi più amati e più rimpianti del fado. Qui è con Francisco Martinho nel notevole duetto “O leilao da casa da mariquinhas”.

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Già abbiamo parlato qui del Grupo desportivo de Mouraria e della sede di Travessa Nazaré al numero 21. Ebbene, la sala auditorio del centro è dedicata a Fernando Mauricio. Qui vi si svolgono le lezioni di guitarra e di canto, dirette da Francisco Rebelo, e qui ci sono di volta in volta spettacoli che coinvolgono il quartiere.

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Più in basso, in una passeggiata che in discesa è ancora più piacevole, arrivando a rua Guia e percorrendola, si giunge al Largo da Severa. Come noto, Helder Moutinho vi ha aperto una “casa de fado” che ripropone il nome di Maria Severa. La Casa da Severa sta facendo un’opera molto intelligente di divulgazione del fado, ma anche di socializzazione, decisamente in linea con la nomina del fado come patrimonio immateriale dell’umanità, patente ben meritata che è stata concessa dall’Unesco due anni fa. Per questo le istituzioni, in primis Camara Municipal e Museu do fado e da guitarra portuguesa, contano molto su questo luogo. Proprio alla Casa da Severa, ecco Helder interpretare uno dei brani più belli: “Sou do fado”.

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Se non foste al mio fianco, il fado non ci sarebbe: quale frase migliore per dare il senso di ciò che è questa musica! L’incontro fra persone, ideali ed emozioni. Ogni volta, in una taverna tipica, è come la prima volta, la stessa sensazione di scoprire un qualcosa che in fondo abbiamo dentro. Tutti siamo autori di un poema cantato per un destino che ho inventato.

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