Il crollo delle borseCari amici, ben trovati! Fino ad oggi ci siamo impegnati a portare prove a supporto di quella che è sempre stata la nostra tesi, ovvero che la crisi del secolo non sia affatto finita, a dispetto di quello che tentano di dissimulare i governanti di turno, o almeno quelli meno seri (ne abbiamo diversi esempi qui in Italia…) e che la pseudo-ripresa vissuta nel 2009 (già quasi sfumata in questo 2010) altro non sia che un fisiologico rimbalzo, seguito ai crolli del 2008. Quello che in borsa viene chiamato rimbalzo del gatto morto.

E dal nome penso che già si possa evocare il significato, senza che lo spieghi io! Dicevamo insomma che il calo dell’economia mondiale si sarebbe semplicemente arrestato, ma che poco o niente stia ripartendo. Ed infatti nelle ultime puntate parlavamo del risorgere della paura, insita nelle conferme del rischio sistemico che si è tutt’altro che azzerato. Nonostante questa, ancora si possono osservare tante delle cattive abitudini che ci hanno portato a questa tragica condizione attuale (devo motivare l’uso di questo aggettivo, tragico? O ci basta vedere i disoccupati intorno a noi, i capannoni abbandonati, le saracinesche abbassate, i tagli agli stipendi pubblici e ai fondi a disposizione degli enti locali, con conseguenti sforbiciate ai servizi essenziali?).

Negozi chiusi e saracinesche abbassate per la crisi

Ci sembra allora il caso di fare ancora una volta un passo indietro, e di ripartire dalle origini di questa crisi epocale, per vedere cosa l’ha provocata, e cosa ne è rimasto. Fare un pò di memoria è sempre utile per evitare che le tragedie si ripetano, o almeno per tentare di fermarle! Scusate il lungo prologo, ma in questo mondo che dimentica tutto, e che rimuove all’istante ciò che di brutto ci si trova a scoprire, ci pare essenziale ripetere spesso le cose.

Arriviamo al titolo di questa nuova puntata: privatizzazione dei profitti, socializzazione delle perdite. Che è proprio l’eredità attuale di questa situazione mondiale, ed è importante che ce ne rendiamo conto. Che è proprio l’eredità di questo infimo modello consumo-capitalistico che lasciamo che guidi quasi tutto il mondo evoluto, se così lo si può ancora definire. Ed è importante che ci rendiamo conto anche di questo. Perchè abbiamo lasciato che le lobby massimizzassero i loro profitti, privati ovviamente (anche a discapito dei nostri diritti) spingendosi a livelli diventati insostenibili, e perchè poi abbiamo pure lasciato che, scoppiato il bubbone, la bolla, gonfiata dagli stessi speculatori, chi governa questo misero mondo scaricasse su di noi le perdite di tutto ciò. Perchè? Come? Lo vedremo nel corso della puntata.

Premetto che ciò che vi sto per dire sarà giocoforza una semplificazione, sia perchè un discorso troppo tecnico rischierebbe di essere difficile da digerire, sia perchè effettivamente la realtà moderna è molto complessa, ed in più la globalizzazione mondiale intreccia nodi che si perdono per il pianeta… Facciamo questo salto indietro nel tempo, un tempo recente; e nello spazio, portandoci negli Stati Uniti, perchè è da lì che prese inizio la crisi peggiore dal crollo del ’29. In un sistema consumo-capitalistico ormai al suo apice, in particolare nel suo paese di elezione, gli Usa, comincia a diventare difficile spingere un mercato già più che saturo. Gli eccessi produttivi sono evidenti. Tutti hanno tutto. Bisognerebbe cominciare a ridurla, questa produzione, ma questo significherebbe, per le multinazionali, ed in particolare per le banche, rinunciare a sfornare utili a crescita esponenziale.

Così si arriva a spingere, in particolare, il mercato più redditizio, quello immobiliare, che da solo concorre a buona parte del PIL. Solo che ci sono due problemi: il primo, è che tanti hanno già una casa di proprietà, il secondo, è che quasi tutti i cittadini hanno già anche un livello di debito personale elevatissimo, abituati come sono, direi quasi allevati, a non risparmiare nulla e spendere o investire tutto! In un mercato così maturo, ci si deve inventare un modo per spremere ancor più i contribuenti, e si trovano due soluzioni: la prima è stata di andare a raschiare il barile, ovvero concedere mutui per l’acquisto di case anche a chi era considerato un cattivo pagatore, ai cosiddetti livelli sub-prime, di basso livello, a quelli insomma che non garantiscono il pagamento delle rate perchè in condizioni economiche precarie.

