La Cricca Cosa ci stanno imponendo infatti, se non una moderna dittatura che rimane all’interno dei sistemi cosiddetti democratici, le potenti forze economiche e finanziarie, col beneplacito di una classe politica prona al volere di queste?

Era tanto che non scrivevo più su questi spazi a me cari, a causa dell’età che avanza, del continuo lavoro di analisi di questa realtà contemporanea così complessa, e soprattutto dell’avvilimento che mi ha attanagliato negli ultimi tempi, nel vedere sempre più stati abdicare al loro dovere verso i popoli che rappresentano, pur di salavare il sistema economico-finanziaro, e le lobby che lo governano.

La Festa della Liberazione mi costringe però ad uno scatto di orgoglio, ad un sussulto di patriottismo, a riprendere questa lotta contro la deriva che stiamo subendo. E questo non può non portarmi ad alcune, doverose considerazioni sulla situazione del nostro povero paese, così afflitto e derelitto.

Partendo dal ruolo del presidente Napolitano, che oggi festeggia la liberazione dal nazifascismo proprio nella mia città di origine. E’ il vecchio uomo del PC che ci ha infatti liberato dal precedente premier, di cui eufemisticamente eravamo poco orgogliosi, a causa della dubbia caratura morale, delle frequentazioni pericolose e soprattutto dei conflitti d’interesse mai risolti.
Lasciandoci però in mani tutt’altro che rassicuranti, quelle di Mario Monti, rappresentante proprio di quel mondo della finanza e delle banche che ha gettato nel caos, e quasi distrutto, il tessuto sociale, economico e produttivo, di tutto il mondo occidentale.

GSIn un tempo che ormai sembra lontanissimo, la fine del governo Berlusconi si consumava sotto le sirene allarmanti del fantomatico spread che si impennava senza sosta. Fu questo l’allarme che portò il presidente Napolitano a cedere il bastone del comando ad un governo, non eletto democraticamente, che pare rispondere più ai dettami della BCE, che a quelli di un popolo italiano allo stremo delle forze.

Ed infatti il premier Monti, in questi pochi mesi di governo (e già dopo le prime sanguinose finanziarie di Tremonti) è riuscito ad elaborare misure draconiane che hanno impoverito in un battito di ciglia gli italiani di tutte le classi sociali, senza intaccare veramente le vere lobby del potere economico, nè ridurre le spese inutili dello stato, da quelle in armamenti agli scandalosi costi della politica.

Le tasse sulle prime case e perfino sui pagliai, ma non sulle fondazioni bancarie, i drastici colpi alle pensioni dei cittadini, ma non a quelle dei parlamentari, i minacciati e quasi certi tagli alle garanzie dei lavoratori, ma non ai rimborsi elettorali, sono la prova manifesta di quanto sia assente dall’attività di questo governo, appoggiato da Napolitano e dai principali partiti, la tanto sbandierata equità sociale.

Al contrario, l’Italia è ora con uno spread un poco più basso (che rimane comunque sempre sotto la mano oscura della speculazione finanziaria) ma con uno stato sociale impoverito, e con una produttività azzerata che non lascerà spazio ad altro che ad una profonda recessione, senza vie di fuga. Tante tasse sono state inventate, ma nulla è stato spostato verso maggiori tutele ai cittadini in difficoltà, nè verso la creazione di posti di lavoro.

