Sodoma di Leonardo Coen e Paolo ColonnelloIl 5 giugno 2010 alle 6 del mattino circa, Karima El Mahroug, nota ormai al pubblico mondiale come Ruby Rubacuori, telefona spaventata alla Centrale Operativa del 112 di Milano. Dirà il presidente del consiglio italiano che questa ragazza è la nipote del presidente egiziano Mubarak e in quanto tale la faccenda era da ritenersi delicata. Talmente delicata che il 6 aprile, a Dio piacendo, le parti compariranno in tribunale e tutti noi quasi per certo assisteremo ad uno show. Un ennesimo pietoso show del cavaliere.

I giornalisti Leonardo Coen e Paolo Colonnello mostrano in questo libro l’indagine del Rubygate dal di dentro, dettaglio per dettaglio, raccontando in che modo si è mossa la Procura di Milano, cronologicamente, come fosse un romanzo d’inchiesta, che però esula in toto dall’invenzione letteraria. Il racconto è distanziato, quasi freddo, orientato alla documentazione: la danza del ventre, il questore che telefona in pigiama, i trenini delle feste, l’entusiasmo di Emilio Fede, le manette scherzose, l’infermieristica erotica. E poi la prostituzione, la concussione. Insomma il bunga bunga. Ovvero. “Sodoma. Le 120 giornate che hanno distrutto Berlusconi” (Baldini Castoldi Dalai editore).

Ieri sera leggendo degli scritti di Enzo Biagi ho immaginato se solo questo grande giornalista fosse stato ancora vivo che cosa avrebbe detto: all’epoca il suo modo di fare informazione gli costò una trasmissione senza pari e stimata dagli italiani. Berlusconi, per giunta, lo chiamò “vecchio” e Biagi, il giornalista dai modi sempre garbati e discreti, rispose: “So di avere l’età che ho, ma quando qualcuno mi fa notare che sono anziano, peggio, un “grande vecchio”, mi girano i coglioni. Sarebbe giusto che Berlusconi non dimenticasse che se è riuscito a costruire un impero dal niente, creare tre reti televisive come quelle di Stato, è stato grazie all’amicizia di un politico, Bettino Craxi, che non si è mai seduto sui banchi della destra. Poi, se Silvio Berlusconi ha potuto fondare un partito e addirittura diventare capo del governo, dovrebbe ringraziare quanti, soprattutto i comunisti durante la Resistenza, hanno combattuto perché questo diventasse un paese democratico.” E nonostante tutto questo, non bastasse tutto questo, c’è stato anche uno spettacolo messo in scena col bollino rosso.

Al di là delle decisioni dei giudici dopo il 6 aprile, agli storici che verranno quando s’interrogheranno su questo periodo storico, ahinoi!, toccherà anche mettere mano a questo libro, “Sodoma”.
Requiem per l’etica politica italiana.

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