Come seconda soluzione, si cerca di invogliare a comprarne una nuova, chi una casa ce l’aveva già , concedendo mutui aventi come garanzia la casa stessa, valutata fino al 120% del suo stesso valore. Cioè mi viene concesso 120, garantito dalla mia casa che ne vale però solo 100. Si dice che si fosse arrivati ad una tale frenesia immobiliare, che c’era chi cambiava casa ogni due anni. Si noti bene che queste due soluzioni determinano anche due grossi rischi per chi concede questi mutui, cioè le banche, e per chi li sottoscrive ovviamente: il primo è che i clienti dei cosiddetti mutui sub-prime non riescano a ripagarli, essendo già messi maluccio in partenza, ed il secondo è che quelle case con mutui sopra al 120% del valore si svalutino, arrivando a non coprire più la garanzia. E’ quello che puntualmente succede.

Si avverano entrambi i rischi. Gonfiandosi questa che ormai è diventata letteralmente una colossale bolla immobiliare, l’inflazione sale (anche per motivi concomitanti, come i rialzi del prezzo del petrolio) e, come accade in questi casi, per contrastare questo fenomeno, anche i tassi ufficiali applicati dalla banca centrale, che erano a livelli davvero bassi, cominciano a farlo. Dovete sapere che il tasso ufficiale di sconto equivale praticamente al costo del denaro, quindi se i tassi sono bassi costa poco prendere in prestito denaro (e quindi si aiuta la produzione, ed il rialzo dei prezzi, cioè l’inflazione), mentre se i tassi salgono, avviene ovviamente il contrario, cioè il denaro costa molto, gli investimenti calano, la produzione pure, i prezzi pure, e di conseguenza si abbassa l’inflazione. Però appunto il denaro costa di più.

Cosa succede quindi secondo voi ai poveretti, moltissimi, che si sono lanciati nell’accensione di mutui per la casa, a tasso variabile, cioè non fissato alla stipula del contratto, ma legato al tasso di sconto ufficiale? Succede che si ritrovano a pagare rate del mutuo casa sempre più alte! E tanti di quelli che erano a rischio cominciano a saltare, i sub-prime insomma. Ma anche molti degli altri, visto il lievitare dei tassi di interesse. Cosa significa? Che a molti di questi poveri cristi cominciano a venir pignorate le case, non avendo rispettato i pagamenti. Cosa questa che, unita al peggioramento della congiuntura economica, fa scendere sempre più il valore degli immobili stessi. Ovviamente, immettendo nel mercato tante abitazioni a prezzo di asta, quelle pignorate, si abbassano i prezzi anche delle altre, amplificando tragicamente quanto detto sopra in una spirale distruttiva devastante! Per i poveri proprietari di case, ma anche per le banche, che cominciano a non veder più pagati i mutui concessi.

Il crollo della Lehman Brothers Bank

Arriviamo al momento del crollo più grosso della storia, quello della Lehman Brothers, una delle banche più grandi del mondo. Ci sarebbero ancora da dire tante cose, ma prima di terminare la puntata odierna, metteremo in evidenza la parte più marcia della storia. Quella che rende bene l’idea della perversione raggiunta dal sistema bancario, ai limiti, ma forse oltre, mi permetto di dire, dell’illegalità. Stiamo parlando della famigerata finanza creativa. In cosa consiste? Avete presente quanto detto sopra?

Concentriamoci sulle banche che concedono mutui sub-prime. Che si assumono quindi un rischio maggiore di non essere pagate (chiedendo interessi più alti, logicamente). Molte di queste banche si inventano un sistema per alleggerirsi dei rischi di questi mutui, facendo ricorso ai famigerati derivati. Che altro non sono, che un diritto ad avere uno spezzatino di qualcosa riferito ad un certo sottostante. Parlo arabo? Facciamo l’esempio del caso nostro, che è più semplice! Io banca ho concesso a Pinco Pallino un mutuo del valore di 100. Devo quindi avere da lui 100. Però ho paura che lui non riesca a darmi questi 100, perchè so che naviga in cattive acque. Così prendo questi 100, li divido diciamo in 10, e metto dentro ad altri prodotti, delle obbligazioni, questi diritti ad avere ognuno 10 da Pinco Pallino. Così mi prendo ancora gli interessi da lui, ma mi libero del rischio di non riprendere il mio capitale, addirittura guadagnandoci ancora, perchè le suddette obbligazioni le vendo, non le regalo mica! E’ la moglie ubriaca con la botte piena! Un’obbligazione è un titolo che un emittente (in questo caso la banca) vende a 100, concedendo al compratore di riprendere i suoi 100 più un piccolo interesse.

