Lacrime, sudore e sangueLa situazione è grave. Anzi, gravissima.
Gli oceani economici e finanziari sono in tempesta e la nave/Italia imbarca acqua da tutte le parti.
E’ così che mister B., smesse le maschere del presidente-imprenditore, del presidente-operaio, ecc. si propone travestito da “Capitano Coraggioso”; un novello Churchill che promette “lacrime, sudore e sangue”.
E invita la ciurma a seguirlo.
Accorre, zoppicando, il nostromo-senatùr.
Ma ecco che, inaspettatamente, gli altri dell’equipaggio si fingono distratti, voltano le spalle o, addirittura, si oppongono.

L’ufficiale di bordo, Osvaldo Napoli, si scopre improvvisamente più sindaco di Valgioie (provincia di Torino) che parlamentare del PDL e, alla testa dell’ANCI, guida la protesta dei Comuni italiani contro accorpamenti e tagli.
L’ammiraglio pontificio, Roberto Formigoni, si allea col capo dei cosacchi, Vasco Errani, contro le restrizioni imposte alle regioni.
I redattori dei diari di bordo, Belpietro, Sallustri e Feltri strillano come aquile contro le “tasse” imposte al ceto medio.

Perfino il fido nostromo, costrettovi da un inizio di ammutinamento dei suoi marinai, punta i piedi contro l’idea di modificare le pensioni.
Ognun per sè e dio per tutti.

Ma non era, l’Italia, quel paese capace di unirsi e dare il meglio di sé nelle emergenze e nelle difficoltà (dalle alluvioni alla nazionale di calcio, dal lotta al terrorismo ai terremoti)?
Forse.
Forse lo era, in altre circostanze.
Certamente con altre guide.
Per troppo tempo questa compagnia di mediocri intrattenitori per gite aziendali ha predicato -e praticato- l’egoismo, il primato del bene privato su quello collettivo, il rifiuto di ogni forma di regola e solidarietà, il rinchiudersi nel proprio cortile, per risultare credibile nei panni dell’Esercito della Salvezza.

Ma c’è di più.
Se anche la premiata ditta B&B -eterodiretta da Bankitalia, Confindustria e BCE- fosse davvero capace di prospettare una politica economica credibile, ancorché ingiusta, sarebbero proprio i loro dipendenti, il loro “popolo”, a disconoscerli.
Costoro non vogliono la salvezza dell’Italia, ma la propria.
In oltre un ventennio di propaganda -e di “buon esempio”- B&B hanno dato voce e dignità a quanto di più sordido e meschino si cela nell’animo degli italiani.
L’evasione delle tasse, la corruzione dei pubblici ufficiali, la violazione sistematica delle regole della legge (ma anche quelle di una decente convivenza civile), il rifiuto di farsi carico della complessità, il machismo d’accatto, la degenerazione del linguaggio, l’insulto dell’avversario (o anche solo di chi vuole convincerti a pensare) sono stati i comportamenti “premianti” che hanno valso loro il consenso di così larga fetta di italiani.
“Semo o non semo er popolo della libbertà …? La libbertà de fa’ ognuno come cazzo ce pare”, sintetizzava bene Corrado Guzzanti.

Fuori da questo “popolo”, noi, stranieri in patria, ci chiedevamo come fosse possibile questo consenso, nonostante tutto quello che combinavano.
Non avevamo capito nulla: il consenso c’era proprio grazie a tutto quello che combinavano.

Insieme i due erano perfetti: il capo-comico e il capo-popolo.
L’uno: il sorriso ammaliatore, la seduzione di chi spargeva ottimismo, prometteva milioni di posti di lavoro, meno tasse, il ponte sullo stretto e giurava sulla testa dei propri figli raccontando barzellette.
L’altro: il ghigno feroce e forte di chi era sempre pronto a urlare “Secessione!”, a minacciare 10 milioni di fucili, a invocare una situazione balcanica.

Guardateli ora. Come sono invecchiati male!
E com’è invecchiata male la loro “politica”!
Entrambi -persone e idee- ridotti a patetiche caricature di se stessi.
Costretti, entrambi, a far conto con la realtà più forte di loro: l’inesorabile declino “del sembiante” per le persone, la complessità del mondo per le “idee”.

L’Italia va in pezzi e i due vecchi guitti si vedono sfuggire la situazione dalle mani. I mostri che hanno risvegliato rendono il Paese ingovernabile proprio nel momento in cui i due, per continuare a farsi i fatti propri, dovrebbero cominciare a governarlo, davvero.
Come nell’angosciante finale di “Prova d’orchestra”, cittadini, partiti, enti, istituzioni mettono in scena un assordante vociare in cui ciascuno urla le proprie ragioni (legittime e no).
E qui l’angoscia si fa terrore: al peggio non vi è fine.
Non sappiamo da dove sbucherà, ma la grande palla demolitrice sta arrivando.
Non sappiamo che volto avrà -certamente sarà vestito da “salvatore della patria”- ma è in agguato un nuovo direttore d’orchestra (ed anche questa volta parlerà tedesco, forse con un lieve accento francese).
Dopo Bibì e Bibò, arriverà Capitan Cocoricò e a prendere sberle non saranno i due monelli.
La resistenza non potrà finire con la fine del berlusconismo (con o senza Berlusconi) … e che questa ch’anco tardi a venir non [ci] sia grave.

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2 Commenti

  1. Come sarebbe bello poter dimostrare che le vostre affermazioni sono sbagliate.
    Ma e’ vero … siamo nella tempesta e forse il peggio deve ancora arrivare, pero’ … almeno sgottiamo l’acqua che riusciamo con i mezzi che abbiamo e cerchiamo di fare squadra per affrontare le prossime onde.
    Io ad esempio ho sottoscritto l’appello su:
    http://www.siacquapubblica.it
    e poi nella vita di ogni giorno cerchiamo di non far nostri i comportamenti che ci hanno portati nella tempesta. Insieme potremo affrontare anche questo perche’ insieme alla parte sordida c’e’ sempre anche la parte che sa affrontare grandi avversita’.

  2. @Norman Bates

    L’Italia è matematicamente fallita.
    Basta osservare la formula dell’interesse composto e applicarla, all’inverso, al debito composto.
    Nella formula, che tralascio per semplicità, compare un
    esponente. Ciò significa che, per salvarsi, l’Italia
    dovrebbe crescere in PIL molto ma molto ma molto di più (ecco l’esponenzialità) di quanto non crescerà il suo debito.
    E’ possibile ?
    Siamo una popolazione invecchiata, profondamente divisa e con molti furbi in giro, al massimo potremo crescere in PIL, nei prossimi anni dell’1% all’anno, se va molto bene.
    Il debito invece crescerà molto ma molto ma molto di più e quindi falliremo.
    Chi prenderà le ns ricchezze, visto che il gioco perverso della finanza moderna è a somma zero?
    I tedeschi in primis e i francesi, ma poi anche i cinesi!
    Qundi saranno loro a scegliere il capitan Cocorico’!
    Caro Norman Bates ,non sei un matematico finanziario,però ci prendi lo stesso!

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