L’ho pensato subito quel post,
fin da quando uscì la prima notizia che riferiva di una accusa di violenza sessuale ad Assange. Fu il primo pensiero: i servizi segreti di tutto il mondo, per la prima volta nella storia, sono uniti verso un obiettivo. Certo non poteva muoversi l’America in prima battuta.
La Svezia, uno stato perfetto per organizzare un colpo perfetto.
E’ stata – ripeto – solo una fantasia, e ho pensato di farci subito un post, ma poi, un po’ la mancanza di tempo, gli acciacchi, e anche, a dir la verità, il timore di fare illazioni contro le dichiarazioni di donne che denunciavano violenza da parte di un uomo… mi hanno indotto a tenere per me i miei pensieri.
Ieri e oggi, leggendo Naomi Klein ed altre donne che avanzano sospetti mi sono sentito in buona compagnia.
Continuo ad avere molti dubbi, anzi dentro di me ne sono certo: lo vogliono fermare con ogni mezzo.
Wikileaks è una cosa senza precedenti e a mio modo di vedere si determina una sorta di spartiacque storico legato al ruolo dell’internet nel mondo. E’ solo grazie alla rete che un subbuglio diplomatico e una condivisione di informazioni riservate è stata possibile. Grazie a internet.
Forse fra qualche tempo si dirà: “prima di internet”, “dopo internet”.
Pereira
@Pereira
La cosa che fa pensare del caso Assange è il giro di soldi che queste notizie, che portano discredito a questo o a quello, producono.
Dietro ci sono i media che usano queste informazioni per fare affari proprio con la rete di Assange.
E’ un caso Corona a livello planetario, alimentato dalla potenza di Internet. Tutto parte dal pressappochismo dei vari sistemi diplomatici e tutto viene esaltato dalla spasmodica ricerca di business nei media che ormai permea le nazioni più evolute del pianeta.
E’ la dimostrazione di un modello apparentemente di progresso, in realtà caotico,indeterminato su tutto tranne che sulla ricerca spasmodica del guadagno.
Personalmente non mi sento rappresentato da questo modello imperante.
Spero che imploda e che ciò costringa tutti quanti a ricercare nuovi modelli di coesistenza.
Purtroppo la storia dimostra che nuovi modelli che nascono sono preceduti sempre da grandi tragedie.
Vorrei segnalare un articolo davvero brillante!
Ecco come comincia il processo di sputtanamento e di perdita di credibilità (per colpa di alcuni media) di un uomo che ha, oltre a tanti lati oscuri, grandi meriti: Julian Assange eletto Rockstar dell’anno da Rolling Stone Italia. Ecco, leggetevi la motivazione, c’è da rabbrividire. “Il rock informatico dell’argentato Assange sarà quello che porteremo con gioia insieme a noi per l’intero 2011. È l’angelo sterminatore di ogni segreto dei poteri marci. È l’Uomo che cadde (dalla Rete) sulla Terra. La sua somiglianza col David Bowie del film di Nicolas Roeg del 1976 (“The Man Who Fell to Earth”) è semplicemente impressionante.
La sua strategia è degna dei migliori fumetti Marvel e dell’intero immaginario del “villain” platinato che mette in pericolo i potenti del pianeta, dagli anni Sessanta a oggi, passando per il cyberpunk di William Gibson e il ciclo di “Matrix”.
Assange è icona come Che Guevara sulle magliette, come Mao per Andy Warhol. È il capo pop della fine della diplomazia e della sicurezza imperiale. Assange è la vera stella rockroll degli Anni Tremila.”