Il futuro delle ideeE’ notizia fresca di questi giorni: Youtube ora da la possibilità di adottare la licenza Creative Commons per chi carica dei video sul popolare canale internet, oltre a quella classica disponibile da sempre. Che significa questo? E che attinenza ha col libro che vi segnalo oggi?

Sostanzialmente significa che  chi trova un video su Youtube con la licenza CC ha il permesso di operare sia il remix che l’utilizzo commerciale, a patto che venga sempre attribuita la paternità dell’opera originale. “Ci hanno messo un bel po’ di tempo! – direbbe forse il signor Lessig (l’autore del libro in oggetto) – a capire l’importanza della condivisione!”

Il punto nodale del libro è in molta parte tutto qui. Internet e la condivisione. La rete è nata per divulgare, promuovere, mettere a conoscenza, diffondere, suggerire. In poche parole: mettere in moto le idee. Ma è notorio che oggi, a ragione del copyright, spesso si hanno le mani legate. E’ successo anche a me di produrre un audio-post e all’atto di metterlo su Soundcloud leggere il messaggio: “Non puoi pubblicare questo contenuto perché appartiene a tal dei tali. Hai il permesso?” Quello che avevo fatto era un semplice remix artistico, un layout musicale che facesse parlare meglio l’articolo da me scritto. Sono rimasta basita, ma è l’eterno contenzioso del diritto d’autore. Ora, se io creo qualcosa non è certo giusto che qualcuno se ne appropri senza che io ne sappia alcunchè o peggio ancora per lucrare su un’opera che è stata creata da me; ma d’altra parte se chi utilizza la mia opera la diffonde questo come può nuocermi stante la paternità? E’ l’idea sostanziale di Lessig. Internet, lui dice, quando è nato non è stato pensato come una macchina economica, ma purtroppo lo è diventato. Ma l’innovazione, la creazione avvenieristica hanno bisogno del continuo e fluente scambio di idee, delle tecnologie alla portata di tutti, non di gestori che paralizzano o peggio di contenuti a pagamento. Internet può creare business, ma il business non può diventare una limitazione altrimenti non ci sarà più spazio per le idee. La mongolfiera sarebbe troppo zavorrata.

“Oggi abbiamo il potenziale per estendere la creatività a una straordinaria serie di culture e commerci. La tecnologia permette a un’intera generazione di creare – film remixati, nuove forme musicali, arte digitale, una nuova forma di narrazione, la scrittura, una nuova tecnologia per la poesia, la critica, l’attività politica – e poi, grazie all’infrastruttura di Internet, di condividere questa creatività con altri.”

Era il 2001 quando Lawrence Lessig scriveva queste parole. Un profeta. Un altro. L’ennesimo non ascoltato o ascoltato troppo in là.

Lawrence Lessig
Il futuro delle idee
Feltrinelli, 2006

Mariangela Lecci

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