Grammatica della fantasia - RodariUn armadio può nascondere vestiti o forse no. Sette oche possono andare in altalena aspettando la cena. Oppure su un campo bianco bianco traccia un sentiero nero. Pare che blaterare cose fantastiche sia il miglior modo per creare delle storie, per dare un incipit suggestivo, per narrazioni esilaranti come solo i bambini sanno immaginarle. Gianni Rodari è stato l’autore che più ha saputo contribuire a quella che lui chiamava la Fantastica, prendendo spunto da un frammento di Novalis: “Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l’arte di inventare”

Come si scrive una recensione su un tale capolavoro? Me lo sono chiesta per giorni. Ma quello che in realtà mi premeva fare era tutt’altro che una recensione! Questo libro parla da solo, si presenta immediatamente nella sua vera essenza e si autoreferenzia. Non ha bisogno di qualcuno che racconti cos’è. Anche perchè Gianni Rodari aveva il grandissimo pregio di non dare troppo spazio ai libri per adulti, ma concentrava la sua attenzione su ciò che piaceva ai bambini. Semmai aveva anche a cuore la formazione dei pedagogisti delle scuole d’infanzia e allora ha dato anche spazio a testi come quello in questione.

Grammatica della fantasia racconta come fanno i bambini ad avere tutta quella verve creativa: possiamo dare una parola o un paio di parole a un bambino, possiamo metterlo in piedi davanti a tutti e lui tirerà fuori una storia che ha dell’incredibile. Un adulto magari non sa farlo o nel tempo ha disimparato a farlo.

Ma l’autore precisa: “La presente grammatica della fantasia (…) non è né una teoria dell’immaginazione infantile (ci vorrebbe altro…) né una raccolta di ricette, un Artusi delle storie” Piuttosto se qualcuno ha interesse a comprendere perchè le fiabe non sono utili, ma non se ne può fare a meno questa è la bibbia della creatività: “Le fiabe servono alla matematica come la matematica serve alle fiabe. Servono alla poesia, servono alla musica, all’utopia, all’impegno politico: insomma all’uomo intero e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come la poesia e la musica, come il teatro o lo sport (se non diventano un affare). Servono all’uomo completo”

C’è un passo tra tutti che mi ha stordito e fatto ricordare come ero da piccola, cosa mi faceva ridere, cosa metteva in moto la creatività. Amavo Rodari anche da piccola, ma lo apprezzo ancor di più oggi perchè le sue fiabe sono in grado di mettere in moto l’immaginazione e di rendere fecondo ogni processo creativo:

” Se un giorno scriverò questa storia, consegnerò il manoscritto al notaio, con l’ordine di pubblicarlo intorno al 2017, quando il concetto di “cattivo gusto” avrà subito la necessaria ed inevitabile evoluzione. A quel tempo sembrerà di “cattivo gusto” sfruttare il lavoro altrui e mettere in prigione gli innocenti e i bambini, invece, saranno padroni di inventarsi storie veramente educative anche sulla “cacca”.

Gianni Rodari
Grammatica della fantasia
Einaudi Ragazzi, 1980

Mariangela Lecci

3 Commenti

  1. Un mio caro amico, Antonio Faeti, ha insegnato per qualche anno all’Accademia di Belle Arti di Bologna pretendendo, in omaggio a Rodari, che la sua materia di insegnamento fosse proprio “Grammatiche della fantasia”. Inmarcabile Faeti e grande Rodari.

  2. Buonasera,
    vi riscrivo perchè non ho ricevuta ancora una vostra risposta: è possibile evitare lo stop dell’ascolto musicale quando si clicca all’interno del sito?
    Saluti e, spero per favore, ora mi vogliate rispondere.
    Con stima.

    Ulf Stocchetti

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