Il problema ulteriore, la parte finale di questa colossale globale letale truffa, è che le obbligazioni per essere vendute hanno un giudizio di merito, quello che concedono anche qui le famigerate agenzie di rating. Quindi se io investitore volessi comprare dalla tal banca un’obbligazione XY, dovrei sapere se questa è più o meno rischiosa, guardando il suo rating, appunto. Ebbene secondo voi le obbligazioni con in mezzo i debiti del povero pinco pallino, erano sicure o no? Diremmo proprio di no. Cioè dovevano avere un brutto giudizio. Ed invece le agenzie di rating, Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch, colluse con le banche emittenti – o nel migliore dei casi incapaci di effettuare una valutazione appropriata – assegnano a questi prodotti addirittura il massimo del rating, una tripla A!

Titoli tossiciQuesti prodotti, queste obbligazioni, contenenti pezzi di debiti inesigibili, diventano inesigibili esse stesse, creando grossi problemi ai possessori, fossero esse altre banche, fondi di investimento o investitori privati. Ecco i famigerati titoli, o asset, tossici. A catena, cominciano a non venir ripagati i mutui dai vari Pinco Pallino, e cominciano a fallire le banche molto esposte verso l’immobiliare, ma anche quelle molto esposte verso i derivati dell’immobiliare. Si viene a creare un tale cataclisma, che comincia a dissolversi completamente la fiducia nel sistema finanziario. Le banche infatti non prestano più denaro non solo ai privati, sempre più in difficoltà, ma neanche alle altre banche, temendo che queste siano piene dei terribili titoli tossici, e quindi a rischio fallimento esse stesse.

E’ il collasso, la paralisi. In un mondo globalizzato, dagli Stati Uniti questa crisi si estende un pò a tutto il pianeta. Devono intervenire pesantemente i governi, e le banche centrali, per tentare di rimettere in moto il sistema. Forse facendo più danni che altro. Vista la mancanza di un’idea nuova di sviluppo, di economia, le soluzioni assomigliano alle cause stesse del male. Vedremo meglio nella prossima puntata…

3 Commenti

  1. Saluto Eveerardo e lo staff di Radio Pereira.
    Ieri l’H SCroce di Fano (Otorino)mi ha dimesso.
    Sono un pò , diciamo così, scocciolato, per cui il mio commento, per ora, sarà breve.
    Come si supera il consumo-capitalismo ?
    Il discorso è lungo ma, per prima cosa occorre, a mio avviso, ri-nazionalizzare le banche centrali.
    Sono loro che, con la stampa della moneta, con l’uso smodato della riserva frazionale e addirittura con la finanza creativa dei titoli tossici, creano ciclicamente questi casini.
    A chi affideremo le banche ri-nazionalizzate?
    Non certo a questo sistema politico corrotto ed incompetente !
    Quindi, prima ancora, occorre ricostruire una classe politica all’altezza del compito.
    E’ un’ azione lenta di ristrutturazione che implicherebbe molto tempo e quindi, nel frattempo, come dice spesso Pereira, bisognerebbe semplicemente “nuotare”.
    Stamattina,ad esempio, mi sono goduto, a colazione, l’ottimo Ilvo Diamanti alla radio su Prima Pagina.
    Questo significa “nuotare”.

  2. Una spiegazione semplice di ciò che è complesso per noi che non mastichiamo di queste cose,un sincero grazie,in attesa della prossima puntata.

  3. Non sopporto nel modo più assoluto i compensi anche se alla luce del sole a un solo individuo quando supera dieci volte quello di un onesto lavoratore che oltre ai bassi salari non è mai sicuro se quella miseria gli sarà corrisposto anche il mese successivo. i dirigenti di aziende e di banche oltre i burocrati e politicanti dovrebbero sparire dalla faccia della terra, si dovrebbero vergognare loro e i loro figli quando si rendono conto di essere dei grandi parassiti che si stupiscono quando sentono di un quasi cieco che ha rubato poche centinaia di Euro, anche se è comunque ladro e parassita non si possono paragonare.

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