Ieri, 4 gennaio, è andato in onda sulle frequenze di Radio Rai un programma che mi ha suscitato un brivido.

Si chiama Radio City, è un “programma di approfondimento” e il tema che trattava era l’avvenuto varo della legge che stabilisce, per le prossime elezioni europee, uno sbarramento del 4%; le forze che non raggiungeranno quella quota, anche mancandola di un voto, rimarranno fuori e i loro elettori saranno quindi senza rappresentanza.

Non entro nel merito della cosa e delle sue conseguenze sugli equilibri politici. In realtà lo sbarramento (spesso al 5%) esiste in quasi tutti i sistemi elettorali europei, anche se sono tutti migliori del nostro.

Tornando a Radio City, solitamente in questo tipo di programmi, il costume è quello di invitare due interlocutori con posizioni diverse in modo da ascoltare le classiche “due campane”, come vuole la famosa e a volte mal intesa “par condicio”.
Nello specifico dell’argomento le due posizioni antagoniste erano ovviamente quelle dei favorevoli e dei contrari all’introduzione dello sbarramento, e non certo le tradizionali “campane” di destra e sinistra, tanto che fra i contrari si andava da Rifondazione, ai Verdi, a Storace.

Per ciò sono rimasto basito nel sentire, una volta annunciato il tema della discussione, che venivano intervistati Bonaiuti (Pdl) e Fassino (Pd) che hanno votato insieme e quindi detto esattamente le stesse cose. Poteva esserci contraddittorio?

Domanda: quella che si è votata in aula è stata una “legge che riforma e semplifica la vita politica” come ha commentato Veltroni. Se lo dice lui..
Rimane un dubbio: a Radio Rai è andato in onda un infortunio o le prove tecniche del “nuovo sistema democratico” all’insegna del pensiero unico?

Ora e sempre resistenza.

Pereira

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