La recente introduzione dell’obbligo del pareggio di bilancio in costituzione (votata da oltre i 2\3 dei parlamentari) e l’obiettivo di approvare il fiscal compact (legge europea che ci obbligherà alla riduzione del debito dal 120% del PIL al 60%) porterà l’Italia a predisporre continui tagli e nuove tasse, solo per centrare dei parametri imposti dall’alto dell’Europa, per numerosi anni a venire. Parametri in realtà neanche lontanamente avvicinabili, per cui dovremo scordarci per sempre soldi per nuovi ammortizzatori sociali o per incentivi al lavoro.
Ogni eventuale avanzo sarà destinato infatti solo a ridurre il debito, ed un pò come per il Patto di Stabilità interno che già oggi vincola la spesa di Comuni e Regioni, così l’Italia sarà costretta a dare tutti i servizi in mano ai privati. Potete già vedere nei nostri enti territoriali cosa ciò significhi: che la spesa vincolata di fatto impedisce nuove assunzioni o investimenti, obbligando gli enti stessi ad avvalersi di soggetti esterni (cooperative o ditte appaltanti). Se un Comune non può spendere, case di riposo, asili nido, gestione dei parchi o delle farmacie, solo per fare qualche esempio, diventeranno un pò alla volta tutti privati. Come già sta accadendo. E così sarà anche per lo Stato, dalle ferrovie alla gestione dell’energia.

Un segnale di questa aggressione all’autonomia politica e decisionale degli Stati, da parte del sistema finanziario che muove le leve della speculazione sui mercati, si è visto anche recentemente, con il crollo delle borse nei giorni successivi alla parziale vittoria di Hollande, in Francia. A differenza di Sarkozy, Hollande è infatti decisamente favorevole ad allentare i legacci imposti dall’Europa ai bilanci nazionali. Ma c’è anche qualche segnale di opposizione a questa dittatura economica, ed in Olanda si è aperta una crisi di governo, proprio sull’approvazione di tagli e misure di austerità per avvicinare i parametri europei.

La cosa triste, più avvilente, di questo discorso – accanto al riscontro che chi ci governa non pone il bene del paese all’ordine del giorno, ma il volere della BCE (unico vero organo centrale europeo) – è anche il fatto che questa analisi, così cruciale, non sembri appartenere ai maggiori partiti politici italiani, se non a quelli considerati radicali o, peggio, a quei movimenti additati come antipolitici.

ResistenzaMa su questi discorsi si giocherà, oltre a quello della nostra povera Italia, il futuro di un intero continente, che probabilmente non verrà più squassato da guerre e scontri militari, ma da un pesante giogo economico, capace comunque di ridurre i popoli alla povertà, ed ad una nuova forma di schiavitù; perchè la cessione di sovranità, monetaria o finanziaria che sia, solo a questo equivale.

Nel giorno della Liberazione, possiamo solo augurarci che sorga una nuova, estesa, trasversale forma di Resistenza a questo nuovo fascismo imperante, quello del mondo finanziario e delle banche centrali.

Everardo Dalla Borsa

10 Commenti

  1. Perfetto! Nulla da aggiungere! Al massimo rimando all’altro mio commento al post pubblicato oggi da Pereira…

  2. @Everardo

    Lo stato psico-fisico di Monti è esattamante lo stesso di quello che aveva Prodi quando ha portato l’Italia nell’euro con una manovra da 60000 miliardi di vecchie lire.
    Alla gente comune appariva come un sognatore dell’Europa unita, in realtà sapeva che era spinto ad aderire alla moneta unica, da subito, dalle lobby finanziarie.
    Non a caso,dopo che Bertinotti l’ha sfiduciato, è diventato Presidente della Commissione Europea.
    Come a dire…sei stato di parola…ora ti promuoviamo.

  3. Caro Gaio,
    mi pare che lo vedi troppo ingenuo a Monti, presidente della Trilaterale e membro del gruppo Bilderberg, consulente speciale di Goldman “Sucks”…
    Sarà mica un teatrino..?

  4. @ Everardo

    Esatto!
    Prima dovevamo fare l’Unione politica , sociale e legislativa, poi la moneta unica distribuita da una Banca Centrale veramente di tutti di i cittadini europei.
    I padri fondatori dell’euro erano dei sognatori !
    Hanno ritenuto che l’ UE si potesse fare partendo dalla moneta comune!
    Per me, visti gli esiti, sono stati manovrati !
    Ora la moneta è unica ma la manovrano i tedeschi.
    Se lo spirito europeo fosse veramente comune, i tedeschi non avrebbero paura di un po’ di inflazione derivante dalla stampa di nuova moneta atta a sostenere la crescita di tutti e quindi a generare , per tutti , la possibilità di sostenere e ridurre gradatamente il debito.
    Quando Monti dice che dobbiamo la nostra salvezza all’unità con la Germania , ma che, al tempo stesso, dobbiamo pungolarla affinché stampi nuova moneta e accetti un po’ di inflazione, mi sembra veramente un altro sognatore !
    Ho pure l’impressione che si stia facendo da parte !
    Quando dice che la riforma del lavoro, fatta dal suo governo, non servirà a molto perché l’Italia è un paese corporativo mi ricorda il peggior Berlusconi.
    Che si dia da fare a combattere le corporazioni, invece di “fare il professore” !

