Questa storia è un’avventura editoriale. Una storia forse bizzarra, ma come le storie che uno non può immaginare. A meno che non se le ritrovi davanti, cammin facendo.
Nel 2002 in Italia venne pubblicato un libro dalla Mondadori, per nulla pubblicizzato, che in poco tempo raggiunse i vertici delle vendite. Il Corriere della Sera lo segnalava tra i 10 libri più venduti. Seconda e poi terza ristampa in pochi mesi. Finché le librerie non lo ricevettero più e le vendite si azzerarono. Il libro scomparve nel nulla. Iniziarono le recensioni negative (di un libro che non si trovava più, si badi bene!).
Non si trovava neanche su internet. La casa editrice sciolse il contratto con gli autori. Venne cancellato dai cataloghi dell’editore. Non c’era più. O meglio, scomparve in lingua italiana, la sua lingua originale.
Ma divenne un bestseller internazionale, tradotto in 26 lingue e venduto in 60 paesi. Essendo romanzo storico, lo superava solo “Il Nome della rosa”. Ce l’avevano anche in Ucraina, in Bulgaria. I diritti del libro all’estero venivano comprati a scatola chiusa. Ma in Italia non si trovava, in italiano non lo si poteva leggere. Alla fiera del libro di Francoforte gli editori stranieri si fecero grasse risate in faccia agli editori italiani che pure non seppero che dire davanti a tale situazione. Spuntò un altro editore italiano che si propose per la pubblicazione, ma poi si dileguò. Il libro originale si salvò solo grazie a un editore olandese che decise di pubblicarlo in italiano.
Parlare di carta stampata non è così diverso rispetto al parlare di cibo, piuttosto che di stoffe. Noi, qui dove viviamo, troviamo solo quello che la distribuzione sceglie di farci trovare. Il mercato, voglio dire, decide lui cosa proporti. E questo vale anche (e soprattutto, in certi casi) per il mercato editoriale. Tu puoi decidere cosa leggere, ma non è detto che nelle librerie a tua disposizione tu possa trovare tutto ciò che sia meritevole di essere pubblicato. Primo perché chi decide il catalogo dei libri da vendere è una persona che come noi ha i suoi gusti, ma che ancor di più, se è furbo, studia delle previsioni di vendita o peggio ancora si regola in base al tempo di pagamento che ha con il suo fornitore. Secondo, la pressione del marketing editoriale è una cosa da far tremare le ossa. Ed è l’editore che, a monte, decide cosa pubblicare e cosa no.
Riguardo il primo assunto: non ti è mai capitato di entrare in una libreria che sembra un supermercato o peggio ancora nella libreria dentro un supermercato? Dove la grafica dei libri è composta di sconti e promozioni? Dove non vedi più la copertina, ma solo il prezzo? Non hai mai preso in mano libri fatti di aria dove non esiste nemmeno uno straccio di quarta di copertina o, se c’è, è tutta fatta di referenze?
Riguardo il secondo assunto: Non hai mai comprato un libro solo perché era dato ai primi posti delle classifiche? Stilate da chi? Stilate per quale motivo? Si chiama Marketing. E per quanto io tenga in grande stima la scienza del Marketing, quello dell’editoria a volte mi lascia molto perplessa.
Detto questo, torniamo al libro proibito.
Ho comprato il libro l’anno scorso via internet dall’editore olandese, che me l’ha spedito per la modica somma postale di 4 euro e fatto pervenire molto in fretta. La storia del libro forse non ti è nuova. Ma io te l’ho raccontata per amore di resistenza attiva: tutto quello che leggi di rivoluzionario ha in realtà passato rigidi “controlli” prima di essere pubblicato. Rivoluzionario in Italia è una parola finta in certi ambienti. In realtà ciò che di veramente rivoluzionario esiste nell’ambito dell’editoria non è così semplice da reperire in giro. Primo perché non è pubblicizzato, secondo perché magari non viene pubblicato. Siamo il paese della cultura gattopardiana, non dimentichiamolo.
Se un libro da fastidio non si trova. “Imprimatur” (così si chiama il libro di cui ti ho raccontato) è stato letteralmente boicottato. Per quanto gli autori abbiano tentato ogni via, alla fine hanno ceduto e si sono rivolti al mercato estero, dove credo che tra l’altro si siano presi delle belle soddisfazioni. Monaldi & Sorti per un bel po’ sono stati profeti esiliati in patria.
Ora il libro lo si trova, io l’ho letto e non ci ho trovato così tanto di fastidioso o rivelatorio. Giordano Bruno Guerri ne ha scritti di ben più fastidiosi, se vogliamo metterla in questi termini. Ma anche lui non ha vita facile a tutt’oggi. Roberto Saviano con “Gomorra” ha scritto forse il “fastidio” per eccellenza per certa gente.
La famosa verità che rende liberi è una scommessa assai ardua e costa un prezzo molto alto, ancora nel 2010.
Nihil obstat quominus imprimatur: non esiste alcun impedimento al fatto di essere stampato. Con questa formula la Chiesa Cattolica autorizzava la stampa fino al 1966. Ma io l’avevo premesso che questa era una storia bizzarra…