  5. Al partigiano 2012
    La prima parte del tuo commento è un riassunto di quanto da me scritto, la seconda mi pare alquanto imprecisa.
    Quello di cui mi preoccupo io è che il nostro governo si impegni a(impegni non è adatto, sarebbe meglio dire: voti una cosa che lo renderà obbligato a…)ridurre il suo debito, sacrificando TOTALMENTE i bisogni dei suoi cittadini. Mi spiego meglio: non è assolutamente accettabile che uno stato rinunci alla sua sovranità, per delegarla ad un organismo esterno (europeo, e non eletto). Io non ho detto di non onorare il nostro debito (cosa per altro già successa, dall’Islanda, dall’Ecuador…) ma di subordinarlo alle politiche per aiutare gli italiani, in questo momento di difficoltà estrema. Dico che non è il debito al 120% o al 130% del PIL che deve dirigere le politiche di uno stato. Dico che in questo caso sarebbe meglio tornare alla propria moneta. Dico che il Giappone ha un debito al 200%, e nessuno lo tocca (proprio perchè ha una sua moneta). Dico che sarebbe da combattere il lavaggio del cervello che ha portato quasi tutti a credere (grazie anche a Napolitano) che il debito sia il primo problema di uno stato. Chiedetelo agli USA…

  6. Bellissimo articolo.
    In pratica Everardo Della borsa sostiene che gli italiani hanno un debito verso altre nazioni, e che invece di preoccuparsi di restituire questi soldi, si preoccupa di come e quanto sarà dura onorare il debito contratto.

  7. Grazie dei commenti benevoli!
    Devo aggiungere però, ahimè, che nonostante qualche crepa piccolissima si stia aprendo nel fronte compatto pro-euro (e pro BCE), ad esempio oltre a Francia ed Olanda anche in Romania adesso sta cadendo il governo perchè non riesce a far votare nuove misure di austerità. E domenica si voterà in Grecia, se i fautori degli accordi con l’Europa venissero sconfitti…potrebbe fallire e tornare alla dracma! Rischiando di trascinare anche noi, Spagna etc…
    Ed infatti proprio ieri che cosa è successo? Che Monti e Merkel si sono accordati per far votare al più presto, e contemporaneamente in Italia e Germania, il famigerato fiscal compact! Come a dire: vedete, dal primo della classe all’ultimo ci sono tutti…
    Prepariamoci a dar battaglia per questo!

  8. ecco, personalmente mi trovo molto d’accordo con quest’articolo e trovo davvero più pericolosa questa nuova forma di fascismo che non quella di Borghezio che spruzza il Vetril in certi scomparti dei treni…

  9. @Everardo
    Ora si vedrà come si opporrà Hollande alla dittatura della finanza della BCE (in mani tedesche).
    Dovesse muoversi in controtendenza, con qualche atto governativo serio contro la BCE,potrebbe essere seguito dalla sinistra italiana e di altri paesi e a quel punto un filo di speranza sarebbe per lo meno conservato.
    Personalmente vedrei bene l’uscita dall’euro, in contemporanea, di Francia, Italia Grecia e Portogallo,preceduta dalla nazionalizzazione delle rispettive Banche Centrali.
    Come a dire : ora ricominciamo da capo… se in futuro volete provare a unire l’Europa, si dovrà farlo senza il comando della finanza.
    Sarei curioso di vedere se i tedeschi ci invadono coi tanks!

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